Quasi un anno fa, a marzo 2020, la pandemia impose la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. L’Italia è stata una delle prime nazioni ad affrontare il lockdown e le restrizioni. Le limitazioni non hanno risparmiato la didattica, sottolineando l’importanza sempre più crescente del digitale. Gli studenti hanno iniziato a vivere l’istruzione tramite la didattica a distanza, abbreviata in “Dad”.
Unicef ha messo a punto uno studio che analizza l’esperienza della Dad da bimbi e famiglie. I risultati dello studio hanno confermato che il 27% delle famiglie intervistate ha riscontrato problemi nel sistema della didattica a distanza. Seppur si possa pensare che si tratti di una percentuale piuttosto bassa, questi dati ribadiscono l’impatto su disuguaglianze sociali, povertà educativa, necessità di di procedere con una digitalizzazione inclusiva sia per figli che per minori. Questa percentuale riguarda in particolare le famiglie più numerose che hanno dichiarato la mancanza di dispositivi sufficienti per svolgere compiti di lavoro o/e studio.
Nella città di Genova il 100% delle famiglie ha una connessione classica ADSL, e le famiglie munite di una connessione potente grazie alla fibra sono l’81%. Albissola, Savona, Spotorno, Dolceacqua, Borghetto Santo Spirito e La Spezia sono i comuni liguri con la connessione migliore, anticipati dal capoluogo ligure. In alcune località liguri però connettersi alla rete risulta più complesso. In cima alla classifica dei comuni più svantaggiati abbiamo Erli e Rondanina.
A dicembre furono oltre 7.600 le famiglie liguri che sfruttarono il bando di Regione Liguria per rendicontare l’acquisto di tablet e connettività per svolgere l’attività didattica a distanza. Un dato che testimonia l’importanza e la necessità di garantire a tutti il diritto allo studio anche attraverso una connessione efficiente.