16 Dicembre 2020 – Babboleo

16 Dicembre 2020

Natale 2020, con Helpcode e TypeLovers a lezione on line di tradizioni. Il ricavato devoluto ai bambini in Italia e nel mondo

Che Natale sarebbe senza tradizioni? E allora, nonostante il periodo storico complicato che si sta vivendo, legato all’emergenza sanitaria da covid19, Helpcode Italia Onlus e TypeLovers hanno ideato due veri e propri laboratori, rigorosamente on line, per immergere adulti e bambini nell’atmosfera di Santa Claus. Mercoledì 16 e giovedì 17 dicembre, dalle 18 alle 19, sono stati programmati due appuntamenti di Helpcode Experience con corsi e laboratori all’insegna della creatività e della fantasia. Al centro, come dicevamo, la tradizione natalizia, da una parte la creazione di decorazioni tipicamente del Natale, dall’altra il table setting, ovvero l’arte di allestire la tavola in modo creativo in occasione di un evento speciale, quale il cenone o un pranzo. Entrambi gli appuntamenti sono tenuti da Patrizia Modena e Juliana De Carvalho di TypeLovers. L’iscrizione è a donazione libera, si parte da una donazione minima suggerita di 9 euro. Il ricavato verrà devoluto ai progetti di Helpcode Italia Onlus a sostegno di bambine e bambini in Italia e nel mondo. Helpcode è un’organizzazione genovese (la sede è in via XXV Aprile) che lavora sia in Italia che nel mondo il cui obiettivo è garantire il diritto più semplice ma anche più importante, quello di essere bambini. “Il nostro obiettivo, con questi due laboratori, è quello di regalare un momento di spensieratezza in compagnia dei nostri bimbi, nonostante le difficoltà di questo periodo”, ha spiegato ai microfoni di Babboleo News Michela Gaffo, responsabile comunicazione di Helpcode Italia Onlus. Ascolta l’intervista completa.

ICity Rank 2020 stila la classifica delle città più digitali: buon piazzamento per Genova (sedicesima)

Nell’anno in cui la vita è stata costretta a decelerare, ad aver messo il turbo ci ha pensato però il digitale. Così, in questo 2020, l’emergenza sanitaria legata a Sars-Cov-2 ha accelerato la trasformazione digitale delle città italiane, anche se in modo non uniforme: si evidenzia una profonda differenza tra Nord e Sud, con alcune brillanti eccezioni del Mezzogiorno, si rafforza il ruolo guida dei capoluoghi metropolitani ed emerge una significativa reazione delle città più colpite dalla pandemia. In questo contesto Firenze è il capoluogo più digitale d’Italia, sul podio insieme a Bologna (seconda) e Milano (terza), seguite da Roma Capitale, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia. È questa la top ten di ICity Rank 2020, il rapporto sulle città italiane intelligenti e sostenibili realizzato da FPA, società del gruppo Digital360, presentato questa mattina in occasione di FORUM PA Città, evento organizzato in collaborazione con EnelX. Nell’anno della pandemia, l’annuale ricerca di FPA ha indagato il percorso di trasformazione digitale delle città italiane, analizzando le performance dei 107 comuni capoluogo su 8 indicatori aggiornati al 2020: accessibilità online dei servizi pubblici, disponibilità di app di pubblica utilità, adozione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti wifi pubbliche e tecnologie di rete intelligenti. L’indice di trasformazione digitale, media aritmetica degli 8 indicatori settoriali, permette di costruire il ranking delle città più digitali d’Italia.

La classifica vede le prime dieci città (Firenze, Bologna, Milano, Roma Capitale, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia) con un livello di digitalizzazione “molto avanzato”. Queste sono seguite da un gruppo di altre 15 di livello “avanzato”: Parma, Reggio Emilia, Palermo, Pavia, Brescia, Genova, Lecce, Cremona, Prato, Bari, Pisa, Verona, Vicenza, Bolzano e Forlì. Nel ranking ci sono poi 23 città con un livello “discreto”: Rimini, Mantova, Livorno, Monza, Piacenza, Siena, Ravenna, Treviso, Udine, Perugia, La Spezia, Napoli, Ferrara, Novara, Pordenone, Padova, Trieste, Lodi, Arezzo, Pesaro, Ancona, Verbania, Lecco. E ancora 24 capoluoghi di livello “intermedio” e altri 27 con una digitalizzazione solo “avviata”. Chiudono la classifica 8 città con ritardi critici, quasi tutte del Sud: Taranto, Avellino, Caserta, Carbonia, Nuoro, Enna, Chieti e, ultima, Agrigento.

“Il processo di trasformazione digitale delle città italiane e delle loro amministrazioni non si è arrestato in questo anno terribile, anzi per molti versi ha ricevuto un’accelerazione che ha consentito di superare resistenze organizzative e culturali – afferma Gianni Dominici, direttore generale di FPA -. Spesso sono state proprio le innovazioni digitali a consentire di gestire situazioni critiche limitandone l’impatto e favorendo risposte fondate sulla partecipazione di cittadini e associazioni. Chi si trovava già a uno stadio avanzato, come le città metropolitane e molti comuni del Nord, ha confermato i progressi, ma arrivano segnali confortanti anche da aree meno mature dal punto di vista digitale, con quattro città del Sud che hanno segnato notevoli passi avanti, entrando nelle prime venti classificate”. “La spinta digitale per effetto dell’emergenza ha investito anche le città – dice Andrea Rangone, presidente di Digital360 –. Se nella digitalizzazione delle attività amministrative e nel rapporto con i cittadini il processo di innovazione appare ben avviato, nell’implementazione e interconnessione delle reti intelligenti siamo ancora ad una fase iniziale. Le risorse disponibili nel Recovery Fund rappresentano una grande opportunità da cogliere per adottare un piano di trasformazione tecnologica delle città”.

Il vertice. La classifica vede in cima Firenze con un punteggio di 872 nell’indice di trasformazione digitale, grazie al primato ottenuto su app municipali, open data, trasparenza, wifi pubblico e ottimi posizionamenti in quasi tutti gli indicatori. Al secondo posto c’è Bologna, con un punteggio di 866, grazie al posizionamento di vertice per app municipali (a pari merito), piattaforme abilitanti, social media. Milano, è terza con 855 punti, distinguendosi in particolare per piattaforme digitali, open data e trasparenza, ma anche per una buona disponibilità di wifi pubblico. Roma in quarta posizione, ha il primato per servizi pubblici online e un ottimo posizionamento anche su piattaforme abilitanti e app municipali. Modena di distingue per app municipali e IoT, ma si posiziona bene anche nelle piattaforme abilitanti e wifi pubblico

Gli ambiti. Analizzando i diversi indicatori oggetto dell’indagine, emergono alcune tendenze. Sulla digitalizzazione delle attività amministrative e sul rapporto con i cittadini le città sono a buon punto, pur con disparità territoriali, ma si pone il problema della diffusione di una cultura digitale, sia all’interno delle amministrazioni che tra i cittadini. Sull’implementazione e l’interconnessione delle reti intelligenti nelle città, invece, siamo ancora in fase embrionale per comprensione delle opportunità esistenti ed effettivo utilizzo. Ma questo percorso è necessario per condurre le città verso i modelli più avanzati di smart city, quelli delle cosiddette “responsive and adaptive cities“, capaci di raccogliere e utilizzare al meglio le informazioni per gestire i servizi e prendere decisioni coinvolgendo tutti gli attori disponibili.

Artigianato alimentare, la forza della Liguria: oltre tremila microimprese e più di diecimila addetti

Sono 3.039 le microimprese che compongono l’artigianato alimentare in Liguria, dando lavoro a oltre 10.600 persone. L’artigianato alimentare incide per il 7% sull’artigianato totale della Liguria (settimo miglior valore d’Italia) e per il 3,5% sul totale nazionale. I dati emergono dall’ultima analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato.

La maggior parte delle microimprese artigiane liguri del settore alimentare è attiva nell’ambito dei servizi di ristorazione e cibo da asporto (sono 1.073), seguono le 938 panetterie e altri prodotti da forno, 573 pasticcerie e gelaterie, ma ci sono anche imprese produttrici di oli, tè, caffè e dolciumi, carne e vegetali. Non mancano produttori di vini, distillerie e birrifici e piccole realtà artigianali attive nel settore lattiero-caseario.

Circa la metà di queste microimprese (1558) sono situate nella provincia di Genova. Seguono poi gli artigiani alimentari di Savona (680) e La Spezia (428). Imperia chiude in quarta posizione (373), ma nella provincia imperiese, il più alto numero di microimprese artigiane attive nella produzione di oli vegetali della
regione (per la maggior parte olio extra vergine di oliva), 33 in totale: è il quarto d’Italia.

Per quello che riguarda gli addetti, in totale sono 10.677 quelli attivi nel macrosettore alimentare: nello specifico, 6.450 nell’alimentare puro, 39 nelle bevande e 4.188 nella ristorazione. A Genova sono 5.605, a Savona 2.244. Nello spezzino 1.553 e a Imperia 1.275.

La Ballata del Natale, Ebenezer Scrooge è…a Pentema!

Una nuova versione digitale e ambientata in Liguria del celeberrimo Canto di Natale di Charles Dickens, fruibile in streaming, è il nuovo progetto di Igor Chierici, attore, autore e regista genovese, direttore artistico della rassegna Sea Stories Festival, sull’Isola delle chiatte del Porto Antico.

Si tratta della Ballata del Natale, una lettura musicata, in 3 parti, interpretata dallo stesso Igor Chierici e ambientata in un vecchio casolare di Pentema, la frazione dell’entroterra genovese celebre per il grande presepe diffuso nelle abitazioni del borgo.

Il racconto è suddiviso in tre video, della durata di circa 15 minuti ciascuno, a rappresentare le visite degli spiriti del Natale passato, presente e futuro al ricco ed avaro banchiere londinese Ebenezer Scrooge.

La Ballata di Natale è acquistabile sulla piattaforma  www.happyticket.it , la visione dei contenuti sarà possibile dal 20 dicembre 2020 al 10 gennaio 2021

Retribuzioni 2020: La Liguria e Genova sono al 4° posto della classifica nazionale

In Italia, dall’inizio dell’anno a novembre, le attività produttive non essenziali (circa il 45% delle imprese italiane, ISTAT) si sono fermate per quattro mesi. In aggiunta, ci sono stati inevitabili cambiamenti nelle modalità di lavoro e di consumo, facendo sì che nessun agente economico rimanesse esonerato dalle conseguenze di questa crisi, neanche quei settori dell’economia che non sono stati messi in pausa (il 51% delle imprese dichiarava a giugno un rischio di liquidità, ISTAT).

Lo scenario particolarmente negativo ed incerto ha avuto importanti conseguenze sul mercato retributivo italiano, che ha visto per il periodo 2019-2020 una variazione della RGA media nazionale del -1,8%. Questo dato negativo è principalmente riconducibile alla parte variabile delle retribuzioni: la crisi economica ha infatti indotto le imprese a tagliare sul costo del lavoro, ove possibile. Le retribuzioni fisse (RAL) sono infatti congelate e presentano una variazione dello 0,1%. Se da una parte le retribuzioni fisse full-time rimarranno stagnanti, anche a seguito del blocco dei licenziamenti nazionale che è esteso fino a marzo 2021, dall’altra è altamente incerto quello che succederà alle retribuzioni globali in quanto strettamente connesso alla durata della crisi.

Il Geography Index è il report annuale dell’Osservatorio JobPricing e analizza le differenze retributive tra le varie regioni e province italiane restituendo una classifica delle stesse sulla base dei livelli retributivi medi

A livello regionale, la nuova edizione vede il Trentino superare la Lombardia al primo posto con una Rga (retribuzione globale annua) di 32.854 euro a 32.539. Al terzo posto si conferma il Lazio con 31.391, la Liguria invece conquista una posizione rispetto al 2019 ed è al quarto posto con 31.317 euro. Congelata la parte bassa della classifica: le ultime tre regioni sono Sardegna, Calabria e Basilicata (25.168) in ultima posizione.

Tra le province, Milano resta in prima posizione con una rga di 35.497 euro poi Bolzano con 33.602, e Trieste a completare il podio. Al quarto posto con 32.493 euro, ecco Genova che perde una posizione rispetto al 2019 ma che stacca nettamente dalle altre liguri. La Spezia è al 47esimo posto con 28. 886 euro, c’è poi Savona alla sessantesima posizione, mentre Imperia si mette in evidenza con una scalata di 13 posizioni ma è al 74 posto con 27.357 euro medi. Chiude la classifica delle province italiane Crotone con 23.888

HEMINGWAY DAYS : tra Genova e Santa Margherita Ligure dal 17 al 19 dicembre

Giovedì 17, venerdì 18 e sabato 19 dicembre, fra Genova e Santa Margherita, ha luogo un nuovo “round” dell’edizione 2020 degli Hemingway Days. Nati sul modello della tradizionale kermesse dedicata a Hemingway che si svolge ogni anno a Key West, in Florida, gli Hemingway Days sono un Festival diffuso che l’Associazione culturale Contatti di Barbara Garassino e Massimo Morasso sta organizzando, dal 2018, per tener viva l’attenzione sulla vita e l’opera di Ernest Hemingway, uno dei più grandi e influenti scrittori del ‘900, per oltre un trentennio (fra il 1922 e il 1954) assiduo frequentatore di Genova e di altre località in Liguria.

Le iniziative di questo terzo week-end di dicembre seguono alle due giornate inaugurali di ottobre, quando gli eventi in programma si sono concentrati fra Palazzo San Giorgio e il Galata Museo del Mare in città, e quella di metà novembre ambientata nella biblioteca civica di Alassio, dove si è svolta la prima tappa fuori Genova del Festival.

Giovedì 17 dicembre, in mattinata, teatro degli Hemingway Days è l’Auditorium dell’Istituto Nautico San Giorgio, che ospita la seconda puntata di Storie di porto. Si tratta di un “capitolo” del Festival, realizzato con il sostegno dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure e riservato agli studenti che si stanno formando come futuri operatori delle professionalità marittime, che prende spunto dalla partecipazione di Hemingway, quasi cent’anni fa, alla Conferenza Economica Internazionale di Genova, in qualità di giovane reporter. A raccontare in webinar ai ragazzi delle terze, quarte e quinte classi del Nautico il fondamentale “passo a due” fra il porto e l’economia della città è Leopoldo Da Passano, dirigente responsabile dell’area Economia e Porto in Confindustria Genova. Il suo intervento, un classico esempio di story-telling che è anche un invito al dialogo e al confronto, s’intitola Il porto di Genova. Un cuore operoso che batte ogni giorno.

Il giorno dopo, venerdì 18 dicembre, dalle 17:00, la sede del Festival diventa la Stanza della Poesia di Palazzo Ducale. Protagonista nella “casa” della poesia genovese è Louise Glück, la poetessa americana che è stata insignita un paio di mesi fa del Premio Nobel per la Letteratura. Ad avvicinare alla sua appartata figura intellettuale e alla sua intensissima poesia è Massimo Bacigalupo, professore emerito di Letteratura Anglo-americana dell’Università di Genova, collaboratore “storico” del Festival e principale traduttore italiano della Glück. Nell’occasione, i versi della Glück vivono nell’interpretazione di Claudio Pozzani, il direttore del Festival Internazionale di Poesia di Genova, apprezzato performer a livello internazionale.

Chiude la tre giorni, sabato 19 dicembre, la seconda tappa in Liguria degli Hemingway Days. Che, grazie al sostegno della Regione Liguria e alla collaborazione dell’Amministrazione locale, si sposta a Villa Durazzo-Centurione, nel bellissimo polo museale di Santa Margherita Ligure.

Il focus del pomeriggio, dalle 17:00, è il rapporto fra Hemingway e due delle sue Muse. La poesia, innanzitutto. Hemingway, infatti, oltre che straordinario narratore, è stato anche un (buon) poeta. I suoi versi sulla guerra, in particolare, danno conto di un’esperienza tutt’altro che dopolavoristica della poesia. E poi, l’ultima delle sue amanti conosciute, la nobildonna veneziana Adriana Ivancich. A raccontare queste “storie intime”, meno note eppure intrigantissime, dell’autore de Il vecchio e il mare sono rispettivamente lo studioso Giancarlo Contu e il poeta e traduttore Silvio Raffo, che dà vita anche a un reading di alcune poesie scritte dalla Ivancich. I versi di Hemingway vivono invece, anche a Santa Margherita, tramite la voce di Claudio Pozzani, il direttore del Festival Internazionale di Poesia di Genova.

“Questa nuova tre-giorni degli Hemingway Days testimonia di come il nostro non sia soltanto, ormai, un Festival su Hemingway in senso stretto. Agli Hemingway Days si parla di Hemingway, certo, ma a partire da Hemingway si parla anche del porto di Genova, di Louise Glück e di tanti altri grandi scrittori e tematiche importanti. La nostra presenza in questi giorni a Santa Margherita, e più avanti, in altre città in Liguria, dice da sé della nostra voglia di continuare a fare cultura, nonostante l’emergenza sanitaria. E racconta meglio di tante parole come il nostro piccolo Festival si stia affermando come una piattaforma culturale, unica in Italia, di riflessione pubblica sulla letteratura americana di ieri e di oggi”, commentano Barbara Garassino e Massimo Morasso, gli ideatori e co-direttori del Festival.

Per ottemperare alle normative di sicurezza imposte dall’emergenza da SarsCoV2, nessuno degli eventi in programma si  tiene in presenza di pubblico. L’incontro di giovedì 17 con Da Passano dall’Istituto Nautico San Giorgio è una videoconferenza riservata agli studenti dei nautici liguri; mentre speech e letture di venerdì 18 e sabato 19 vengono trasmessi in diretta streaming, sul sito (www.hemingwaydays.it) e sui canali social del Festival.

Oltre la giornata del 19 dicembre a Santa Margherita Ligure, gli Hemingway Days 2020 continueranno in Liguria il 23 gennaio a Rapallo (con un pomeriggio dedicato a Hemingway e il cinema) per concludersi a Genova, fra gennaio e febbraio 2021, nell’Auditorium dell’Istituto Nautico San Giorgio, con gli ultimi incontri del format “Storie di porto”, a cura di Giuseppe Conte e Luca Abatello

www.hemingwaydays.it