In questi giorni il ponente ligure è stato interessato da una crisi idrica che ha riguardato principalmente i comuni del Golfo Dianese e della Valle Merula. Si sono infatti verificati cali di pressione e momentanee interruzioni del servizio.
Dopo gli incontri tra Rivieracqua, la società che gestisce il servizio idrico e i comuni interessati dai disservizi, alcuni sindaci hanno già emesso le prime ordinanze per limitare il consumo di acqua e fare in modo che nessuno resti senza.
Non è la prima volta che nel ponente della Liguria si verificano problemi di questo tipo: abbiamo cercato di capirne il motivo contattando Gian Alberto Mangiante, presidente del CdA di Rivieracqua.
“I problemi principali si verificano spesso nelle località d’altitudine, che hanno difficoltà ad attingere ai pozzi che vanno in tensione”.
E poi c’è un sistema acquedottistico carente. “Rivieracqua ha ereditato, nel 2012, impianti e una rete idrica su cui non erano mai stati fatti investimenti né manutenzioni”.
Ultimo fattore, forse il più importante, il boom turistico che si è verificato in Liguria: in generale, ogni estate, a una maggiore richiesta di acqua non corrisponde una adeguata risposta del sistema idrico ponentino. Quest’anno, con la popolazione ligure aumentata del 30% a luglio e agosto, la situazione è diventata ancora più critica.
“Tutti questi elementi hanno fatto sì che si verificasse la classica ‘tempesta perfetta’”.
Ma cosa si sta facendo, concretamente, in Liguria per evitare che problemi simili si ripetano in futuro?
“Per sopperire a queste carenze – risponde Mangiante – è in corso il cosiddetto ‘raddoppio del Roja’, per il quale la Regione investe 5,9 milioni di euro”. Rivieracqua ha fatto sapere di porsi come obiettivo quello di limitare i disservizi a partire dalla prossima stagione turistica, e quindi dall’estate 2022.