28 Febbraio 2022 – Babboleo

Giorno: 28 Febbraio 2022

Giornata mondiale delle malattie rare, la mamma di Elena: “Viviamo alla giornata”

Si celebra oggi, lunedì 28 febbraio 2022, la Giornata mondiale delle malattie rare, per richiamare l’attenzione sui bisogni di una comunità che conta oltre 300 milioni di persone nel mondo. In Italia i malati rari sono oltre 2 milioni: 1 su 5 è un bambino. Il numero complessivo di persone residenti in Liguria con Malattia rara e registrate dai Centri specialistici liguri nel Registro regionale al 31 dicembre 2020 è pari a 7.184. Sono oltre 5.000 i Malati rari residenti fuori regione registrati in Liguria.

“Le malattie rare sono spesso molto difficili da gestire perché non si conoscono, non si sa come affrontare il futuro. E’ molto difficile arrivare ad una diagnosi e quindi si impara a vivere alla giornata, senza fare progetti, perché si vive nel buio più totale” spiega su Babboleo News Andreea Porcilescu, mamma di Elena, ragazza di 15 anni affetta da una rarissima malattia neurodegenerativa denominata NUBPL.

Andreea analizza anche il rapporto con le istituzioni: “Sono anni che facciamo delle battaglie difficili per ogni diritto: bisogna combattere per la fisioterapia, per avere medicinali gratuiti, per avere il diritto alla disabilità…”.

Ascolta l’intervista integrale su Babboleo News.

Legambiente, il rapporto Clean Cities su Genova: troppo inquinamento, migliora mobilità alternativa

La Clean Cities Campaign di Legambiente, che ha come obiettivo porre le basi per la transizione delle città verso le zero emissioni nei prossimi anni, è arrivata a Genova. La presentazione dei dati è avvenuta durante una conferenza stampa nella sede genovese dell’associazione ambientalista, dove sono emerse tutte le difficoltà di Genova, nel fare il salto di qualità dal punto di vista della mobilità sostenibile.

Per rientrare nei parametri dell’Oms Genova dovrebbe ridurre il biossido di azoto del 66%; il capoluogo dovrà ridurre le concentrazioni di inquinamento del 13%, mentre per quanto riguarda le emissioni da ossido di azoto è la centralina di Corso Europa a destare grande preoccupazione avendo registrato una media annuale di 51 microgrammi/metrocubo di biossido di azoto, con l’indicazione dell’OMS di una media annuale inferiore a 10 microgrammi/metrocubo. Nel dettaglio, per le PM2,5 (media anno) sono stati registrati 12 microgrammi/metrocubo, lontano l’obiettivo al 2030 di 5 microgrammi/metrocubo; stesso trend per il biossido di azoto, la media annuale è stata di 30 microgrammi/metrocubo e l’obiettivo indicato dall’OMS è 10.

Il responsabile della mobilità Legambiente, Andrea Poggio ha espresso criticità riguardo alla mobilità genovese, auspicando un futuro più roseo: “Anche a Genova la mobilità sarà sempre di più a zero emissioni e ciclopedonale, entro il 2030 tutti i mezzi pubblici e la share mobility sarà elettrica e le auto a combustione avranno sempre maggiori limiti alla circolazione”.

Un aspetto positivo è quello della mobilità ciclabile, con 68 km di percorsi ciclabile. L’obiettivo entro il 2030, è quello di 130 km, quindi ancora lontano, ma la strada intrapresa è corretta. Un altro tema discusso è stato quello della sicurezza stradale; a tal proposito si è espresso Romolo Solari, presidente circolo Amici della Bicicletta Legambiente e Fiab Genova: “Sicurezza e recupero dello spazio per le persone sono emergenze ambientali e sociali che vanno affrontate contemporaneamente alla qualità dell’aria. Le nostre città vanno liberate dalla moltitudine di auto e moto posteggiate ogni dove che creano anche problemi di sicurezza stradale”.

Regione Liguria, che a breve riceverà 29 milioni di euro dal PNRR: l’auspicio di Borromeo è che vengano investiti aumentando le isole pedonali, rendendo così la nostra città più sicura.

Ucraina, Comune di Genova apre hub per raccolta beni e medicinali

Il Comune di Genova metterà a disposizione un hub per la raccolta di generi di prima necessità e medicinali per il popolo ucraino. È quanto è stato deciso nell’incontro di questa mattina a Palazzo Tursi a cui hanno partecipato l’assessore alla Sicurezza Giorgio Viale, il consigliere delegato alle Politiche sociali Mario Baroni, gli uffici delle Politiche sociali e delle Politiche abitative, il cappellano della comunità ucraina in Liguria padre Vitaliy Tarasenkoil e presidente dell’associazione Pokrova Oleh Sahaydak.

«Stiamo vagliando alcune ipotesi – spiegano l’assessore Viale e il consigliere Baroni – per individuare un polo logistico per la raccolta dei generi di prima necessità che sia raggiungibile facilmente e che abbia adeguate dimensioni per raccogliere ingenti derrate. Attiveremo una mail e un numero dedicato, che sarà gestito dalla nostra Protezione civile e dalle associazioni del forum del terzo settore, per dare informazioni utili a tutti i genovesi che vogliano portare generi alimentari, medicine, vestiti per bambini o che vogliano mettere a disposizione una propria abitazione. Per ora la necessità che ci è stata evidenziata dai rappresentanti della comunità ucraina a Genova è l’invio di beni in Ucraina per cui stanno disponendo una catena logistica con tir. Ci stiamo preparando anche a eventuali arrivi in modo da essere pronti a rispondere a un’eventuale richiesta di tipo abitativo. Genova e i genovesi, che ringraziamo a nome dell’amministrazione, stanno già dando prova di grande generosità: come Comune vogliamo facilitare la catena della solidarietà per renderla più efficace possibile. Nelle prossime ore daremo ulteriori e più precisi dettagli».

L’associazione Pokrova ha stilato una lista di generi di prima necessità richiesti dall’Ucraina: coperte e cuscini con riempimento sintetico, pannolini, vestiti (giacche, maglioni, biancheria intima, calze, omogeneizzati, prodotti per igiene personale (salviette umide, sapone, shampoo, asciugamani), prodotti alimentari (pasta, riso, farina, tonno e carne in scatola, biscotti, cioccolato, dolci confezionati, the in bustine, caffè solubile), piatti, posate e bicchieri monouso, medicinali e dispositivi medici (antibiotici, analgesici, antiemorragici, antidiarroici, cardiovascolasi, antisettici, mascherine, garze, guanti monouso, siringhe).

OutBe, cosí gli sport all’aria aperta studiano e proteggono la natura 

Nasce oggi OutBe, la start-up innovativa che connette scienza, natura e persone attraverso lo sport outdoor.

Per poter proteggere in modo efficace la natura, serve conoscerla a fondo. Ma se il Pianeta è troppo grande per essere monitorato e ripristinato solamente dagli scienziati, allora entrano in gioco le numerose persone curiose che amano e vivono gli spazi all’aria aperta ogni giorno. Così, gli sport outdoor che amiamo diventano l’occasione perfetta per studiare e proteggere la natura, facendo stare bene noi e il Pianeta. Viene chiamata citizen science, o “scienza partecipativa”, ed è il fondamento su cui si basa OutBe.

Quello di OutBe è un nuovo modello di interazione tra persone e natura, dove sport outdoor, ecologia e scienza si incontrano. L’idea nasce dal Mediterraneo, ma il suo respiro è ampio e internazionale. Il progetto prende vita con Luca Tixi, biologo marino e guida outdoor, fondatore di Outdoor Portofino, e si sviluppa con Arianna Liconti, ecologa marina e appassionata di scienza partecipativa. La nuova start-up desidera mettere al servizio della ricerca ambientale chi ama, esplora e vive la natura, attraverso la creazione di una piattaforma di connessione, consulenza e formazione tra realtà di scienza, sport e aziende che desiderano supportare azioni concrete per la tutela della natura. Lo chiamano “ecosistema”, ispirandosi a quello marino che li affascina ed ospita nelle loro avventure. In questo modo, la ricerca esce dalle mura dell’accademia e gli sportivi diventano gli occhi e le mani di cui la scienza ha bisogno, aumentando i dati e le azioni necessarie per comprendere e proteggere la natura.


OutBe oggi è un piccolo e dinamico team under 35; una community social su instagram (@outbe.earth) e linkedin, che mira a raccontare storie per informare e ispirare progetti tra sport e conservazione della natura; ed un sito web outbe.earth, dove si articolerà l’ecosistema per abbinare e supportare le diverse realtà per studiare e proteggere l’ambiente, all’aria aperta. “L’avventura inizia oggi, ma ancor di più è una chiamata all’avventura, un invito a cambiare il modo in cui viviamo e proteggiamo la natura, nella natura”, racconta emozionato Luca, co-founder e CEO di OutBe.

La start-up si rivolge a sportivi, progetti, organizzazioni ed aziende, ed apre oggi le porte del suo ecosistema su www.outbe.earth.

Ai microfoni di Babboleo News Arianna Liconti ci ha raccontato la nascita e gli obbiettivi di OutBe

Storie d’asfalto, Babboleo e la Polizia Stradale insieme per una guida sicura: carico e scarico

Prosegue Storie d’asfalto, in collaborazione con la Polizia Stradale di Genova. Ogni volta raccontiamo un incidente realmente accaduto sulla rete autostradale della Liguria. E’ poi la Polizia Stradale a spiegare cosa sarebbe stato necessario fare (ma anche cosa si sarebbe dovuto fare) per evitare incidenti a volte anche gravi. L’obiettivo è, attraverso fatti reali, sensibilizzare gli automobilisti a comportamenti corretti. Ogni storia ha un titolo. La storia di questa settimana si chiama:

CARICO SCARICO
Stefano lavora in una ditta edile, fa l’autista e con il suo mezzo pesante porta i macchinari da un cantiere all’altro. La giornata è stata lunga, calda e faticosa. Sono ormai le 6 di sera e dovrebbe essere l’ultimo viaggio. Fortunatamente è anche breve: pochi chilometri e potrà tornarsene a casa. I suoi colleghi caricano una ruspetta, bene incastrata tra due cisterne ed alcune assi di legno. Ci mettono una corda, ma giusto per sicurezza, intanto tra 5 minuti sarà arrivato. Stefano parte ma per arrivare al casello deve affrontare uno stretto svincolo tutto in curva. Negli svincoli, si sa, spesso la circolazione è a doppio senso: chi esce e chi entra. Stefano esce, Marco entra guidando la sua macchina, e proprio nel momento in cui si incrociano quella sottile ed unica corda non riesce più a trattenere il carico che, rovinando a terra, investe la piccola utilitaria e Marco che la sta guidando.

COSA SAREBBE STATO NECESSARIO FARE?

Ecco la risposta di Maria Grazia Ciardo, vice questore aggiunto