In Italia, dall’inizio dell’anno a novembre, le attività produttive non essenziali (circa il 45% delle imprese italiane, ISTAT) si sono fermate per quattro mesi. In aggiunta, ci sono stati inevitabili cambiamenti nelle modalità di lavoro e di consumo, facendo sì che nessun agente economico rimanesse esonerato dalle conseguenze di questa crisi, neanche quei settori dell’economia che non sono stati messi in pausa (il 51% delle imprese dichiarava a giugno un rischio di liquidità, ISTAT).
Lo scenario particolarmente negativo ed incerto ha avuto importanti conseguenze sul mercato retributivo italiano, che ha visto per il periodo 2019-2020 una variazione della RGA media nazionale del -1,8%. Questo dato negativo è principalmente riconducibile alla parte variabile delle retribuzioni: la crisi economica ha infatti indotto le imprese a tagliare sul costo del lavoro, ove possibile. Le retribuzioni fisse (RAL) sono infatti congelate e presentano una variazione dello 0,1%. Se da una parte le retribuzioni fisse full-time rimarranno stagnanti, anche a seguito del blocco dei licenziamenti nazionale che è esteso fino a marzo 2021, dall’altra è altamente incerto quello che succederà alle retribuzioni globali in quanto strettamente connesso alla durata della crisi.
Il Geography Index è il report annuale dell’Osservatorio JobPricing e analizza le differenze retributive tra le varie regioni e province italiane restituendo una classifica delle stesse sulla base dei livelli retributivi medi
A livello regionale, la nuova edizione vede il Trentino superare la Lombardia al primo posto con una Rga (retribuzione globale annua) di 32.854 euro a 32.539. Al terzo posto si conferma il Lazio con 31.391, la Liguria invece conquista una posizione rispetto al 2019 ed è al quarto posto con 31.317 euro. Congelata la parte bassa della classifica: le ultime tre regioni sono Sardegna, Calabria e Basilicata (25.168) in ultima posizione.
Tra le province, Milano resta in prima posizione con una rga di 35.497 euro poi Bolzano con 33.602, e Trieste a completare il podio. Al quarto posto con 32.493 euro, ecco Genova che perde una posizione rispetto al 2019 ma che stacca nettamente dalle altre liguri. La Spezia è al 47esimo posto con 28. 886 euro, c’è poi Savona alla sessantesima posizione, mentre Imperia si mette in evidenza con una scalata di 13 posizioni ma è al 74 posto con 27.357 euro medi. Chiude la classifica delle province italiane Crotone con 23.888