Una marea umana, accompagnata da palloncini gialli, ha dato l’ultimo saluto alla giovanissima Gaia, la 16enne rimasta vittima dell’auto pirata che ha travolto un gruppo di giovani nel quartiere genovese di Quezzi. Presenti centinaia di persone che si sono radunate questa mattina davanti alla chiesa di largo Merlo. L’arrivo della salma è stato accompagnato dai clacson dei motorini dei coetanei che hanno formato un piccolo corteo. Gaia era seduta su una panchina con le sue amiche quando il suv della Bmw lanciato a tutta velocità e guidato dal 23enne Luca Bottaro, si è schiantato sulle panchine di piazza Pedegoli. Gaia era rimasta incastrata sotto a uno scooter, andato a fuoco a causa del forte impatto. La giovane aveva riportato ustioni di terzo grado su tutto il corpo ed era ricoverata al centro grandi ustionati dell’ospedale Villa Scassi di Genova. Nonostante la sua battaglia contro la morte, Gaia non ce l’ha fatta e a soli sedici anni le hanno spezzato la vita. Il destino ha voluto che ieri sera (martedì 17 novembre ndr), poco prima delle 23, all’ospedale Giannina Gaslini, è nato il piccolo Brian, figlio di una delle quattro ragazze, amica di Gaia, anche lei rimasta ferita nell’incidente. Il presidente del Municipio Bassa Val Bisagno Massimo Ferrante, oltre ad esprimere la propria vicinanza alla famiglia, ribadisce la propria amarezza: “E’ stata una tragedia annunciata, bisogna aumentare i controlli perché, di sera, alcune zone diventano terra di nessuno, al massimo gira una pattuglia”. Il presidente Ferrante rilancia la sua proposta: “Bisogna installare i semafori intelligenti“. Ovvero? “Quei semafori che di giorno rimangono spenti e di sera/notte fanno scattare il rosso bloccando le corse folli tra curve a gomito e rettilinei”, ci spiega Ferrante. Ascolta l’intervista completa.

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