Costretti a tenere le serrande abbassate, ristoratori e gestori dei pubblici esercizi italiani non intendono passare Natale e Capodanno in silenzio. Al contrario. A partire da oggi, mercoledì 23 dicembre, e per tutta la durata delle festività, decine di migliaia di locali in tutta Italia esporranno un cartello di protesta all’indirizzo del governo per dire “Basta!” al caos normativo degli ultimi mesi che continua a penalizzare le imprese del comparto.
A riassumere la rabbia e l’esasperazione di bar e ristoranti è il manifesto unitario siglato da Fiepet e Fipe, le principali associazioni di rappresentanza dei pubblici esercizi di Confesercenti e Confcommercio, affiancate dalla Federazione Italiana Cuochi.
Al governo, i pubblici esercizi italiani chiedono invece un altro tipo di DPCM: Dignità, Prospettiva, Chiarezza e Manovra. La dignità di attività essenziali e sicure; la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, magari attraverso un adeguato inserimento nel Piano nazionale di Ripesa e Resilienza; la chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione.
Massimiliano Spigno, presidente di Confesercenti Genova ha raccontato ai microfoni di Babboleo News i motivi della protesta