Settimana del cervello, Del Sette: “Va protetto con cura e amore fin da giovani”
Parte oggi, lunedì 14 marzo 2022, la “Settimana Mondiale del Cervello”, iniziativa annuale realizzata dalla Società Italiana di Neurologia (SIN) che ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prevenzione e la lotta a tutte le malattie neurologiche, informando nello stesso tempo sugli importanti progressi che la ricerca scientifica sta ottenendo.
“Le stagioni del cervello” è il tema scelto per l’edizione 2022 e A.L.I.Ce. Italia Odv, Associazione per la Lotta all’ictus cerebrale, che anche quest’anno aderisce a questa importante iniziativa. Il prof. Massimo Del Sette, direttore di Neurologia presso il Policlinico San Martino di Genova e del comitato tecnico scientifico di Alice Italia e Liguria, sottolinea ancora una volta quanto sia importante essere attivi nel tutelare la propria salute fin da giovani e avere una maggiore consapevolezza sui principali fattori di rischio per prevenire l’insorgenza di malattie cerebrocardiovascolari.
“L’idea di sottolineare l’aspetto delle “stagioni del cervello” è quella di spiegare l’evoluzione del cervello stesso: età infantile, matura, adulta e vecchiaia. Nessuna fascia d’età è esclusa dalle malattie: vi sono infatti malattie come l’emicrania e la sclerosi multipla che sono frequenti nei soggetti giovani, mentre per esempio le malattie neurodegenerative, come il Parkinson e l’alzheimer, e quelle cerebrocardiovascolari colpiscono le persone in età avanzata”.
Senza dubbio l’aspetto positivo di questa vicenda è il netto passo in avanti compiuto dalla scienza, che grazie alla scoperta di nuove cure e nuovi medicinali, ha reso le battaglie contro queste malattie meno proibitive.
“Negli ultimi anni sono stati fatti passi da giganti per quanto riguarda la diagnostica, ma anche sotto l’aspetto della terapia: nuovi farmaci sono stati resi disponibili per combattere malattie come l’emicrania, la sclerosi multipla e anche le malattie neurodegenerative. Il messaggio è che il nostro cervello cambia e si può ammalare nel tempo, ma le neuroscienze hanno fatto dei progressi tali per cui un male può essere curato molto bene, se viene diagnosticato in tempo”.
Attraverso vari progetti, portati avanti negli anni, A.L.I.Ce. ha fatto un lavoro importante di prevenzione all’ictus. E’ fondamentale sin dalla giovane età capire cosa porta ad avere un ictus, quali sono le cause e come accorgersi di ciò: avere un’infarinatura di base, sin dall’adolescenza, può essere alla lunga decisivo.
“Consumo di alcool, fumo, droghe, alimentazione sbagliata e assenza di attività fisica sono tutti fattori di rischio legati allo stile di vita di ciascun individuo, che sicuramente aumentano le probabilità di avere un ictus in età avanzata, ma che iniziano a fare il loro effetto fin dalla giovane età. Quindi fare prevenzione è giusto, ma bisogna iniziare da subito, prima che sia troppo tardi. Una dieta appropriata, e in generale uno stile di vita lineare, non solo previene gli ictus, ma anche altre malattie come l’Alzheimer e la demenza, che, in adolescenza, sembrano molto lontane nel tempo. Il cervello è un organo che va protetto con amore e cura fin da giovani”.
La Liguria è una regione particolarmente anziana, rispetto a molte altre in Italia; più del 30% della popolazione supera i 65 anni e di conseguenza siamo più attrezzati rispetto ad altri appunto nell’affrontare determinate situazioni.
“Siamo in una posizione privilegiata, poiché avendo una popolazione anziana, possiamo essere un laboratorio di quello che accadrà in Italia nei prossimi anni. L’organizzazione è ottima, la scuola neurologica genovese di grande tradizione e la rete dei neurologi nella nostra regione è ben strutturata. Un dato molto significativo è che, l’89% dei pazienti con ictus va nelle neurologie; sappiamo che in molte parti d’Italia non tanti pazienti riescono ad arrivarci. Vi è una rete molto efficiente dal punto di vista del fare presto: si è organizzata un’assistenza ai pazienti, per cui il 112 trasporta il malato nel posto più adatto per ricevere le cure necessarie”.
Ascolta l’intervista integrale al professor Del Sette: