17 Novembre 2020 – Babboleo

17 Novembre 2020

La Liguria ha voluto le biciclette e adesso…vince il Premio Urbanistica 2020

La Liguria vince, per la sezione Innovazione tecnologica per la gestione urbana, con il progetto “Rigenerazione territoriale e mobilità sostenibile nel ponente ligure”, legato alla pista ciclabile che collegherà la dorsale tirrenica da Ventimiglia. Oltre 200 km di pista ciclabile già realizzati e altri 100 in progettazione e studio, per 10 mln di investimento diretto della Regione Liguria su tratte di percorsi ciclabili e pedonali nel ponente ligure.

17 Comuni della costa interessati dalla green line con Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani, ha reso possibile quest’operazione.
“Siamo orgogliosi del premio, un riconoscimento all’importante lavoro di squadra svolto – commenta il presidente della Regione Giovanni Toti -, una grande collaborazione tra Regione Liguria, FS Sistemi Urbani e i Comuni del Ponente ligure, al servizio del nostro territorio”.

Il Premio URBANISTICA, giunto alla XIV edizione, è conferito ai progetti esposti nella precedente edizione di Urbanpromo.
I progetti premiati nell’edizione 2020 sono stati scelti tra quelli esposti nella Gallery multimediale e nella Mostra tenutasi a Torino presso la Nuvola Lavazza tramite il voto espresso dai visitatori di Urbanpromo nel corso della manifestazione.

Dall’edizione 2016 i progetti sono valutati con riferimento ai seguenti contenuti, individuati dal Direttore della rivista per evidenziare i temi più importanti dell’urbanistica contemporanea: nuove modalità dell’abitare e del produrre; rigenerazione ambientale, economica e sociale; innovazione tecnologica per la gestione urbana.

Zona arancione in Liguria, ristoratori dei piccoli comuni: “Siamo doppiamente penalizzati”

Dopo alcuni giorni in fascia gialla, la Liguria è passata oramai da più di una settimana in zona arancione, questo comporta, tra le vari limitazioni, anche la chiusura di bar e ristoranti h24, ad esclusione dell’asporto e del delivery. Ed è proprio l’asporto, in questi giorni, a “salvare” in corner i ristoratori che, per sopperire alla chiusura, stanno studiando nuovi modi per incentivare i clienti a consumare le loro pietanze a casa. E’ il caso di Antonio Scalise, titolare del ristorante Prie de mà sul lungomare di Cogoleto che gestisce il locale con la mamma e la sorella e che, in epoca di covid, si affida a nuove formule e a serate a tema per ingolosire i suoi concittadini. Dai fritti alla paella, passando per lo stoccafisso, dal venerdì alla domenica, per limitare e contenere i costi. Ma a Cogoleto, come in tutti gli altri piccoli comuni, i ristoranti sono doppiamente penalizzati: non solo la chiusura h24 delle loro attività, ma anche il divieto di spostarsi da un comune all’altro. Risultato? “I nostri clienti delle cittadine limitrofe non possono ordinare da noi perché non ci si può spostare, abbiamo perso clienti abituali da Savona, Genova, Varazze, Albisola”, ci spiega Antonio Scalise. Ascolta l’intervista completa.

La Croce Bianca Genovese riduce i tempi di sanificazione: creata un’area apposita per le ambulanze

Accelerare i tempi, questa la mission di operatori sanitari e militi del 118. E allora, in questa fase di emergenza covid-19, oltre al sovraffollamento dei pronto soccorso, un’altra causa della dilatazione dei tempi d’intervento delle ambulanze sul territorio è costituita dalla necessaria sanificazione degli automezzi. La Croce Bianca Genovese ha allestito uno spazio per sanificare i mezzi di soccorso e gli operatori. “I soccorritori infatti – spiegano dalla Croce Bianca Genovese – a seguito di trasporto di paziente positivo, sospetto tale o con sintomi riconducibili al coronavirus, devono recarsi in un’apposita area del Policlinico San Martino per sottoporre se stessi e l’ambulanza alla sanificazione prevista dal protocollo, che prevede un tempo minimo di attesa di 15 minuti una volta effettuata per consentire al disinfettante di agire correttamente”. Tale procedura, ripetuta per tutti gli automezzi che in città effettuano interventi o trasporti di questo tipo, può causare fisiologiche code e determinare l’indisponibilità di svariati mezzi per le urgenze sanitarie territoriali.

La Croce Bianca Genovese ha pertanto allestito un’area di sanificazione all’interno del proprio autoparco di piazza Palermo per consentire agli operatori di effettuare la disinfezione dei materiali e dei vani sanitari nella massima sicurezza e con protocolli validati da Asl e 118. “Il soccorritore – si legge nella nota – una volta entrato nell’area, non dovrà fare altro che premere un pulsante e appositi ugelli nebulizzeranno la soluzione sanificante a base di cloro o altri idonei prodotti previsti dalle linee guida, per consentire la rimozione in sicurezza dei dispositivi di protezione individuale e completare correttamente la procedura di svestizione”. Quest’area di sanificazione, permettendo di svolgere tali ricorrenti operazioni direttamente in sede, consente di ridurre sensibilmente i tempi di attesa e permette di garantire alla cittadinanza una maggiore disponibilità di automezzi e squadre operative per le urgenze sanitarie.

Ecco l’abete che sarà addobbato per il Natale in piazza De Ferrari

Il Covid probabilmente cancellerà la tradzionale festa per l’accensione dell’albero di Natale in piazza De Ferrari. Ma l’albero arriverà ugualmente e come sempre sarà un dono del Parco dell’Aveto come da consolidata tradzione. La pianta probabilmente giungerà a Genova ai primi di dicembre, ma la pianta è già stata individuata e la si può vedere nell’immagine di questo articolo. Si tratta di maestoso abete di quasi venti metri che si trova nella foresta del Penna. Saranno i boscaioli della cooperativa Alta Val d’Aveto a tagliare l’albero e a posizionarlo su una bisarca per il trasporto.

Vale la pena ricordare che, per quanto possa sembrare un paradosso, il taglio di un albero in questo caso è considerato una buona pratica. Il Parco dell’Aveto, infatti, sta portando avanti da tempo un progetto legato ai tagli selettivi delle conifere che sono alloctone sostituendo questi alberi con faggi e querce che invece sono autoctoni. Le conifere tagliate vengono utilizzate per il riscaldamento, per lavori di carpenteria e, come in questo caso, per far diventare la pianta un albero di Natale.

In Liguria il 22% vive dei minori vive in povertà: bambine penalizzate

Nella nostra regione quasi 1 ragazza su 5 non studia, non lavora e non segue nessun percorso formativo. In Liguria già prima della crisi il 22,2% dei minori viveva in povertà relativa con asili nido solo per il 14,7% dei bambini e una dispersione scolastica al 17,7%.

Sono questi i dati presentati in occasione della Giornata mondiale dell’Infanzia da Save the Children: l’Organizzazione diffonde l’XI edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia “Con gli occhi delle bambine”, con una forte denuncia sulla necessità di intervenire alla radice delle diseguaglianze che colpiscono le ragazze. Urgente intervenire con risorse adeguate nelle “zone rosse” della povertà educativa

Un Paese e una regione, la Liguria, non “a misura di bambino”, quindi, che si sono trovate ad affrontare l’emergenza Covid-19, ma ancor meno “a misura di bambine”. Bambine e ragazze che in Italia pagano sulla loro pelle disuguaglianze di genere sistematiche e ben radicate nella nostra società, che si formano già nella prima infanzia, che le lasciano indietro rispetto ai coetanei maschi e che, con la pandemia, sono deflagrate.

In Italia, circa 1 milione e 140 mila ragazze tra i 15 e i 29 anni rischiano, entro la fine dell’anno, di ritrovarsi nella condizione di non studiare, non lavorare e non essere inserite in alcun percorso di formazione, rinunciando così ad aspirazioni e a progetti per il proprio futuro. Un limbo in cui già oggi, in Liguria, è intrappolato il 19,6% delle giovani, contro il 16% dei coetanei maschi. Percentuali, per quanto riguarda le ragazze, ben lontane dai picchi che si avvicinano al 40% in Sicilia e in Calabria, ma distanti altresì da quelle nei territori più virtuosi, come il Trentino Alto Adige, dove le ragazze Neet sono il 14,6% (comunque quasi il doppio rispetto ai ragazzi, 7,7%).

Divari di genere che a livello nazionale si ripercuotono anche sul fronte occupazionale, con un tasso di mancata occupazione tra le 15-34enni che raggiunge il 33% contro il 27,2% dei giovani maschi, un dato comunque grave. L’istruzione resta un fattore “protettivo” per il futuro delle ragazze, ma anche le giovani che conseguono la laurea stanno pagando cara la crisi: tra le neolaureate che in Italia hanno conseguito il titolo di primo livello nei primi sei mesi del 2019, solo il 62,4% ha trovato lavoro, con un calo di 10 punti percentuali rispetto al 2019, mentre per i laureati maschi – pur penalizzati – il calo è di 8 punti (dal 77,2% al 69,1%), con retribuzioni comunque superiori del 19% rispetto alle neolaureate.

Un Paese, quello fotografato da Save the Children, dove nascono sempre meno bambini e dove la povertà intrappola il loro futuro nelle aree più svantaggiate, nelle periferie educative, privandoli delle opportunità di coltivare passioni, talenti e aspirazioni. Questa l’Italia delle bambine, dei bambini e degli adolescenti sulla quale si è abbattuta la scure dell’emergenza Covid con conseguenze socio-economiche che rischiano di rendere ancor più profonde le disuguaglianze.

In Liguria, il 22,2% dei minori vive in condizioni di povertà relativa, un dato in linea con la media nazionale che si attesta al 22% e soprattutto di regioni come la Calabria (42,4%) e la Sicilia (40,1%) che si trovano ai primi posti di questa triste classifica. La Liguria appare ad ogni modo lontana dai territori più virtuosi, quali il Trentino Alto Adige (8,3%) e la Toscana (9,8%) che presentano le percentuali più basse di minori in povertà relativa.

Già prima della pandemia, nel nostro Paese, 1 milione 137 mila minori (l’11,4% del totale) si trovavano in condizioni di povertà assoluta, senza avere cioè lo stretto necessario per condurre una vita dignitosa. Un dato in calo rispetto al 12,6% del 2018, ma che tuttavia rischia di subire una nuova impennata proprio per gli effetti del Covid-19, se non saranno messi subito in campo interventi organici per prevenire una crescita esponenziale come quella avvenuta a seguito della crisi economica del 2008, quando la percentuale di povertà assoluta minorile è quadruplicata in un decennio (era il 3,1% nel 2007).

‘Io provo a volare’. Il sogno di Modugno al Teatro della Tosse in diretta streaming

Il sogno di libertà di cui Domenico Modugno è stato simbolo e portavoce è il motore dello spettacolo IO PROVO A VOLARE, di e con Gianfranco Berardi, una produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse che andrà in scena e verrà trasmessa in diretta streaming sabato 21 novembre alle ore 21.

Gianfranco Berardi racconta attraverso monologhi, canzoni e danza la vita di un giovane cresciuto in provincia e pronto ad affrontare qualsiasi peripezia per realizzare il sogno di diventare artista. Con la complicità di Davide Berardi voce solista e chitarra e Bruno Galeone alla fisarmonica.

Gli spettatori interessati, per un massimo di 50 persone, potranno accedere alla stanza dedicata via ZOOM prenotando via email a promozione@teatrodellatosse.it; la diretta sarà trasmessa anche sulla pagina Facebook Teatro della Tosse e resterà in chiaro fino a lunedì 23 novembre. La visione dello spettacolo è gratuita.

Ecco una breve presentazione da parte del protagonista Gianfranco Berardi e un estratto dallo spettacolo.

Genova, un questionario online per capire l’impatto della pandemia sulle nostre vite

Un questionario per capire insieme a te quale sia stato l’impatto della pandemia sulle nostre vite e sulle disuguaglianze che affliggono Genova. Lo hanno ideato il Collettivo Edera e Genova che osa.

“Il nostro obiettivo è raccogliere più testimonianze possibili per poi analizzare le risposte e usarle come traccia per intraprendere un progetto di discussione più ampio – raccontano -. Questo progetto nasce dalla voglia e necessità di discutere di tutti quegli ambiti e aspetti delle nostre vite che hanno subito il forte impatto della pandemia, ma che sono stati trascurati e poco tutelati. Registreremo insieme a ospiti esperti di diversi settori una serie di incontri online, in cui discuteremo di tematiche che riguardano principalmente le disuguaglianze emerse durante l’emergenza; ad esempio nell’ambito della parità di genere, dell’istruzione, del benessere oppure riguardo la gestione degli spazi urbani e della sanità”.

Più persone parteciperanno al questionario, più il quadro sarà esaustivo.

Il questionario è anonimo. “E’ importante conoscere e fare i conti con le realtà cittadine che ci circondano, anche le più lontane, per capire e combattere le disuguaglianze che continuano ad affliggere la nostra città, accentuate soprattutto da questa pandemia”.

Per rispondere al questionario basta cliccare su questo link https://it.surveymonkey.com/r/Z2Q85CB

Turismo in Liguria prima del Covid: visite in crescita ma pil in calo

L’Osservatorio Turistico Regionale ha presentato la settima edizione del focus sul “Valore Aggiunto del Turismo” (dati 2019). Ne emerge un bilancio tra luci ed ombre rispetto al 2018, con un trend sostanzialmente positivo in termini di presenze turistiche sul territorio, legate soprattutto al mercato parallelo delle abitazioni private e alla crescita di appeal nei confronti di un turismo internazionale in cerca di vacanze a misura di “famiglia”.Considerando per il 2019 circa 79,4 milioni di presenze turistiche stimate in Liguria tra alloggi in strutture ricettive e permanenze nelle abitazioni private, si stima un impatto economico di oltre 5 miliardi e 550 milioni di euro, legato alle spese sostenute nel corso della vacanza da questi turisti.

Nel confronto con il 2018, si registrano una crescita dell’impatto economico sul territorio del +2,2%, conseguenza della crescita delle spese dei turisti che alloggiano in abitazioni private (+3,3%), una crescita della produzione dei beni e servizi acquistati dai turisti pari al +2,8%, ed un aumento delle unità di lavoro impiegate nella regione per produrre i beni ed i servizi acquistati dai turisti pari al 7,5%, a fronte di un calo dell’8,8% del PIL e del 6,7% delle importazioni nella regione di beni e servizi.Complessivamente si calcola che ogni turista abbia speso in media 70 euro al giorno in Liguria nel 2019, considerando tutte le spese medie sostenute sul territorio, quali alloggio, ristorazione, shopping, spese per attività culturali e divertimenti e altre spese sostenute sul luogo di vacanza, ma anche spese di trasporto per la sola parte di viaggio realizzata nella regione. Nello stesso periodo ogni presenza turistica in Liguria risulta aver attivato 42 euro di PIL (meno dei 47 euro del 2018).Facendo sintesi di questi dati emerge per la Liguria un bilancio tra luci ed ombre rispetto al 2018, con un trend sostanzialmente positivo in termini di presenze turistiche sul territorio, legate soprattutto al mercato parallelo delle abitazioni private e alla crescita di appeal nei confronti di un turismo internazionale in cerca di vacanze a misura di “famiglia”.