17 Dicembre 2021 – Babboleo

17 Dicembre 2021

“Genova in tutti i sensi”, alla scoperta del nuovo libro di Ivaldo Castellani

Genova è da sempre stata luogo di ispirazione per poeti e cantanti, partendo da Montale e passando per Fabrizio De André, le figure di riferimento genovese hanno attinto linfa energica dal capoluogo Ligure. In un soleggiato dicembre è uscita un’ altra opera che vede come protagonista la nostra città: stiamo parlando di “Genova in tutti i Sensi”, libro dell’ eclettico autore Ivaldo Castellani.

L’ opera racconta i sensi e le emozioni che la città sa esprimere in tutte le sue sfaccettature. Castellani, dimostrandosi al passo con i tempi, ha voluto rendere il proprio libro Interattivo, scaricando il QR code si potranno ascoltare cinque canzoni musicate da Ettore Vigo e Roberto Paravagna.

“Il libro è un atto d’ amore nei confronti di Genova, parlo di lei attraverso i 5 sensi, ma non soltanto…”, spiega ai microfoni di Babboleo News l’autore Ivaldo Castellani.

Ascolta l’intervista ad Ivaldo Castellani

Fiamma e Giorgia, un team genovese (e 100% al femminile) all’Ice Trophy

Due ragazze genovesi all’Ice Trophy, tra moto, ghiaccio, chiodi… e gli sguardi sicuramente incuriositi di pubblico e piloti. Il motivo? Fiamma Guerra e Giorgia Bonora, che domenica scenderanno in pista per il primo appuntamento dell’IT a Crevacol (AO), saranno probabilmente l’unico team 100% al femminile. Le centaure, che a Genova si allenano al Pro Park di Ceranesi, fanno parte dell’ASD BenZena, associazione nata nel 2018 e inizialmente composta da sole ragazze, le Zena Girls, capitanate dalla presidentessa Silvia Vento. Abbiamo contattato Fiamma e Giorgia per captare le loro emozioni pre gara e scoprire qualcosa di più sulla loro passione a due ruote.

Fiamma, voi siete la prova vivente che non è vero che la moto sia ‘roba da maschi’…

Fiamma Guerra

“Questo è un classico stereotipo. ‘La moto è troppo pesante, troppo grossa…’ Tutte fandonie! Tra l’altro la nostra community femminile, Zena Girls, che vuole riunire tutte le ragazze motocicliste del territorio genovese, presto si è allargata coinvolgendo i figli, gli Zena Boys, e poi mariti, compagni e amici, tutti riuniti sotto l’egida dell’A.S.D. BenZena. Andiamo anche oltre i confini cittadini, pur mantenendo Genova nel cuore”.

E porterete un po’ di Genova anche all’Ice Trophy. E’ vero che sarete l’unico team 100% al femminile?

“Le iscrizioni sono ancora aperte, ma molto probabilmente sarà così. Di sicuro, in ogni caso, le donne saranno in netta minoranza”.

Che effetto fa?

“Da parte degli altri, curiosità. Essendo un po’ una mosca bianca le persone ti guardano, è normale. Da parte mia non ti so dire, niente di che. Sarà che siamo abituate a essere osservate, come tutte le donne che vanno in moto, perché ci sono ancora tanti stereotipi. ‘Te l’ha portata qui il tuo fidanzato?’ mi chiedono nei bar di qualsiasi passo. Ci si fa una risata sopra, non c’è cattiveria, davvero… solo stupore: spesso gli uomini ci restano, semplicemente, un po’ male”.

Credi che ci siano differenze tra uomo e donna alla guida di una moto?

“Le stesse gare sono aperte a uomini e donne, anche se ci sono campionati interamente al femminile. Non vedo enormi differenze, a livello fisico, quando si è in moto. Ci sono opinioni divergenti, però personalmente non vedo un gap incolmabile come può essere nell’atletica o nella corsa. Il corpo serve, è vero, è importantissimo per guidare bene la moto in maniera economica ed efficace, ma è anche vero che le donne sono più leggere degli uomini. E se hai meno carico da portare le moto hanno quel mezzo chilometro in più che può aiutarti: quello che si perde da un lato si recupera dall’altro”.

Quali sono i vostri obiettivi per l’Ice Trophy?

“Vogliamo divertirci, sorridere e fare esperienza. Questa è l’idea con cui partiamo Giorgia ed io. Un’occasione come l’Ice Trophy non capita tutti i giorni: è il catalizzatore dei piloti che sono fermi durante la stagione invernale. Siamo supportate da grosse aziende e realtà, genovesi e mondiali: vogliamo portare il loro nome in giro con il sorriso. Poi se ci scappa il podio…”

Giorgia, chi ti ha trasmesso la passione per le moto?

“Mio padre. Le moto erano l’unica cosa che si poteva vedere alla tv la domenica (ride, ndr), così mi sono appassionata anche io. Quando una decina di anni fa c’è stato l’Indoor di Cross alla Fiera di Genova mi sono proprio innamorata: da quel momento mio padre mi ha insegnato a guidare sul suo Husqvarna e mi ha iscritto a un corso di enduro”.

Giorgia Bonora

Come hai conosciuto Fiamma?

“E’ stato un caso: dovevo andare a un evento di moto ed ero da sola. Conoscevo l’esistenza delle Zena Girls e ho chiesto loro se partecipavano. Ci siamo poi conosciute di persona e dopo due chiacchiere mi hanno proposto di fare questa gara. Ho accettato subito, anche se per me è la prima volta, è tutto nuovo. E’ molto emozionante. Fiamma è forte e davvero in gamba”.

Dalla voce sembri giovanissima.

“Me lo stanno facendo notare tutti, in tanti mi dicono che sono giovanissima, ma io mi vedo normale: ho 26 anni, secondo me è l’età giusta per fare queste cose”.

Molti considerano la moto uno sport pericoloso, altri vivono con lo stereotipo che sia ‘roba da maschi’, come dicevamo con Fiamma. Cosa diresti a una bambina che, come te, è appassionata di questo sport?

“La cosa fondamentale è avere almeno una persona che ti sostiene. Io avevo mio padre, che mi ha sempre dato una grande spinta. Andavo con lui e i suoi amici di 60 anni nei boschi, prima di conoscere altre ragazze come me. La cosa che le direi è ‘Buttati! I dolori passano, se la cosa ti diverte falla. Se ti senti giudicata, non frequentare più quelle persone e trovane altre che ti rispettano e con cui divertirti’. Questa è l’unica cosa che mi sentirei di consigliale”.

Arriva ‘Parola di Faber’, il libro dei discorsi in tour di Fabrizio De Andrè

Mancava qualcosa alla smisurata bibliografia postuma dedicata a Fabrizio De Andrè e questo particolare non è sfuggito a Laura Monferdini, responsabile del negozio Viadelcampo29rosso, la casa dei cantautori genovesi, e grande appassionata ed esperta musicale.

Sono i discorsi pronunciati da Fabrizio De Andrè durante i suoi sette tour a partire dal 23 marzo 1975, data del suo debutto a La Bussola di Focette fino all’ultimo appuntamento con il pubblico a Roccella Jonica, il 13 agosto 1998, un arco di tempo durante il quale le parole di Faber sono cambiate, sia nel confronto con il pubblico, sia nelle interviste ai media. Un percorso di parole che Laura ha voluto ricostruire nel libro ‘PAROLA DI FABER – Discorsi in tour di Fabrizio De Andrè’ (Arcana Editore).

Laura Monferdini racconta la genesi del libro a Babboleo.it

“Giannetto Fieschi. L’esperienza della pittura”, la mostra dal 18 dicembre al Palazzo Ducale di Genova

La nuova mostra “Giannetto Fieschi. L’esperienza della pittura” presso il Palazzo Ducale di Genova dal 18 dicembre 2021 al 16 gennaio 2022, costituisce la seconda tappa del grande progetto espositivo “Giannetto Fieschi. Un’esposizione Antologica”.

L’elemento caratterizzante di questa mostra è scoprire un autore attraverso quattro opere di grandi dimensioni“, – commenta il Professor Andrea Del Guercio, curatore della mostra – “La grande dimensione vuol dire una relazione molto più diretta fra il fruitore e l’immagine, una frequentazione: è come andare al teatro, al cinema“.

Le grandi dimensioni della pittura contrassegnano l’opera di Giannetto Fieschi lungo tutta la sua storia espressiva ed è a questo orientamento che la sezione espositiva dedica la sua composizione.
Si è scelto di intervenire sullo spazio di Palazzo Ducale con un numero limitato di opere in grado di esasperare attraverso il coinvolgimento percettivo la lettura ed una fruizione che si determina anche attraverso un impatto fisico” racconta Del Guercio.

L’installazione avviene infatti all’interno di una sede le cui dimensioni spaziali permettono e suggeriscono uno ‘scontro’ rafforzato tra arte e architettura, secondo un principio che nella Biennale di Venezia del 1964 lo stesso Fieschi sostiene e cerca. “Unico perché grandissimo: si avvicina ai diciotto metri quadrati. E grandissimo perché diventa, illusoriamente, una parte affrescata. E parete affrescata perché ciò che è murale è morale”.

L’estensione delle superfici induce a parlare di ‘esperienza della pittura’ in quanto nel processo sono coinvolte la creatività e la fruizione, la volontà di narrare per immagini e lo sforzo di leggere e comprendere in base alla propria sensibilità. Rimandando alla pittura murale Fieschi sollecita il mantenimento di quell’impegno morale che la storia ha tracciato lungo il suo sviluppo, tra le tante tappe del fare artistico, dai cicli di affreschi medievali alle decorazioni barocche; un processo che non induce alla citazione del passato ma che sollecita quei nuovi sviluppi linguistici che interpretano e che danno voce alla sensibilità contemporanea.

Nel centenario della nascita dell’illustre pittore ed incisore nato a Zogno nel 1921 e morto a Genova nel 2010, la mostra, promossa dal Comune di Genova e dall’Archivio Giannetto Fieschi è a cura di Andrea Del Guercio e verrà inaugurata alle 18 di questo pomeriggio venerdì 17 dicembre.
“Un autore contemporaneo che rappresenta, interpreta la dimensione globale di Genova come città, come porto di mare nella storia e nel presente: grandi navigazioni culturali, oltre che commerciali” – conclude Del Guercio – “Genova c’è con una dimensione allargata al mondo”.

In esposizione il Corpus spirituale e Il Tedio o La Funzione è una favola, entrambi del 1951, La Strage degli Innocui del 1954, il Minotauro del 1980: lavori di grandi dimensioni nei quali la sostanza pittorica trova la sua forma più alta.

Ai microfoni di Radio Babboleo il Professor Andrea Del Guercio, curatore della mostra “Giannetto Fieschi. L’esperienza della pittura”