Oggi la campanella è tornata a suonare per 67.000 studenti delle scuole superiori della Liguria. O meglio, per 33.000: il dpcm autorizza infatti la didattica in presenza al 50%, cercando di tutelare allo stesso tempo il diritto all’istruzione e la salute di ragazzi e professori. Per garantire un adeguato servizio di trasporto pubblico e alleggerire gli autobus del trasporto cittadino, il comune di Genova e Amt hanno messo a disposizione 32 bus turistici di aziende private. Gli orari di ingresso e uscita sono stati divisi in due fasce, il primo intorno alle 8 e il secondo alle 9.30, con un margine di discrezionalità per ciascun istituto.
Sono molti gli studenti a benedire il rientro tra i banchi, tra cui Mattia, 18 anni, del Liceo classico D’Oria di Genova: “La didattica a distanza iniziava a essere ingestibile, per noi ma soprattutto per i prof”. Gli fa eco Chiara, 15 anni, del Liceo scientifico Marconi di Chiavari. “L’aspetto sociale che si sviluppa a scuola, tra alunni e tra alunno e professore, ci era molto mancato”.
Le misure anticovid nelle classi sembrano rispettate: “La situazione è tranquilla” dice Gabriele, 17 anni, del Liceo D’Oria. “Riusciamo a rispettare il distanziamento e ci hanno dato un pacco di mascherine nuove”. Anche Fulvio Rapetti, professore, ribadisce che il giorno del “battesimo” della didattica in presenza è filato liscio, secondo programmi. “I ragazzi hanno grande attenzione agli aspetti legatti all’igiene e alla prevenzione”.
La principale perplessità riguarda invece la corretta applicazione della didattica integrata tra chi sta seguendo tra i banchi e chi, invece, dal proprio pc a casa. “La connessione non va bene, nonostante la scuola l’abbia cambiata” prosegue Mattia. “Chi sta a casa deve connettersi con i prof, ma ci sono troppi dispositivi attaccati.”
Resta poi da rodare il sistema di trasporto pubblico, che oggi a Genova ha avuto ripercussioni sul traffico cittadino, con i bus supplementari perlopiù vuoti. Ma il” giorno zero” della didattica in presenza al 50% in Liguria strappa comunque la sufficienza alla prima interrograzione dell’anno.