Terapie intensive sempre piene, Radice (H Evangelico): “Situazione molto grave e pazienti più giovani, essenziali le maschere gran facciali”
L’ospedale Evangelico di Genova è stato trasformato in un ospedale covid da ottobre, sono tre i reparti di media intensità, ai quali si aggiunge quello di terapia intensiva. C’è qualcosa che accomuna tutti e quattro i reparti, ovvero i letti sempre pieni, esce un paziente e ne entra un altro, senza sosta. Una seconda ondata quasi peggiore di quella di marzo, con l’età media che si è abbassata, con pazienti di 40/50 anni, costretti ad essere intubati. Ad essere trasportati all’Evangelico sono soprattutto i malati covid del pronto soccorso del Policlinico San Martino, la presa invece sembra avere, almeno in parte, rallentato per quanto riguarda il ps del Villa Scassi. “I pazienti sono ancora più gravi rispetto all’ondata precedente”, spiega la dott.ssa Maria Luisa Radice, responsabile del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Evangelico. Cosa si sente di dire ai cosiddetti negazionisti, ai “no mask”, ai minimizzatori, le chiedo. “Semplice – risponde Radice – di fare un giro qui da noi, nei nostri reparti, per capire che il covid non è uno scherzo”. E proprio in questa circostanza lavorativa, tra stanchezza, rischio altissimo di contagio e dedizione per i malati, diventano essenziali le 800 maschere gran facciali donate a tutte le terapie intensive degli ospedali della Liguria da parte di Babboleo Onlus, in sinergia con Ocean Reef Group. “Possiamo solo dire grazie a loro perché per noi sono essenziali”, ringrazia la responsabile della terapia intensiva dell’H Evangelico. Ascolta l’intervista completa.