“Oltre il limite della notte: nuovi progetti per rifugi e bivacchi sulle Alpi”, l’incontro a cura di FOA.GE
Un nuovo incontro a cura della Fondazione Ordine Architetti di Genova oggi, mercoledì 20 luglio, dalle 21 nella suggestiva cornice del Chiostro delle Vigne in occasione di “Oltre il limite della notte: nuovi progetti per rifugi e bivacchi sulle Alpi“.
Quanti sono i rifugi e bivacchi delle Alpi? Ben più di un migliaio. O probabilmente ben più del doppio. Ma in realtà, che cos’è un rifugio alpino? Il termine ‘rifugio’ è una galassia che comprende sia i cosiddetti ‘punti d’appoggio’ a bassa quota e le strutture servite dal prospiciente e spazioso parcheggio auto, sia i manufatti incustoditi che ricevono la visita, quando va bene, d’una decina d’anime l’anno. Di questo e altro ancora si parlerà nell’incontro di questa sera.
Una riflessione destinata non solo agli addetti ai lavori ma soprattutto agli appassionati della montagna, affinché cresca la consapevolezza di un patrimonio che tutti siamo chiamati a rispettare e valorizzare. Per capire che dietro le «pietre» dei rifugi vi sono le storie delle persone che li hanno immaginati e costruiti;
operando, con ogni tipo di ristrettezza di mezzi, in ambienti estremi, sempre oltre i 2000-2500 metri di quota, laddove non arrivano strade e funivie e il cantiere è agibile solo nei mesi estivi, quando il meteo lo consente. Pierluigi Feltri, presidente della Fondazione OA.GE: “Un evento trasversale che possa interessare sia gli architetti e i progettisti, ma anche gli appassionati della montagna che spesso hanno modo di vivere in queste situazioni molto particolari, attraverso le quali si può avere un’esperienza della montagna di tipo diverso“.
L’evento inaugura Manomissioni, il programma culturale del nuovo consiglio di FOA.GE. Moderati da Luca Gibello, direttore del Giornale dell’Architettura, Simone Gobbo dello Studio Demogo ed Enrico Giacopelli di GStudio Architetti condivideranno le reciproche esperienze nella realizzazione di opere in alta quota. L’evento è gratuito e aperto a tutti previa iscrizione a Formagenova.it. Un’occasione per raccontare le vicende che hanno portato alla costruzione dei rifugi, analizzando le motivazioni della committenza, le tecniche e i materiali edilizi, le figure dei progettisti, i valori simbolici e politici, gli immaginari collettivi, il tutto inquadrato all’interno degli accadimenti storici generali e delle evoluzioni sociali. Dal 1750 ai giorni nostri, dai prodromi dell’alpinismo ai modestissimi ripari degli eroici scalatori ottocenteschi, dal fenomeno dei rifugi-osservatorio a quello dei rifugi-albergo e ai baluardi militari, dall’alpinismo e all’escursionismo di massa fino alle opere recenti che si fanno segno forte nel territorio e rompono con l’immagine della baita. “La parola manomissione che abbiamo scelto per caratterizzare il nostro prossimo biennio, si presta in modo molto particolare a leggere il tema della montagna” – commenta Feltri “Quello più evidente è quello della trasformazione che subisce il paesaggio quando andiamo a costruire un rifugio. Dentro questa parola è contenuto il termine di liberazione. La manomissione era il gesto con cui il padrone liberava lo schiavo, e questa traformazione del paesaggio è un dare una nuova libertà a chi lo può fruire per poterlo godere in un modo nuovo“.