“i blu” quando si presentavano in divisa, “i nudi” quando invece facevano servizio in borghese: così la Polizia di Genova era stata soprannominata dalla gang di spacciatori che ieri mattina, giovedì 11 febbraio, è stata sgominata in via di Pré.
L’operazione Crack&Co, avviata dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Questura di Genova, ha preso il via nel maggio 2019, dopo il fermo di un uomo nel centro storico per spaccio e il conseguente controllo del telefono cellulare: la punta dell’iceberg di una vera e propria rete organizzata – nell’ambito della produzione, smistamento e spaccio di sostanze stupefacenti, dall’eroina, cocaina, al crack – con epicentro in via di Pré.
Riavvolgendo il filo della matassa, mese dopo mese, le indagini hanno condotto alla scoperta della struttura della “rete”: al vertice c’era N.S.D. un uomo relioso praticante, che teneva contatti con alcuni “marabout”, una sorta di santoni presenti in patris, cui chiedeva protezione per sé e per i suoi sodali in occasione di particolari movimentazioni di stupefacente; c’era il cuoco che tagliava e preparava le dosi in modo che potessero essere messe in bocca e ingoiate nel caso in cui si venga fermati dalla polizia; poi c’era il tesoriere che gestiva la parte economica, con cifre che si aggiravano tra le 90mila e 100mila euro al mese; poi il tassista che provvedeva a trasportare la droga; poi i corrieri detti anche 2cavalli”, e così via.
Durante le indagini sono stati eseguiti 10 arresti in flagranza di reato, 11 segnalazioni amministrative alla Prefettura, individuate 900 dosi circa di sostanza stupefacente (eroina, cocaina, crack). A seguito dell’Ordinanza del Tribunale di Genova 8 persone sono state destinatarie di custodia cautelare in carcere, 3 persone agli arresti domiciliari e altre 3 persone colpite da divieto di dimora in Genova.
Un’operazione lunga e complessa resa ancora più difficile, come afferma il Questore di Genova Vincenzo Ciarambino, dalla lingua e dagli slang utilizzati dagli spacciatori, quasi tutti africani, di origine senegalese.
Alcuni di loro, in base alle regole vigenti, saranno rimpatriati come spiega il Procuratore della Repubblica Francesco Cozzi: