Covid, l’allarme di CGIL: “Pronto soccorso genovesi fuori controllo”
“In queste ore la capacità di ricezione dei Pronto Soccorso dell’area metropolitana è giunta a saturazione.”
L’allarme, che riporta con la mente a quei terribili mesi di inizio 2020, arriva da Fp Cgil Genova, che in una nota segnala come il numero crescente di pazienti e ambulanze renda sempre più difficile gestire la situazione emergenziale.
“I lavoratori, medici, infermieri, tecnici, operatori socio sanitari, sono allo stremo ed alla paura per il contagio, – prosegue la nota – si somma la preoccupazione che, a questi ritmi, la capacità di dare risposte adeguate possa venire meno.”
Fp Cgil Genova entra nel dettaglio segnalando quali sono i pronto soccorso che denotano maggiori criticità.
“Al Pronto Soccorso dell’Ospedale Galliera ci si sta organizzando per posizionare parte dei pazienti positivi nella camera calda delle ambulanze (zona adiacente entrata Pronto Soccorso); il numero di posti letto per pazienti Covid positivi, stabilito per la fase 4 dal Piano di preparedness in massimo di 129, è ampiamente superato risultandoci ricoverati 139 pazienti più, presenti al Pronto Soccorso, altri 38 positivi. Attualmente, in tutto il Pronto Soccorso, le barelle sono ammassate con forte disagio per utenti e lavoratori e fuori staziona la fila delle ambulanze.
Analoga la situazione al Villa Scassi dove questa mattina gravitavano 116 pazienti di cui 60 in area “sporca” di Pronto soccorso (alcuni in attesa di tampone) e 12 con il casco CPAP. 25 erano i ricoverati in Osservazione breve intensiva (Obi), 2 (Covid certi) e 66 nei reparti covid del nosocomio (degenze covid) più 15 in pneumologia.
Anche al San Martino le criticità non mancano, il così definito “sovraffollamento” è ormai divenuto consuetudine. Attualmente i due obi risultano pieni, con 29 ricoveri di cui 7 in barella. Al primo piano risultano ricoverati 46 pazienti covid più 10 trattati in zona grigia.
In attesa 30 barelle in corridoio sporco più 7 nella zona definita “acquario” (adiacenze Pronto soccorso). Si parla di persone tenute in barella, in attesa di ricovero, in media 70 ore. Ieri una signora ha atteso 200 ore. A questi vanno aggiunti tutti i triage e ricoveri puliti (non covid). Per il momento non si riscontrano difficoltà nell’accesso delle ambulanze, ma a questo ritmo presto il problema si presenterà.
In Asl 4, al Pronto Soccorso di Lavagna, si riscontrano problemi sui percorsi sporco – pulito, entrata – uscita. Costituiti 12 posti letto obi covid in più a carico dello stesso personale già carente. Attualmente accessi covid in costante aumento.
In questa situazione iniziano ad emergere i primi segnali di carenza dei caschi per i pazienti e dei DPI per gli operatori, in particolare le tute, fondamentali per accedere alle zone “sporche”.”
I timori per chi lavora nelle settore ospedaliero vanno in due direzioni: da un lato, la situazione appena descritta espone al rischio concreto di non riuscire a curare adeguatamente tutti, dall’altro rimane alto anche il rischio di contagio per gli stessi lavoratori.
“In tutte le aziende – conclude infatti Fp Cgil Genova – il numero dei dipendenti infetti sale esponenzialmente, riducendo il personale disponibile, con ricadute sulla capacità di dare risposte adeguate e dignitose ai cittadini che si devono rivolgere a queste strutture. Serve alleggerire la pressione sui Pronto Soccorso ed in generale sugli ospedali dell’area metropolitana, attivando tutte le strutture possibili per il ricovero dei pazienti positivi a medio bassa intensità, cercare di procedere con solerzia a nuove assunzioni nonché aumentare i posti letto di sub intensiva in previsione di un incremento dei pazienti a cui abbisogna terapia tramite casco.”