I cuochi chiedono con una lettera aperta alle istituzioni la ricetta contro la crisi: “Non fateci morire di disperazione”. La situazion per la catergoria è piuttosto grave, un anno travagliato che porterà alla fine il segno meno a bilancio di tante realtà che rischiano di chiudere.
E allora ecco che nella lettera nero su bianco si trova la richiesta di maggiore attenzione, nessuna richiesta per un nuovo ristoro ma solo rispetto per il lavoro. Viene chiesta serietà a “uno Stato che impone e dispone, si tratta di vite, di famiglie, di aziende. Una radicale modifica dei regolamenti. Che venga permessa la libera circolazione regionale alla popolazione, nel pieno rispetto delle regole anti pandemia da voi dettate. Di lavorare non di essere burocrati. Di non essere tacciati come criminali perché vogliamo tenere aperto come altri settori che hanno lo stesso potenziale, se non superiore, di crescita epidemiologica”. Toni duri per far capire la preoccupazione e le difficoltà far quadrare i conti alla fine del mese come ha ai microfoni di Babboleo News abbiamo sentito Alessandro Dentone, presidente dell’associazione cuochi di Genova e Tigullio.

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