Che in politica tutto scorra e nulla sia mai fermo, oramai è assodato. Lo raccontano quotidianamente gli equilibri, spesso sul filo del rasoio, su cui si fondano i “giochi politici” all’interno di partiti e movimenti. Se il MoV5stelle dovrebbe aver individuato nell’ex premier Giuseppe Conte il futuro leader, capace di tenere insieme diverse anime del partito e anche di essere fautore di una possibile e stabile coalizione di centrosinistra, il Partito democratico si è ritrovato nella tempesta post dimissioni del segretario Nicola Zingaretti che, attraverso un lungo post su Facebook, ha detto addio al ruolo di mediatore. “Mi vergogno del Pd”, le parole choc e al vetriolo del presidente della regione Lazio. All’hastag #ripensaciNicola, si è susseguita, nei giorni successivi, la girandola di nomi che lo avrebbero dovuto sostituire. Alla fine è stato scelto lui, Enrico Letta, ex presidente del consiglio tra il 2013 e il 2014, tradito e silurato da Matteo Renzi con l’oramai celeberrimo “stai sereno”, che si tramutò in dimissioni e cambio al vertice del governo. Letta è stato per sette anni lontano, ma non troppo, dalla politica e dai dem, che osservava dalla Francia, dove ha diretto la scuola Affari internazionali di Parigi.
“Dobbiamo essere progressisti nei valori, riformisti nel metodo, coltivando la radicalità nei comportamenti”, queste le regole dettate da Letta, che punta a ripartire dai giovani e dalle donne. Ma come è stato accolto il suo discorso di domenica dal Pd ligure e genovese? Noi lo abbiamo chiesto al segretario provinciale di Genova e consigliere comunale a Palazzo Tursi Alberto Pandolfo, che definisce così il programma del suo segretario: “Coraggioso, chiaro e generoso alla comunità del Partito democratico, offre la capacità di rigenerazione e di apertura necessaria per affrontare una fase delicata del nostro Paese”. Voto ai sedicenni e ius soli, due delle proposte che Enrico Letta ha presentato prima dell’incoronamento di domenica scorsa (14 marzo ndr). Proposte, soprattutto la seconda, che hanno scatenato la reazione avversa del centrodestra, in particolare quella dei leader della Lega e di Fratelli d’Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Ma nel frattempo, mentre a Roma si studiano le mosse per una futura coalizione, trainata dal M5s e dai dem, a Genova il nuovo Pd si starà preparando per le amministrative del 2022? “Stiamo già lavorando”, ha spiegato Alberto Pandolfo ai microfoni di Babboleo News-cosa succede in Liguria.