La Cisl della Liguria ha deciso di dedicare il Primo Maggio al lavoro delle donne. Questo perché già normalmente sono soggetti meno pagati a parità di mansione e che più difficilmente assumono posizioni di vertice, ma, a seguito del Covid la situazione è ulteriormente peggiorata: la percentuale di donne che ha perso il lavoro nel 2020, infatti, è stata doppia rispetto a quella dei maschi. L’“effetto Covid“ è stato devastante e per tutto il 2020, secondo l’stat, non si è mai interrotto. Il periodo peggiore è stato quello del primo lockdown, ma l’effetto è perdurato anche nei mesi successivi. Le donne, sempre secondo i dati Istat, risultano più penalizzate anche per quanto riguarda le nuove assunzioni. Considerando i primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registra un calo del 26,1% delle nuove assunzioni femminili a fronte della diminuzione del 20,7% dei contratti attivati per gli uomini. Al 30 settembre dello scorso anno, secondo i dati Istat, il saldo annualizzato per gli uomini è nuovamente positivo, mentre per le donne si registrano ancora cali.
Scorrendo ancora i dati, quella delle donne è la categoria che registra il minore numero di reingressi nel mercato del lavoro dopo il primo lockdown e quelle che una nuova occupazione l’hanno trovata hanno impiegato più degli uomini. In più, nel computo degli infortuni sul lavoro, dall’analisi dei dati Inail si scopre che a diminuire (del 22,14%) per effetto dello stop o del calo di molti comparti sono stati solo gli infortuni occorsi ai lavoratori di sesso maschile, mentre gli infortuni capitati alle lavoratrici sono leggermente aumentati (+1,68). Il 70% dei contagi per cause legate al lavoro sono donne.
La maggior parte del personale della Sanità pubblica e privata e delle occupazioni connesse (come quelle legate alla pulizia), e quindi più esposto a rischio Covid, è rappresentato da donne. Le quali sono, da sempre, più spesso soggette a lavoro precario, a lavoro flessibile e anche al lavoro nero, meno “sorvegliabile“ di quello maschile, perché non di rado si svolge in case private dove le lavoratrici sono occupate come colf e badanti. Nel campo della cura di anziani e disabili a domicilio, durante il Covid, si è verificata un’ulteriore perdita di posti di lavoro, anche tra le regolari: molte le famiglie che si sono organizzate in modo da evitare ai loro cari il contatto con soggetti esterni per limitare il rischio di contagio. A fronte di tutto questo, diciamo che le istituzioni nazionali e locali devono prevedere misure ad hoc per dare impulso all’occupazione femminile che tanto di più di quella maschile ha patito la contingenza.
Su Babboleo News cosa succede in Liguria le parole di Luca Maestripieri – segretario generale Cisl Liguria: