7 Febbraio 2022 – Babboleo

7 Febbraio 2022

Centrale a turbogas, La Spezia fa ricorso al Tar. Peracchini: “Bruceranno 6 milioni di m³ di gas al giorno”

La Spezia, dopo aver raggiunto l’importante risultato della dismissione della centrale termoelettrica a carbone, dopo 59 anni di attività, vede arrivare l’inaspettato via libera dal Governo a ENEL per riconvertire lo stabile in un nuovo impianto produttivo a turbogas.

Questa decisione ha scosso gli spezzini e l’amministrazione locale che ha deciso di fare ricorso al TAR contro la “Valutazione di Impatto Ambientale” rilasciata dai ministri della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e della Cultura Dario Franceschini sulla centrale a turbogas in città.

“Il ricorso è un atto dovuto perchè non vogliamo che si brucino 6 milioni di metri cubi di gas al giorno in centro città” dichiara il sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini, a Babboleo News. “In modo coerente e trasparente abbiamo detto ad Enel che non vogliamo la centrale a turbogas ma vogliamo investimenti in energie rinnovabili non inquinanti”

“Nella democrazia moderna i comuni e le province dovrebbero essere competenti nella vita delle persone. Per scelte così importanti il territorio non può solo subire i danni e le passività” aggiunge Peracchini. “La Repubblica deve tornare ad avvicinarsi ai cittadini e fare i loro interessi“.

Nuova frontiera contro l’emicrania: gli anticorpi monoclonali

Arriva la grande rivoluzione per chi soffre di emicrania: da qualche anno sono stati studiati gli anticorpi monoclonali come terapia preventiva.

L’emicrania è una malattia il cui sintomo predominante è il mal di testa ma non è l’unico, tra gli altri: nausea, vomito, fastidio alla luce e ai rumori e sofferenza. Questi sintomi compromettono la vita di chi ne soffre. Le cause non sono ancora state identificate chiaramente ma sicuramente esiste una forte relazione tra l’emicrania e fattori esterni, patologie sistemiche, fattori ormonali o addirittura predisposizione genetica.

Si stima che in Italia 8 milioni di persone ne soffrano, in maniera episodica oppure ricorrente. Circa il 10-12% della popolazione in generale ha un attacco di emicrania almeno una volta nella vita. Questa malattia colpisce in prevalenza le donne ed è molto più frequente nella fascia di popolazione tra i 20 e i 50 anni.

La dottoressa Maria Gabriella Poeta, primario del reparto di neurologia dell’ospedale Galliera di Genova, spiega come è stata portata avanti la ricerca sugli anticorpi monoclonali. “E’ nata l’esigenza di una terapia innovativa mirata alla patogenesi dell’emicrania. Fino a qualche tempo fa la terapia preventiva si avvaleva di prodotti nati per altri tipi di malattia: antidepressivi, antiepilettici…” oggi, invece, sostiene la dottoressa “abbiamo gli anticorpi monoclonali diretti contro la proteina CGRP che causa l’attacco emicranico”.

La cura non sarà accessibile a tutti, ma solo a pazienti particolarmente soggetti all’emicrania. “Esistono delle scale di valutazione di questa disabilità” spiega ancora Poeta. “I pazienti vengono selezionati in base al grado di disabilità da centri specializzati nella cura delle cefalee”.

“Queste terapie – prosegue – hanno elevata efficacia, elevata tollerabilità e sicurezza”.

Per quanto riguarda i risultati raggiunti finora, “i pazienti hanno per lo più una risposta che va da buona (riduzione del 50% del numero di giorni di emicrania al mese) a ottima (almeno il 75%)”.

“Il mal di testa non è qualcosa di è inevitabile” conclude. “Può essere curato con farmaci efficaci”.

Mercato immobiliare: a Savona il Covid favorisce l’entroterra

Si cercano spazi aperti e immersi nel verde ma servono i servizi essenziali per sostenere la tendenza.

Il mercato immobiliare savonese registra un boom di richieste per case indipendenti o con spazi esterni, con preferenza per l’entroterra rispetto alla zona costiera: è l’effetto del Covid-19, che sta spingendo gli acquirenti sempre più verso la campagna, in zone maggiormente immerse nel verde e lontane dalle città spesso troppo caotiche. La domanda per gli immobili distanti dalla riviera è infatti triplicato rispetto al periodo pre-pandemia, spinta anche dalla transizione verso lo smart working che permette di guardare alla campagna non più solo come una meta per gite fuori porta, ma anche come un luogo in cui mettere le radici riavvicinandosi alla natura e a un senso di comunità venuto a mancare con il lockdown.

Il Covid ha quindi cambiato notevolmente le prospettive di vita e le abitudini dei cittadini savonesi, che ricercano maggiormente giardini e spazi aperti, possibilmente in case indipendenti; un riavvicinamento alle zone rurali che si deve anche alla bellezza paesaggistica di queste aree mantenuta soprattutto dagli agricoltori che non hanno mai abbandonato la campagna, e che hanno saputo valorizzarla con le loro attività attirando sempre più persone. Adesso, questa nuova tendenza, potrebbe addirittura portare a un ulteriore miglioramento e recupero di questi luoghi, nonché a un’intensificazione dei flussi turistici in siti che possono offrire allo sguardo del visitatore la bellezza del paesaggio, le tradizioni e la cultura di un’agricoltura in armonia con la storia e l’ambiente

“Nella provincia di Savona stiamo registrando una forte tendenza al ritorno verso le aree rurali, -affermano Marcello Grenna Presidente Coldiretti Savona e Antonio Ciotta Direttore Provinciale– con i cittadini sempre più interessati ad acquistare case in zone maggiormente immerse nel verde. E’ un fenomeno che si sta registrando in tutta Italia, con più di un italiano su due che dichiara che vorrebbe lasciare la città per andare a vivere in campagna, e che nella nostra provincia potrebbe garantire un buon punto di partenza per rivalorizzare anche a livello turistico aree di grande valore paesaggistico e culturale. Per favorire queste scelte però, è necessario anche dotare queste zone di infrastrutture e servizi adeguati, che rendano realmente possibile e confortevole la vita al pari della città: dal trasporto pubblico ai servizi sanitari, fino alla rete internet a banda larga che, peraltro, risulta essenziale per tutti coloro che sono spinti a questa scelta proprio dalla possibilità dello smart working”.

Decreto Covid: le nuove regole in vigore dal 7 febbraio 2022

DECRETO-LEGGE 4 febbraio 2022, n. 5: sono state introdotte numerose novità sia per quanto riguarda il greenpass sia la scuola.

In caso di positività al Covid a scuola, il nuovo decreto differenzia la gestione della situazione sia in base al grado di istruzione sia in base alla vaccinazione o alla guarigione dal virus.

All’asilo nido e nella scuola dell’infanzia si continua a frequentare in presenza fino a 4 casi positivi al covid. Nessun provvedimento se i bambini sono asintomatici. In caso di sintomi, sarà necessario sottoporsi ad un tampone e il rientro all’asilo potrà avvenire dopo un test negativo ma senza un certificato medico. Se i positivi in classe sono 5, invece, non sarà consentita la didattica in presenza e comunque il rientro sarà subordinato ad un tampone negativo. Questo non varrà per tutti i bambini che hanno già completato il ciclo vaccinale o che sono guariti da meno di 120 giorni Covid-19.

Nella scuola elementare, didattica in presenza fino a 4 casi positivi in classe, in questo caso però si continua la didattica in presenza ma indossando la mascherina Ffp2 per un periodo di 10 giorni a partire dall’ultimo contatto con il positivo. Gli studenti positivi al virus potranno rientrare dopo l’esito negativo di un tampone. Gli altri studenti dovranno sottoporsi a tampone solo in caso di presenza di sintomi.

Se i positivi sono 5 o di più i soggetti non vaccinati o che non hanno completato il ciclo vaccinale o che sono guariti da più di 120 giorni non possono frequentare in presenza e devono ricorrere alla Dad. Gli studenti vaccinati o guariti da meno di 4 mesi, invece, possono tornare in classe indossando la mascherina Ffp2 per un periodo di 10 giorni. Il rientro in classe dei positivi, non vaccinati o vaccinati e guariti da oltre 120 giorni può avvenire dopo un tampone negativo.

Nelle scuole medie e superiori invece se c’è un solo caso positivo, per tutti gli altri studenti l’attività didattica prosegue in presenza indossando la mascherina Ffp2 per un periodo di 10 giorni. Il soggetto positivo può rientrare dopo un tampone negativo, senza dover presentare un certificato medico.

Se i casi positivi sono 2 o di più, gli studenti non vaccinati o quelli che sono stati vaccinati o sono guariti dal covid da oltre 120 giorni dovranno ricorrere alla Dad. Chi è vaccinato o guarito da meno di 120 giorni, invece, potrà seguire le lezioni in presenza indossando la mascherina Ffp2.

I positivi e i non vaccinati o vaccinati o guariti da più di 120 giorni, devono sempre portare un test che accerti la negatività per tornare in aula. Gli altri dovranno essere sottoposti alla verifica del green pass per i 5 giorni successivi alla conoscenza dell’ultimo caso.

Cambia la validità del Super Green Pass che avrà durata illimitata per chi ha fatto la terza dose o per chi dopo le due dosi ha avuto il Covid-19 ed è guarito.

Ultima grande novità riguarda la zona rossa che non esisterà più per chi è in possesso di Green pass rafforzato quindi le restrizioni legate alla zona rossa dovranno essere rispettate solo dalle persone non vaccinate.