30 Gennaio 2021 – Babboleo

30 Gennaio 2021

Imprese in Liguria: la regione “costretta” a digitalizzarsi di più, ma ultima in classifica per vendite online e uso social network

La Liguria poco social, sia prima che durante la pandemia da covid-19, ma “costretta” a migliorare l’e-commerce e la digitalizzazione per mitigare l’ondata devastante della pandemia da Sars-Cov-2. In base agli ultimi dati Istat elaborati dall’ufficio studi Confartigianato, considerando il rapporto di comunicazione con il cliente, la Liguria si piazza all’ultimo posto per percentuale di imprese presenti sui social network: erano solo il 19,6% nel pre-pandemia, sono salite fino al 31,6% nel corso del 2020. La media italiana non si discosta molto dai dati liguri: prima del coronavirus le imprese social erano solo il 22%, salite al 39% con lo scoppio della pandemia. Va un po’ meglio guardando i dati relativi alla presenza di siti web: le imprese liguri che posseggono una pagina internet sono il 66% nel 2020, erano il 63,8% nel 2018. In Italia i valori si aggirano intorno al 70%. «Sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie può essere la chiave per resistere alla crisi e trovare nuove possibilità di crescita», ha spiegato il presidente di Confartigianato Liguria, Giancarlo Grasso. Introdursi in nuovi segmenti di mercato, vendere i propri prodotti attraverso canali alternativi, interagire con il cliente e con i propri dipendenti con nuove modalità digitali, comunicare il brand avvalendosi di strumenti più innovativi ed efficaci, sono alcune delle principali strategie che molte imprese, anche quelle più piccole, hanno dovuto adottare per affrontare la crisi dovuta alla pandemia. In qualche modo il virus ha trainato, talvolta accelerato, la transizione digitale delle imprese, modificando le modalità di collaborazione e di comunicazione, ma anche la vendita e la distribuzione del prodotto.

Molte imprese, complice il lockdown, hanno aperto propri canali di vendita online. Le realtà liguri che vendono direttamente beni e servizi mediante il proprio sito web erano appena il 6,5% prima di marzo 2020 e sono salite solo all’11,9% nel corso dell’anno: la regione resta in entrambi i casi ultima in classifica (la media italiana pre-covid è pari al 9,2%, quasi raddoppiata durante il 2020, 17,9%). Ad avere attivo, in generale, un canale e-commerce sono il 21,7% delle imprese liguri, contro il 12,7% del 2018. Liguria penultima per ciò che riguarda la commercializzazione mediante comunicazione diretta, come mail, moduli online o canali social: solo il 21,4% delle imprese in regione adottano questi sistemi, erano l’11,2% prima dello scoppio della pandemia. A gestire poi in proprio la distribuzione dei prodotti venduti online sono appena il 10,1% delle imprese liguri, aumentate di qualche punto percentuale rispetto al 4,6%
all’epoca precedente al covid. Dati che posizionano la regione sempre al penultimo posto in classifica. Secondo l’analisi sembra che solo il 7,5% delle imprese liguri siano intenzionate ad accelerare sulla transizione digitale e utilizzare maggiormente le connessioni digitali da qui a giugno 2021. In Italia la media è di appena il 6,5%. Modificare o ampliare i canali di vendita o i metodi di consegna di beni e servizi  è una strategia che interessa solo il 10% delle imprese liguri, contro una media nazionale del 12,2%. Produzione di nuovi beni, offerta di nuovi servizi o introduzione di nuovi processi produttivi non connessi con l’emergenza sanitaria, pur restando nell’ambito della propria attività economica: l’11,3% delle imprese liguri hanno adottato o valutano di adottare questa strategia di mercato, percentuale in linea con quella italiana (11,9%).

Com’è cambiata invece la comunicazione interna aziendale? In Liguria, prima della pandemia solo il 7,8% delle imprese adottavano tecnologie come videoconferenze, instant messaging o simili, percentuale che è passata al 32% nel 2020. Quasi quintuplicata invece la percentuale di imprese liguri che acquistano servizi di cloud computing: dal 12,6% del 2018 si è passati al 57,8% nel 2020. Per quello che riguarda infine gli investimenti, è evidente che nel 2020
le risorse siano concentrate soprattutto in nuove tecnologie e digitalizzazione: sono il 15,8% le imprese liguri che hanno investito in quest’area. Pochissime invece le realtà regionali che hanno aumentato gli investimenti in ricerca e sviluppo (Liguria quartultima con il 3,5% delle imprese), capitale umano e formazione (6,8%, terzultima), internazionalizzazione (0,8%, ultima). Sotto la media nazionale (6,6%), ma non troppo distante da quanto fatto nella maggior parte delle regioni italiane, la percentuale di imprese liguri che hanno incrementato il livello di investimenti in responsabilità sociale e sostenibilità: sono il
5,8%. «Sapersi reinventare, aprirsi a nuovi segmenti di mercato, trovare ulteriori modalità di comunicazione con il cliente e di commercializzazione dei prodotti possono essere spesso le chiavi per resistere e superare le crisi, – osserva il presidente Grasso – oggi la tecnologia ci offre grandi possibilità e il web, per molte imprese, specie le più piccole, può diventare una vetrina sul mondo. È importante saper sfruttare tutte le opportunità offerte dal digitale: in molti casi una giusta innovazione può aprire grandi possibilità di crescita».

Liguria in zona gialla dal 1° febbraio, riaprono musei e mostre dal lunedì al venerdì

La Liguria si appresta a passare in zona gialla a partire da lunedì 1° febbraio, dopo ore di attesa nella giornata di ieri (venerdì 29 gennaio ndr) è arrivata la decisione del Comitato tecnico scientifico sulla base degli ultimi rilevamenti che hanno ridisegnato i colori delle regioni. Liguria quindi in fascia gialla per due settimane, con un Rt dei contagi allo 0,87. Bar e ristoranti riaprono fino alle 18 e potranno offrire la consumazione al pubblico, spostamenti consentiti all’interno della propria regione ma non al di fuori dei confini regionali, riaprono dal lunedì al venerdì anche i musei cittadini e le mostre. Con la Liguria in zona gialla quindi, da lunedì 1° febbraio 2021 i due musei statali di Genova riaprono le porte ai visitatori, dopo più di due mesi di chiusura a causa dei dpcm in tema di contagio da Sars-Cov-2. Un segnale molto forte dal grande valore sociale che lascia auspicare il tanto desiderato ritorno alla normalità. Rimane inteso che, qualora il colore assegnato alla nostra regione venga modificato in arancione o rosso scatterà, automaticamente, la chiusura dei musei. Il museo di Palazzo Reale sarà aperto dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13.30 (ultimo ingresso ore 13), Palazzo Spinola sarà invece visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 13.30 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30), in un’ideale staffetta che coprirà la totalità dei giorni feriali in considerazione della chiusura obbligata nei week end.

Come accedere
La riapertura prevede norme di accesso atte a tutelare la salute dei visitatori e del personale di custodia. L’accesso ai due musei sarà contingentato e subordinato alla rilevazione della temperatura corporea dei visitatori al fine di ridurre il contagio covid-19. Il personale autorizzato procederà alla rilevazione della temperatura corporea di tutti i visitatori con termoscanner e termometro digitale no contat: chi presenterà una temperatura uguale o superiore a 37.5 C e/o sintomi evidenti di contagio non potrà accedere agli spazi espositivi anche se munito di dispositivi di protezione individuale. In particolare a Palazzo Reale ogni ora in Museo non potranno essere presenti più di 30 visitatori. A Palazzo Spinola, nei due piani storici, saranno ammessi non oltre 20 visitatori ogni ora. I visitatori saranno inoltre invitati, più volte, a disinfettarsi le mani con il gel messo a disposizione, a procedere verso la biglietteria rispettando il proprio turno e le distanze di sicurezza (per l’acquisto del biglietto o per la verifica del biglietto acquistato on-line, che si raccomanda caldamente), a non presentarsi con borse/zaini voluminosi o caschi per il non funzionamento del guardaroba, a non toccare e a rispettare il proprio turno e l’orario prenotato. Vi segnaliamo che sono state apportate alcune modifiche ai percorsi espositivi, per garantire un senso unico, con una entrata e una uscita distinte, e per evitare che la visita comprenda gli ambienti di piccoli dimensioni. In particolare nel museo di Palazzo Reale non saranno accessibili al pubblico le seguenti sale: la Camera da Letto del Re, il Bagno del Re e della Regina, i Salottini Giallo e Azzurro, la Camera da Letto della Regina e le Terrazze monumentali. La visita a Palazzo Spinola riguarderà esclusivamente i due piani nobili e le Cucine storiche, della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.

Come prenotare
Si raccomanda il più possibile l’acquisto dei titoli di ingresso attraverso la prenotazione sulla piattaforma web realizzata ad hoc dal concessionario per i servizi di biglietteria con l’indicazione della fascia oraria di preferenza e l’acquisto del biglietto online. L’acquisto del biglietto avverrà dunque online con stampa dello stesso a cura dell’utente o visualizzazione tramite smartphone, salvo poi il passaggio dalle biglietterie per la verifica del titolo d’ingresso al momento dell’arrivo.
Sarà possibile acquistare un biglietto anche in museo, ma a condizione che i numeri massimi di capienza oraria non siano stati già raggiunti.

All’interno dei musei sarà necessario indossare la mascherina per tutto il periodo di permanenza negli spazi espositivi, mantenere le distanze e igienizzarsi più volte le mani.