Il calcio dilettantistico prepara una lenta, faticosa ripartenza.
Il protocollo vigente per i campionati di Serie D, che impone tamponi obbligatori con cadenza settimanale per giocatori e staff, sembra funzionare: poche partite rinviate e regolarità dei campionati che, per ora, è stata garantita.
Per questo motivo i comitati regionali FIGC, tra cui quello ligure, provano a esportare il “modello Serie D” anche all’Eccellenza, la cosiddetta “Serie A dei dilettanti” (anche i giocatori di Serie D sono dilettanti, ma la natura interregionale dei campionati li colloca, de facto, in uno status di semi-professionisti).
I veri protagonisti, però, restano i calciatori: si possono fare programmi, proposte e protocolli, ma senza il consenso di chi poi scende in campo non si fa nulla. Ecco che l’apertura dei giocatori arriva proprio dall’associazione di categoria, l’AIC, che attraverso il suo delegato ligure Alessandro Delucis ribadisce “la posizione che l’associazione aveva anche a marzo”, e cioè la disponibilità a scendere in campo, ma con le adeguate misure di sicurezza.
La quasi totalità dei giocatori dilettanti, spiega Delucis, non gioca a calcio per lavoro: contrarre il virus, al di là delle naturali paure per la propria salute, è un rischio che molti non possono correre per motivi familiari e di lavoro. Il protocollo applicato in D, tuttavia, sembra convincere anche l’AssoCalciatori. I giocatori di Eccellenza, prosegue Delucis, sono anche pronti a un sacrificio: continuare a giocare d’estate (nonostante molti facciano lavori stagionali) per portare a termine i campionati.
L’intervista completa a Delucis: