Continuano le ripercussioni economiche, anche in Liguria, del conflitto in Ucraina. A causa dello stop all’export dell’olio di girasole, di cui l’Ucraina è principale esportatore, alcuni supermercati del ponente ligure hanno razionato la vendita del prodotto a un massimo di due bottiglie a persona. Il caro energia, unito all’aumento dei prezzi di mangime e fertilizzanti e ai problemi logistici legati ai cantieri in autostrade, ha costretto alcuni agricoltori liguri a fermare o riconvertire le produzioni, mentre gli allevatori hanno ridotto le razioni per gli animali. In alcuni distributori di Genova, oggi, benzina e gasolio toccano il picco di 2 euro e 40 al litro.
Intanto non si ferma la macchina dell’accoglienza, quasi 500 ucraini hanno ricevuto assistenza medica e effettuato tamponi nelle strutture della Liguria. “Sono prevalentemente persone che avevano contatti sul territorio, e sono arrivate qui perché qualcuno è andato a prenderli” spiega il consigliere delegato della Protezione Civile del Comune di Genova, Sergio Gambino. “Dobbiamo prepararci a una massa di persone ben diverse. Secondo il Viminale, a Genova potremmo avere tra i 6mila e gli 8mila arrivi”.