Le alte temperature e l’estate, arrivata ufficialmente da una decina di giorni, non spingono soltanto i turisti sulle coste della Liguria, ma come in ogni bella stagione anche le meduse tornano a farsi vedere. Una presenza quella dell’animale segnalata di superiore rispetto a quella che dovrebbe essere la normalità nel periodo estivo. Al momento le mete più “frequentate” dalla Pelagia Noctiluca (medusa di specie mediterranea) sul nostro territorio sono tra Varazze e Albisola e la zona di Sestri Levante.
Questo boom a primo impatto uno pensa sia dovuto alle alte temperature che riscaldano i mari, una tesi probabile che però è ancora in fase di studio. La principale causa di questo numero in costante crescita in realtà è l’aumento della pesca come spiega ai microfoni di Babboleo News Silvia Lavorano, biologa, curatore del Settore Tropicale dell’Acquario di Genova.
“Il sempre più alto numero di meduse è probabile sia dovuto all’aumento delle temperature, ma gli studi sono ancora in corso. Un dato certo sull’elevata presenza di meduse è l’aumento della pesca – spiega la biologa – L’uomo sta esagerando, c’è uno sfruttamento esagerato dei mari e con un numero sempre più basso di pesci si crea un vuoto che viene riempito dalle meduse perché sia meduse che pesci hanno stesso tipo di alimentazione”.
Oltre a quella mediterranea, che è la specie predominante sulle nostre coste, stiamo iniziando a trovare sempre con maggiore frequenza quella di tipo tropicale. Una presenza nuova dovuta assolutamente in questo caso all’aumento delle temperature che riscaldano i mari.
“E’ vero invece che l’aumento di temperature ha sicuramente ha favorito la presenza di specie di meduse tropicali che stiamo iniziando a trovare nei nostri mari come per esempio la Phyllorhiza punctata in Sardegna e la Cassiopea avvistate in Sicilia” – dice Lavorano.
“La natura è perfetta, ogni animale ha il suo ruolo nell’ecosistema. Anche le meduse sono utilissime, purtroppo però è l’uomo che crea questo squilibrio in mare con questa pesca eccessiva” – conclude la biologa Silvia Lavorano.