27 Gennaio 2021 – Babboleo

27 Gennaio 2021

L’infettivologo Bassetti querela per diffamazione Gianni Pastorino, la giudice archivia: “Non si rileva il reato ipotizzato”

La giudice per le indagini preliminari del tribunale di Genova Angela Nutini ha archiviato la querela presentata nei mesi scorsi dall’infettivologo genovese Matteo Bassetti ai danni del consigliere regionale di Linea Condivisa Gianni Pastorino, difeso dall’avvocato Massimo Boggio, e della giornalista Monica Di Carlo. Il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale Policlinico Matteo Bassetti li aveva querelati per “diffamazione a mezzo stampa”. Di seguito il comunicato stampa di Linea Condivisa.

«Il Professore Matteo Bassetti mi ha querelato per diffamazione in merito a una mia lettera inviata il 29 marzo 2020 e al relativo comunicato stampa – dichiara il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino – Nella missiva mi rivolgevo al Rettore dell’Università e al Preside della Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche per chiedere di verificare se alcune esternazioni pubbliche del virologo non fossero eccessiva per un dipendente pubblico, mentre nel comunicato stanza semplicemente riportavo il mio operato per renderne conto all’elettorato».

«La Procura di Genova aveva richiesto l’archiviazione della querela non rilevando alcuna ipotesi di reato, ma il Professor Bassetti si è opposto all’archiviazione e ha voluto portare la causa di fronte a un Giudice . Sono molto lieto di comunicarvi che la Giudice Angela Maria Nutini ha disposto l’archiviazione – annuncia il consigliere Pastorino – dal momento che non si rilevano  nella mia nota gli estremi per procedere con il reato ipotizzato, sia nel merito che sul piano processuale. L’opposizione alla richiesta di archiviazione è infatti stata presentata oltre i limiti previsti dalla legge e con modalità erronee, come eccepito dal mio difensore».

«Ringrazio particolarmente l’avvocato Massimo Boggio che mi ha assistito, sia per la sua riconosciuta competenza che per il particolare impegno profuso – fatto non da poco quando si affronta un procedimento di natura penale – prosegue Pastorino – Matteo Bassetti ha volutamente sfruttato la propria immagine a fini commerciali, e questo è quanto riportato testualmente anche nella sentenza. Ed è proprio su questa condotta, che personalmente non ritengo appropriata per un pubblico dipendente, che ho lecitamente chiesto chiarimenti ed altrettanto lecitamente ne ho dato comunicazione ai cittadini e alle cittadine in totale trasparenza attraverso gli organi di stampa».

«Si tratta di un provvedimento che è certamente chiaro e coerente con i principi fondamentali dell’esercizio del diritto di critica e di cronaca ormai consolidati nella giurisprudenza di legittimità – dichiara l’avvocato Massimo Boggio – La Giudice, non si è fermata alle questioni di carattere processuale  che ho sollevato, pur accogliendole, ma ha altresì riconosciuto la veridicità e la legittimità delle affermazioni contenute nella segnalazione inviata dal consigliere Pastorino al Rettore dell’Università e al Preside della scuola di Scienze Mediche,  nella qualità di Vice Presidente della “Commissione Sanità, Salute e sicurezza sociale” ed  in base al mandato popolare, qualità che rendeva doverosa la  richiesta di chiarimenti circa condotte che reputava non confacenti ad un pubblico dipendente. Da sottolineare che il GIP,  come si può leggere nella motivazione, ha ritenuto tra l’altro provate, e perciò di  indubbio pubblico interesse, le notizie relative al fatto che il Professore “associasse la propria immagine a prodotti commerciali ed esprimesse valutazioni rassicuranti circa l’evoluzione della pandemia”».

«Credo che sia un traguardo importante anche l’archiviazione disposta dalla Giudice per la giornalista Monica Di Carlo, querelata anche lei per diffamazione in merito a due suoi articoli pubblicati sul quotidiano online “Genova Quotidiana” e assistita dall’avvocata Elena Fiorini. Anche in questo caso non si sono superati i limiti della critica ed è stata confermata la veridicità dei fatti – conclude il capogruppo Pastorino – Una sentenza importante per ribadire ancora una volta che la stampa svolge un compito essenziale nella nostra democrazia, nell’informare correttamente la cittadinanza e vigilare sul corretto operato di chi governa o svolge un ruolo pubblico»

La Spezia celebra il Giorno della Memoria. Il sindaco Peracchini: “Bestialità del passato siano lezione per nuove generazioni”

Anche La Spezia celebra il 27 gennaio, Giorno della Memoria per ricordare tutte le vittime dell’Olocausto. Alle 11 si è svolta una seduta Straordinaria di Consiglio Comunale con gli interventi del Presidente del Consiglio Giulio Guerri e del Sindaco Pierluigi Peracchini. A seguire le parole della Presidente dell’Aned Ferrato. Questa mattina sono state deposte corone di fiori al Monumento ai Caduti nei campi di sterminio, nel complesso scolastico “2 Giugno”, e al cippo dedicato alla memoria dei Deportati Politici, in passeggiata Morin.

“Tutti i giorni bisogna ricordare i valori fondamentali del rispetto della vita” commenta su Babboleo News il sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini. “Nessuno ha diritto di giudicare, né di fare del male al prossimo”. L’auspicio di Peracchini è che “le bestialità del passato siano una lezione per le generazioni future”. L’intervento completo:

La birra dell’Oktoberfest e la focaccia al formaggio di Recco si uniscono in un nuovo menù

Come si suol dire, l’unione fa la forza. E così è stato, anche nel campo della ristorazione, da quando la birreria HB di Genova si è unita, in una succulenta collaborazione, con lo storico ristorante Vitturin 1860 di Recco. Da lunedì scorso (25 gennaio ndr) nel capoluogo ligure è disponibile un nuovo abbinamento per gli appassionati della cucina genovese e della birra: nel menù dell’HB infatti sarà disponibile la vera focaccia al formaggio, istituzione ligure, da abbinare con la famosa birra dell’Oktoberfest. Un sodalizio tra due importanti realtà gastronomiche, nata anche per contrastare le difficoltà del periodo, causate dall’emergenza sanitaria da Sars-Cov-2, e per portare una gustosa novità all’interno del menù tipicamente bavarese. “Una novità che sia di buon auspicio per il 2021”, racconta ai microfoni di Babboleo News – cosa succede in Liguria Alessio Balbi, titolare della birreria HB e organizzatore dell’Oktoberfest di Genova.

Ascolta l’intervista completa

Giorno della Memoria, Dello Strologo (Com. Ebraica Genova): “Il ricordo ha senso se è utile: forniamo strumenti alle generazioni future”

Anche Genova e la Liguria ricordano le vittime dellOlocausto. Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, ma è anche l’occasione per rinsaldare una coscienza collettiva che riconosca e stigmatizzi ogni forma di razzismo, odio, intolleranza per evitare che tragedie come la Shoah si ripetano a distanza di anni. Ne abbiamo parlato su Babboleo News con Ariel Dello Strologo, presidente della Comunità Ebraica di Genova…

Venerdì Dello Strologo aveva commentato su Babboleo News l’arresto del 22enne neonazista di Savona, accusato di aver istigato all’odio razziale e antisemita. Per ascoltare clicca qui.

Anche Alberto Funaro, referente della Comunità Ebraica di La Spezia, è intervenuto su Babboleo News per sottolineare l’importanza di far comprendere alle nuove generazioni la dimensione del dramma che la Shoah ha rappresentato per l’intera umanità. Funaro, poi, ha annunciato l’intenzione del comune di Riomaggiore di conferire, sull’esempio di La Spezia, la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti.

L’intervista completa a Funaro:

Impianti sportivi, l’allarme di Marco Ghiglione (piscine di Pra’): “Vanificati 15 anni di lavoro, dal Governo silenzio e pochi ristori”

Oltre 4 mesi di chiusura, incassi azzerati ma costi che restano altissimi. E’ la situazione di difficoltà in cui versano centinaia di impianti sportivi genovesi e liguri. Nelle ultime settimane due hanno chiuso i battenti, la piscina comunale di San Fruttuoso e il Crocera Stadium di Sampierdarena, e Piscine d’Albaro rimane aperta grazie al contributo di un privato. Dal governo, per ora, è arrivato poco o nulla. “Quattromila euro da ottobre” commenta Marco Ghiglione, gestore delle piscine di Pra’ (Aquacenter I Delfini). “Un mese di chiusura ci costa diecimila euro: i conti sono presto fatti”. Ghiglione è uno di quei gestori che tiene duro, ma al prezzo salatissimo di veder “vanificati 15 anni di lavoro”. Mentre regna un clima di incertezza e attesa per ristori urgentissimi dal governo, sono stati ancora una volta i cittadini a dare una mano con una campagna solidale attraverso la vendità di adesivi (per saperne di più: 16157 Pra’ aiuta Pra’).

Ascolta l’intervista integrale a Marco Ghiglione:

Ascensore Villa Scassi di Sampierdarena pronto alla riapertura

L’ ascensore di Villa Scassi, l’impianto ad alta tecnologia che collega la parte bassa di Sampierdarena al suo ospedale, inaugurato nel 2016 è  fermo ormai da due anni consecutivi senza aver mai funzionato a dovere; nei prossimi giorni potrebbe avere il via libero per la riapertura

Ad aprire uno spiraglio è stato l’assessore alla mobilità Matteo Campora che ieri in consiglio comunale ha risposto a un’interpellanza ” Entro fine gennaio ci aspettiamo che arrivi il verbale che consente la riapertura dell’impianto, e non appena arriverà saremo in grado di avviare questo impianto su cui l’amministrazione ha investito molti soldi”

L’ascensore, realizzata da Maspero, era costato 4,3 milioni coperti solo in parte da fondi europei. L’ultimo collaudo, nel dicembre 2019, aveva dimostrato la necessità di ulteriori interventi dopo quasi un anno di chiusura per lavori da parte della Ilset, la ditta che ha in carico la manutenzione, subappaltata a sua volta alla Maspero. A rallentare tutto ci si è messa poi l’emergenza Covid.

L’impianto di risalita verticale di Villa Scassi è un piccolo gioiello di tecnologia. La cabina percorre un tratto in orizzontale lungo il vecchio tunnel pedonale, poi sale per 26 metri fino al piano di corso Onofrio Scassi, senza mai doversi staccare dalla fune. Questa è la caratteristica che lo differenzia dell’ascensore di Montegalletto, sopra la stazione Principe. Un meccanismo tanto complesso quanto fragile, visto che dalla data della prima inaugurazione – celebrata nel 2016 dopo nove anni di chiusura – non ha praticamente mai funzionato a dovere.

Anche l’amministratore unico di Amt, Marco Beltrami, ai microfoni di Babboleo News ha confermato che l’ascensore potrebbe aprire entro il mese di febbraio

Giorno della Memoria, la Liguria non dimentica: sarebbe una colpa

Si deve cominciare a perdere la memoria, anche solo brandelli di ricordi, per capire che in essa consiste la nostra vita. Senza memoria la vita non è vita…la nostra memoria è la nostra coerenza, la nostra ragione, il nostro sentimento, persino il nostro agire.

Questo passo, tratto dalle memorie di Luis Buñuel Portolés, regista e sceneggiatore spagnolo, pone grandi interrogativi: che vita è, una vita senza memoria?

Proprio come la vita di un uomo, la società ha bisogno di memoria: attraverso il passato, la Storia – quella con la S maiuscola – si vive il presente e si progetta il futuro. Una società è tale quando ha memoria, consapevolezza di sé, propriocezione. L’uomo solo grazie alla propriocezione avverte il corpo come veramente suo, di sua proprietà. Così una società. Perché essa è formata da un corpo – costituito nel corso della Storia – da cronaca e pensiero.

Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria per ricordare le vittime della Shoah, ma anche l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e la liberazione del più grande campo di sterminio nazista, avvenuta nel 1945. Dopo 76 anni oggi siamo qui a ricordare, perché quei fatti ci riguardano, ci interessano. Quei fatti fanno parte di noi, nessuno escluso.

Anche la Liguria è chiamata a rispondere. La nostra regione è stata penetrata, sconquassata e fratturata dalla follia nazifascista.

Secondo quanto emerge dal libro “Una gioventù offesa. Ebrei genovesi ricordano” a cura di Chiara Bricarelli e pubblicato nel 1995, il censimento del 1938, anno di entrata in vigore delle leggi razziali, in Liguria risultavano iscritti nei registri comunali 2.263 ebrei residenti, cui andavano aggiunti 350 ebrei stranieri provenienti dalla Germania e dall’Est europeo.

La maggior parte dei racconti degli ebrei e delle ebree sopravvissuti alle persecuzioni nazifasciste partono dalle retate che vennero compiute a Genova nel novembre del 1943 in coincidenza con il consolidarsi dell’occupazione nazista e con l’apertura a Fossoli, vicino a Carpi, di un campo di raccolta speciale per gli ebrei. Nel solo giorno del 1º dicembre circa cento ebrei furono arrestati a Genova e in altre località della Liguria per essere concentrati nel carcere di Marassi prima di essere trasferiti su un carro merci a Milano ed essere poi deportati cinque giorni dopo ad Auschwitz.
In totale, fra il 1943 ed il 1945 furono arrestati a Genova e in Liguria, per essere deportati nella Germania nazista, circa 238 cittadini di religione ebraica, dieci dei quali soltanto riuscirono a sopravvivere ai campi di concentramento e di sterminio.

In particolare parte di ciò che accadde nel Levante, tra il Golfo Paradiso e il Tigullio, è ben dettagliatamente descritto nel recente libro di Bartolemeo Berto Solari e Giorgio Getto Viarengo, “Deportati. Dimenticare sarebbe una colpa. La deportazione politica dal Tigullio- Golfo Paradiso”.

La ricerca dei due esperti di storia locale, si concentra su Rapallo, Santa Margherita Ligure, Portofino, Camogli, Chiavari (e non solo) – oggi conosciute da milioni di italiani per le vacanze al mare, località turistiche per eccellenza – veri e propri teatri di arresti, torture e deportazioni negli anni dell’occupazione nazista.

Una stagione di violenze che oggi fatichiamo a immaginare, ma di cui dobbiamo assolutamente avere consapevolezza, non perché ciò non accada più – perché è possibile che riaccada – ma perché dobbiamo essere in grado di riconoscerlo e combatterlo nel momento in cui si ripresenta, spesso sotto mentite spoglie.

Solari e Viarengo si concentrano su figure inedite: deportati politici, uomini e donne che furono rinchiusi nei campi di concentramento “per la sola regione di non condividere l’idea nazi-fascista, per essersi ribellati ai suoi progetti, per non volere rinunciare alla proprie libertà e per la loro volontà di costruire una grande speranza di nuova civiltà”.

Nell’elenco dei nomi presentati, spicca quello di Padre Luigi Pinamonti e la sua storia “La mia prigionia in Germania”. Pinamonti, di origini sudtirolesi trapiantato a Chiavari, fu attivo nella solidarietà verso i fuggiaschi di fronte ai fascisti e nazifascisti, e per questo arrestato e deportato nel campo di Dachau. Tornato dal Lager, ha raccontato l’esperienza per iscritto.

Nella storia di Pinamonti, come in quelle di molti altri deportati, c’è un aspetto, tra tanti, che invita alla riflessione: l'”incapacità” da parte loro di prevedere e rendersi davvero conto di ciò che stesse accadendo; una percezione al di sotto della drammatica realtà; non sapere fino a che punto potesse arrivare la brutalità nazista. Per esempio quando le SS distribuivano ai prigionieri il sapone e li invitavano a entrare all’interno di una grande stanza, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che fosse una messa in scena e che fossero in realtà spinti all’interno delle camere a gas.

Ecco, quella sottovalutazione del pericolo – certamente da ben contestualizzare – è la stessa in cui noi, eredi di quella tragedia, non dobbiamo assolutamente rischiare di cadere. Mai sottovalutare il razzismo, le offese gratuite verso il diverso – chiunque esso sia – perché la Storia insegna che la Storia si ripete. Per questo è importante ricordare, avere memoria, porre attenzione ai fatti, ai pensieri e alle parole.

Il razzismo oggi esiste, come ha dichiarato Liliana Segre nell’ambito di una conferenza sul Giorno della Memoria; aspetta solo il momento e il contesto giusto per attecchire.

Dimenticare sarebbe una colpa.

Il grande allenatore e la deportazione. In streaming gratuito ”3-4-3 destinazioneAushwitz”

In occasione del Giorno della Memoria il Teatro Garage di Genova propone per quattro giorni in streaming gratuito uno spettacolo che ha lasciato il segno “3-4-3 destinazione Auschwitz”.

Portato in scena da Lorenzo Costa, recentemente scomparso, e Federica Ruggero, lo spettacolo narra la storia di Arpad Weisz, allenatore ungherese di origine ebraica, considerato da molti uno dei più grandi tecnici della storia del calcio italiano.

Negli anni ’30, appena 34enne, conquistò lo scudetto con l’Inter, e divenne l’allenatore più giovane a vincere il campionato italiano. In seguito allenò il Bologna, squadra in cui vinse altri due scudetti. Osannato e quasi venerato fino al 1938, anno dell’emanazione delle leggi razziali, fu costretto ad abbandonare l’Italia, il suo mestiere e la sua vita e fu deportato ad Auschwitz.

Federica Ruggero, protagonista dello spettacolo, a Babboleo.it

https://www.teatrogarage.it/produzioni/3-4-3-destinazione-auschwitz/