Questa mattina al Teatro Verdi di Piazza Oriani si sono riuniti in 500 tra delegati di posti di lavoro, pensionati e cittadini per l’assemblea pubblica organizzata dalla Cgil di Genova, inserita nel percorso di mobilitazione che precede la grande manifestazione prevista per il prossimo 18 giugno a Roma.
“Pace, lavoro, giustizia sociale e democrazia” sono stati i temi affrontati durante l’assemblea, che ha visto la partecipazione di tanta società civile e del mondo dell’associazionismo.
Proprio ieri è stata raggiunta l’intesa tra la Commissione europea, Consiglio e Parlamento europeo su una bozza di direttiva per il salario minimo europeo, che dovrà essere ora approvata in via definitiva sia dal Parlamento che dal Consiglio Ue. “Sicuramente un elemento positivo” – racconta Gianna Fracassi, Segreteria Nazionale Cgil, intervenuta questa mattina all’assemblea – “Occorre ridurre i divari e le diseguaglianze sociali e territoriali che la crisi ha acuito. Le soluzioni ci sono ma occorre la volontà politica per attuarle: introdurre un unico contratto di inserimento al lavoro con percorso di formazione e con garanzie di stabilità, combattere realmente l’evasione fiscale con le proposte contenute nella piattaforma unitaria sul fisco. Mettere in atto una vera riforma delle pensioni che tenga conto del futuro dei giovani, salvaguardare i pensionati e le pensionate di oggi con l’adeguamento serio e concreto delle pensioni”.
“Per la Cgil è il momento delle scelte – commenta Gianna Fracassi – la condizione che stiamo attraversando è straordinaria, prima la pandemia, ora la guerra. Occorre combattere la precarietà sempre più dilagante ed agire sui salari: mentre l’inflazione galoppa i salari sono fermi al palo e non vengono rinnovati i contratti”
I dati raccolti ed elaborati dall’Ufficio Economico Cgil offrono uno spaccato netto e drammatico su salari: dal 2015 al 2020 nella provincia di Genova la retribuzione media giornaliera dei lavoratori dipendenti è cresciuta di soli 3,5 euro. Si allarga la forbice tra guadagno giornaliero di un operaio e quello di un dirigente: tra i 77 euro medi giornalieri di un operaio e i 433 euro di un dirigente ci sono ben 356 euro di differenza. A questo si aggiungono le differenze di genere con una retribuzione giornaliera per un uomo di 114 euro contro i 78 di una lavoratrice donna.
“Garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: non un costo ma un investimento per il presente e per il futuro. Bisogna aumentare i controlli ed eliminare le cause degli infortuni e delle morti sul lavoro: serve un intervento deciso sulla catena degli appalti e dei subappalti rendendo effettive e esigibili la clausola sociale, il rispetto dei contratti nazionali e la pensione anticipata per chi fa lavori usuranti e gravosi. Anche su questo le soluzioni ci sono: le imprese che godono di sostegni pubblici devono essere vincolate ad investire in sicurezza e va ulteriormente aumentato il numero degli ispettori e potenziati i servizi di medicina del lavoro territoriali”.
Questi sono solo alcuni dei temi trattati questa mattina durante l’assemblea e che verranno affrontati a Roma il 18 giugno.