Il settore agrituristico è tra quelli che maggiormente ha patito l’emergenza economico sanitaria che il Covid-19 ha portato con sé.
I danni provocati dalla pandemia sul settore agrituristico a livello nazionale è di milleduecento milioni di danni, senza contare le perdite sulle vendite dirette. Non va meglio per gli agriturismi della Liguria: che denunciano un -60% tra ospitalità, ristorazione e vendita diretta e il completo azzeramento di eventi e attività con le fattorie didattiche. Questi ultimi due settori, eventi e fattorie didattiche, hanno registrato un crollo di business del 100%.
“La priorità è rimettere subito in moto il settore agrituristico” scrive Agriturist Confagricoltura in una nota. “Puntiamo su un piano strutturale di ripresa e rilancio, che tenga conto e promuova le peculiarità uniche della nostra offerta, in linea con la transizione verde”.
“Siamo ad una fase cruciale” denuncia Augusto Congionti, presidente di Agriturist nazionale. “Occorre riuscire a dare fiato alle attività con indennizzi veloci e immediatamente fruibili, rateizzazioni, riduzione di oneri e semplificazione, ma contemporaneamente programmare azioni specifiche di comunicazione e promozione dell’agriturismo”.
“Cresce il disagio della categoria – sottolinea la presidente ligure di Agriturist, Alessandra Cambiaso – in particolare degli operatori agrituristici e dell’ittiturismo, per la gestione delle comunicazioni inerenti la classificazione delle zone di attribuzione in funzione del rischio COVID”.
Proprio per creare un tavolo di dialogo costruttivo con le istituzioni, Confagricoltura (insieme a Cia, Legacoop e Confcooperative) ha inviato una lettera ai quattro prefetti della Liguria, chiedendo loro di farsi interpreti presso il Ministro della Sanità e tutto il Governo del malessere sempre più diffuso, “verso il quale può essere efficace argine una diversa comunicazione delle modalità applicative di interventi necessari quanto dolorosi”.