Italo Vallebella – Pagina 6 – Babboleo

Italo Vallebella

Italo Vallebella è il direttore della testata giornalistica di Radio Babboleo. Laureato in Giurisprudenza lavora a Babboleo dal 2010 di cui è anche conduttore. Nella sua carriera si è occupato prevalentemente di sport, ma anche di attualità della Liguria.

“Una panchina rossa”: musicisti del Tigullio contro la violenza sulle donne

Un team di musicisti del Tigullio, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha realizzato un brano che affronta questa tematica.

E’ un brano con un testo intenso, che lascia aperta la porta della speranza pur nella consapevolezza e nella condanna del dramma atroce, figlio della parte più deplorevole dell’essere umano.

È facile identificare il brano con i due cantanti, due voci molto conosciute con esperienze reciproche molteplici, due bei volti, due ragazzi “giusti” per il brano: Nicolò Pagliettini e Arianna Serra hanno dato il cuore per interpretare al meglio la canzone.

Oggi è uscito il brano attraverso i Social. Il 24 dicembre sarà presentato il video del regista Lorenzo Battilana. Sarà un modo per rendere il Natale un momento di riflessione anche su questa tematica che ha una data “simbolica” di ricordo ma purtroppo vive quotidianamente la sua realtà nelle case e nel cuore spezzato di tante persone.

Il brano ha ottenuto il patrocinio dello Zonta Club Portofino Paradiso che opera sul territorio per tutelare i diritti delle donne.

Il brano è interpretato da Nicolò Pagliettini e Arianna Serra. Al progetto hanno partecipato musicisti del Tigullio: Fabrizio Pagliettini ha condiviso la musica con Andrea Quarantelli, mentre l’idea e il testo sono di Riccardo Pagliettini. Il chitarrista è Mauro Caprile e il fonico arrangiatore Andrea Carozzo.

Il link alla canzone è il seguente https://youtu.be/nbFvoclhb_Y

Crozza:”Sarebbe bello parlare del foliage della val d’Aveto, ma mi tocca il troiage della Calabria”

“A me piace l’autunno. Per questo avrei voluto parlarvi del foliage di Santo Stefano d’Aveto e invece mi tocca parlare del troiage di Catanzaro e della Calabria”. Ha esordito così Maurizio Crozza nell’ultima puntata della sua trasmissione Fratelli di Crozza. Il popolare comico ligure, dunque, ha voluto omaggiare la sua terra e, in questo caso in particolare, un luogo preciso dove Crozza si vede spesso in vacanza. Alle sue spalle l’immagine dei boschi della val d’Aveto tratta da un recente servizio del Corriere della Sera sui colori di questo periodo nell’entroterra.

Guarda la puntata qui

https://it.dplay.com/nove/fratelli-di-crozza/stagione-4-episodio-19-del-20-novembre-2020/?utm_source=Facebook&utm_medium=organic&utm_campaign=FratelliDiCrozza&fbclid=IwAR2OovCOT-lafwAsN4Y2mq8zjN-jSUXr4jDpaKlhpHMvnLBtxMlyfAs1v3E

Ecco l’abete che sarà addobbato per il Natale in piazza De Ferrari

Il Covid probabilmente cancellerà la tradzionale festa per l’accensione dell’albero di Natale in piazza De Ferrari. Ma l’albero arriverà ugualmente e come sempre sarà un dono del Parco dell’Aveto come da consolidata tradzione. La pianta probabilmente giungerà a Genova ai primi di dicembre, ma la pianta è già stata individuata e la si può vedere nell’immagine di questo articolo. Si tratta di maestoso abete di quasi venti metri che si trova nella foresta del Penna. Saranno i boscaioli della cooperativa Alta Val d’Aveto a tagliare l’albero e a posizionarlo su una bisarca per il trasporto.

Vale la pena ricordare che, per quanto possa sembrare un paradosso, il taglio di un albero in questo caso è considerato una buona pratica. Il Parco dell’Aveto, infatti, sta portando avanti da tempo un progetto legato ai tagli selettivi delle conifere che sono alloctone sostituendo questi alberi con faggi e querce che invece sono autoctoni. Le conifere tagliate vengono utilizzate per il riscaldamento, per lavori di carpenteria e, come in questo caso, per far diventare la pianta un albero di Natale.

Over 65, fai la spesa negli orari meno affollati e ottieni lo sconto

Fare la spesa nelle fasce orarie che in base alle tipologie di esercizi commerciali sono quelle meno affollate. La Regione invita gli Over 65 ad esse attenti anche a queste dinamiche e mette a punto una agevolazione in termini scontistici.

Per la grande distribuzione il progetto prevede questa modalità dal lunedì al venerdì:

– Nella fascia oraria 13/16 tutti i supermercati Basko liguri e tutti i discount Ekom e Conad di tutta la Liguria applicheranno lo sconto del 10% nei reparti di ortofrutta e pane;

– Allo stesso modo tutti i negozi di vicinato di ortofrutta regionali applicheranno lo sconto del 5% (quelli che aderiscono all’iniziativa avranno il marchio di adesione ‘Sconti&Sicurezza dai 65 anni’);

– Nella fascia oraria 9 – 11 sempre dal lunedì al venerdì i mercati rionali coperti di Genova di tutte le merceologie alimentari applicheranno lo sconto di almeno il 5%.

Il Comune di Genova mette a disposizione degli anziani che acquistano in queste fasce protette almeno 20 euro di spesa un ticket per la gratuità del parcheggio di un’ora. I ticket saranno consegnati ai commercianti aderenti all’iniziativa (i banchi aderenti esporranno l’apposito marchio di adesione con la scritta ‘Sconti&Sicurezza dai 65 anni’);

Inoltre il mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Bolzaneto prevede che nella fascia oraria tra le 10 e le 11 del mattino possano entrare solo gli over 65.

Il Parco dell’Aveto porta a scuola pedibus e filosofia “plastic free”

Il Centro di Educazione Ambientale del Parco dell’Aveto sta realizzando con le scuole del proprio territorio un nuovo progetto di educazione ambientale finanziato da Regione Liguria per promuovere iniziative di mobilità sostenibile (pedibus) e ridurre l’uso della plastica nelle scuole.

Il progetto prevede per entrambi i filoni una fase propedeutica di sensibilizzazione, animazione e ingaggio rivolta a tutte le scuole primarie del comprensorio di riferimento, con contatti con le Direzioni didattiche, il corpo insegnanti e le scuole primarie disponibili. Tale fase prevede un passaggio nelle scuole con presentazione (ppt, video) a insegnanti e alunni. Nelle classi si discuterà su cosa è un pedibus e come si possa facilmente realizzare, lasciando il gadget dimostrativo predisposto da Regione e invitando a organizzarne in autonomia. In tale contesto verrà data particolare enfasi agli aspetti di sostenibilità ambientale (mobilità sostenibile, minor inquinamento) legati all’attività, ma si metteranno in evidenza anche gli aspetti salutistici per il benessere dei ragazzi coinvolti (attività motoria) e di maggior sicurezza in relazione alle possibili situazioni a rischio di contagio Covid-19 rispetto ad altre forme di mobilità degli alunni verso la scuola (vantaggi del pedibus: facile distanziamento sociale, attività all’aria aperta). La realizzazione delle attività di pedibus vedrà il coinvolgimento diretto degli alunni della scuola primaria di Carasco e della scuola primaria di Mezzanego, entrambe facenti parte dell’Istituto Comprensivo “Valli e Carasco”.

Per la parte che riguarda il plastic free verranno coinvolte sia le scuole primarie sia le scuole secondarie di primo grado di riferimento. Nell’intervento in classe si discuterà nelle classi sull’urgenza per il benessere del pianeta della diminuzione dell’uso della plastica e sull’importanza di un comportamento responsabile al riguardo da parte di ciascuno, anche nelle proprie attività quotidiane, e su come anche a scuola vada perseguito tale obiettivo, con il traguardo di trasformarsi positivamente in scuola plastic free, potendosi fregiare di tale riconoscimento. In tale contesto verrà data particolare enfasi agli aspetti di sostenibilità ambientale del progetto. Il progetto prevede la consegna a tutti gli alunni di un gadget: una borraccia in alluminio personalizzata, al fine di superare l’utilizzo a scuola di bottigliette per l’acqua in plastica usa e getta, tuttora in usa da parte di molti alunni per la merenda. Tutte le attività saranno condotte secondo le norme anticontagio Covid-19 al momento in vigore, e secondo le relative disposizioni attuative della singola scuola.

La fase di attuazione specifica di questo secondo filone vedrà anche la graduale trasformazione del servizio mensa operante presso la scuola di infanzia di Ne, di cui si avvalgono anche gli alunni della primaria di primo grado, in mensa e refettorio “plastic free”: attualmente infatti tale servizio prevede l’utilizzo di posate e stoviglierie in plastica. Essendo tale mensa dotata di lavastoviglie, si provvederà all’acquisto di stoviglie e posate durevoli, non in plastica, scelte con la collaborazione degli addetti alla mensa e del Comune.

Paolo Chiarino, il “ligure di adozione” che ha conquistato il Lago di Garda

Paolo Chiarino ce l’ha fatta. Il meteo non lo ha aiutato, ma il lombardo (ligure di adozione) che è tesserato per il Panathlon di Recco ha centrato l’impresa di coprire in 42 ore il perimetro del lago di Garda, lungo 160 chilometri. Assieme a Vincenzo Catalano era partito venerdì mattino e ha concluso il perimetro del Lago di Garda nella notte tra sabato e domenica. Chiarino e Catalano volevano stare al di sotto delle sessanta ore, ci sono riusciti agevolmente praticando la disciplina dello swimrun dove si corre e si nuota. «Il primo giorno è andato tutto bene – racconta Chiarino -. Ma il sabato le condizioni meteo sono peggiorate nettamente. C’era troppo vento e nuotare era impossibile. Così abbiamo deciso di proseguire di corsa». L’impresa, oltre ad essere una prova di resistenza, è servita anche a raccogliere fondi per l’Associazione Bambino Emopatico che da più di trent’anni collabora con il reparto di onco-ematologia pediatrica degli ospedali civili di Brescia.

Chiarino racconterà la sua esperienza sul lago di Garda oggi, martedì 6 ottobre, alle 13,30 al Salone Nautico di Genova. Ma qui parlerà anche del suo prossimo obiettivo: una nuotata di mille metri (forse anche qualcosa di più) al nord delle Svalbard, verso il Polo Nord, a maggio 2021 con una temperatura dell’acqua sotto lo zero, senza muta. Un’esperienza simile a quella vissuta nel Circolo Polare Artico, in Siberia, nel dicembre del 2018.

Ascolta l’intervista che Paolo Chiarino ha rilasciato a Babboleo News dopo l’impresa:

Il Lago di Garda a nuoto e di corsa: la nuova impresa di Paolo Chiarino

Percorrere il perimetro del Lago di Garda, 160 chilometri, a nuoto e di corsa. E’ l’impresa che tenteranno da venerdì a domenica Vincenzo Catalano e Paolo Chiarino. Quest’ultimo, 54 anni, vive in Lombardia, ma originario della Liguria, ha una seconda casa a Recco ed è tesserato per il gruppo triathlon locale. Chiarino è famoso per aver nuotato per un chilometro e solo con il costume (della Pro Recco di pallanuoto) nei mari del Polo Sud. Ma al suo attivo tante imprese al limite che, tra l’altro, racconterà al Salone Nautico di Genova il prossimo 6 ottobre. Intanto ecco questa nuova sfida del perimetro del lago di Garda osservando le regole di quella disciplina sportiva che si chiama Swimrun. L’impresa ha anche uno scopo benefico: raccogliere fondi per l’Associazione del Bambino Emopatico. Abbiamo chiacchierato di tutto questo proprio con Paolo Chiarino. Ascolta l’intervista.

Gli hacker etici d’Italia si sfidano, ci sono anche quelli dell’Università di Genova

Sarà una finale diversa da quella delle scorse edizioni: si svolgerà per la prima volta online la gara conclusiva di CyberChallenge.IT, il programma italiano di formazione per i giovani talenti della sicurezza informatica, organizzato dal Laboratorio Nazionale Cybersecurity del Cini – Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica.

L’Università di Genova, con i propri docenti, è coinvolta nel progetto partecipando attivamente allo svolgimento del percorso di selezione e formazione. Il progetto è anche un’occasione per promuovere nelle scuole le discipline informatiche e, in particolare, quelle legate ai temi della sicurezza informatica.

Giunta alla quarta edizione, la gara costituisce l’evento finale del corso di formazione e sviluppo di competenze specialistiche legate al mondo della cybersecurity che ha coinvolto 560 allievi, tra i 16 e i 23 anni, da gennaio a maggio.

Nonostante la pandemia globale, a causa della quale l’evento sarà in remoto, gli hacker etici del laboratorio si confronteranno comunque, l’1 ottobre, in una gara di tipo CTF (Capture the Flag), durante la quale dovranno sfruttare tutte le proprie competenze nei campi della crittografia, della sicurezza delle reti e delle infrastrutture hardware e software. A questa prenderanno parte le squadre di ciascuna delle 28 sedi che hanno partecipato al progetto (26 università, il Centro di Competenza Cybersecurity Toscano e il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino).

Nel secondo giorno di attività, il 2 ottobre, gli otto team risultati migliori nella giornata precedente esporranno delle presentazioni divulgative legate al mondo della sicurezza informatica di fronte a una giuria composta da istituzioni, esperti di comunicazione e da un rappresentante delle aziende sponsor.

I migliori tra gli hacker etici che emergeranno durante CyberChallenge.IT potranno essere successivamente invitati a far parte di TeamItaly, la Squadra Nazionale di Cyberdefender, che partecipa annualmente alla European Cybersecurity Challenge (Ecsc) e che nell’ultima edizione, lo scorso ottobre a Bucarest, ha conquistato il podio meritando il secondo posto.

Il Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI coordina attività di ricerca, sviluppo e formazione sui temi della sicurezza informatica a livello nazionale e internazionale per aiutare il sistema paese a essere più resiliente alle minacce cibernetiche. Il Laboratorio si impegna quindi a migliorare le misure di protezione della pubblica amministrazione e delle imprese da attacchi informatici supportando anche i processi di definizione degli standard e dei framework metodologici a livello nazionale.

Treno per la Liguria fermo in galleria per cinque ore a Tortona, i passeggeri: “Un’Odissea”

«Eravamo soli, al buio, senza aria condizionata e soprattutto senza informazioni. E tutto questo è durato cinque ore». Il racconto di quello che doveva essere un normale viaggio in treno dalla Lombardia alla Toscana, passando attraverso la Liguria, e che invece si è trasformato in una Odissea, arriva dai passeggeri dell’Intercity 35667 che era partito in orario da Milano ieri alle 18,05. Ma poco dopo la stazione di Tortona, nel territorio del Comune di Cassano Spinola, il treno ha subito un guasto tecnico e per 200 passeggeri è iniziata una disavventura che si è protratta fino a mezzanotte e mezza, quando la polfer e i vigili del fuoco sono riusciti a traferire i passeggeri, attraverso varie passerelle, su un Frecciarossa che si era affiancato al convoglio guasto.

«E’ stata un’esperienza terribile – raccontano alcuni passeggeri -. Non avevamo notizie, essendo in galleria molti telefonini non prendevano, la polfer telefonava ai passeggeri perché non riusciva a parlare con il personale di bordo. C’era gente che non si è sentita bene, altre che sono state prese dal panico. E nessuno ci diceva nulla. I controllori ogni tanto passavano, sembravano trafelati. Per il resto, però, nulla: nessuna informazione. E’ andata bene che qualcuno alla fine non si sia sentito male davvero. Ed è incredibile come siamo stati lasciati dentro a quel treno per così tanto tempo. Ci siamo sentiti quasi sequestrati».

Trenitalia racconta così l’episodio:«I tempi si sono allungati perché fino ad un certo punto c’era la speranza concreta che il macchinista potesse far ripartire il treno. Quando però è stato verificato che ogni tentativo era vano, abbiamo organizzato i soccorsi».

A causa del convoglio guasto tutto il traffico per la Liguria è rimasto paralizzato. I treni in quella direzione, così, hanno accumulato ritardi fino a oltre cinque ore.

Trenitalia ha già disposto il rimborso totale dei biglietti per chi era sul treno guasto, ma anche per tutti i Frecciarossa, i Frecciabianca e gli Intercity che sono rimasti bloccati. Il rimborso potrà essere richiesto da domani nelle varie biglietterie di Trenitalia.

Intelligenza artificiale contro il Covid, Google premia un progetto dell’IIT

Il progetto si chiama “AI for Covid-19 prognosis” e si propone di aiutare lo staff medico nella lotta al Covid-19 tramite l’intelligenza artificiale. Lo ha realizzato un team di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova guidato da Diego Sona. Per questo progetto ora arriva un finanziamento di Google.

Il software, grazie agli algoritmi ideati e sviluppati in IIT, potrà eseguire diagnosi e prognosi più veloci partendo da dai dati clinici dei pazienti e da una semplice radiografica toracica. In questo modo il personale medico potrà ottimizzare il processo di ospedalizzazione e i flussi di pazienti in terapia intensiva. Lo strumento baserà le sue analisi a partire da diverse centinaia di radiografie toraciche provenienti da vari ospedali italiani. Lo scopo dello strumento sarà quello di riconoscere la presenza di infezioni polmonari e prevederne il decorso a partire dall’analisi delle opacità a vetro smerigliato (GGO) identificate nelle radiografie.

Queste opacità sono associate alla presenza dell’infezione del virus Sars-Cov-2 e sarebbero identificabili più facilmente mediante tomografia computerizzata. Tuttavia tale tecnica diagnostica, diversamente dalle unità radiografiche, richiede tempi di sanificazione lunghi e non sempre è disponibile nelle strutture ospedaliere. Il progetto “AI for COVID-19 prognosis” , grazie ad algoritmi di deep learning potrebbe rendere l’analisi delle radiografie idonea per una attività diagnostica e predittiva, del decorso della malattia, efficiente, veloce ed affidabile.

“Per una realtà come IIT, che svolge ricerca a partire dai bisogni della società, è fondamentale mettere le proprie competenze al servizio di questa emergenza sanitaria” afferma Alessio Del Bue, Responsabile della linea di ricerca PAVIS di IIT “Siamo davvero onorati che Google ci abbia selezionati come unica realtà in Italia per questo finanziamento che ci permetterà di portare a termine questo progetto nel più breve tempo possibile” conclude Del Bue.

“Il settore clinico si è trovato a fronteggiare l’emergenza coronavirus senza strumenti efficaci per combatterlo” racconta Diego Sona responsabile del progetto. “Ora più che mai la ricerca interdisciplinare e la pratica clinica devono lavorare in modo congiunto per affrontare le emergenze sanitarie. In quest’ottica, il nostro software sarà reso disponibile a tutti e opensource, in modo che altri nel mondo, siano essi sviluppatori o operatori sanitari, possano usarlo e migliorarlo a beneficio di tutti” conclude Diego.

I fondi stanziati per l’iniziativa “COVID-19 AI for Social Good” fanno parte dell’impegno di 100 milioni di dollari di Google.org per fronteggiare la pandemia COVID-19. Le organizzazioni e gli istituti di ricerca sono stati selezionati, per il finanziamento dei progetti, attraverso un processo di revisione equo e basato sul merito. L’iniziativa ha finanziato progetti riguardanti le aree chiave in cui le ONG e le istituzioni accademiche hanno identificato un bisogno maggiore, ponendo un’attenzione particolare alle soluzioni applicabili a breve termine e a vantaggio delle popolazioni più vulnerabili. Tali aree includono la tutela del diritto alla salute, il monitoraggio e la previsione della diffusione delle malattie, il supporto degli operatori sanitari in prima linea, gli effetti secondari sulla salute pubblica e l’impegno relativo al tracciamento dei contatti nella massima tutela della privacy.

“È straordinario vedere come i principali esponenti di settori e aree di competenza così diversi tra loro si siano riuniti, in ogni parte del mondo, in questo momento critico della nostra storia”, ha affermato Brigitte Hoyer Gosselink, Head of Product Impact per Google.org. “Google.org è orgogliosa di sostenere l’impegno di questi ricercatori e organizzazioni non profit mentre lavorano insieme per comprendere e affrontare meglio gli effetti a breve e lungo termine della pandemia COVID-19, e contribuire a stabilire soluzioni più eque per garantire che tutti abbiano accesso alle informazioni e alle risorse di cui hanno bisogno.”

Il progetto “AI for COVID-19 prognosis” prevede l’assunzione di un ricercatore che, supportato dal team IIT ideatore del progetto, si dedicherà per i prossimi 12 mesi a tempo pieno allo svolgimento del progetto in modo che ogni realtà clinica a livello globale la possa implementare nella pratica ospedaliera.