Genova e Stati Uniti legati a doppio filo, il docente Castagneto racconta la lotta degli afroamericani – Babboleo

Genova e Stati Uniti legati a doppio filo, il docente Castagneto racconta la lotta degli afroamericani

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Genova e Stati Uniti d’America legati a doppio filo. La casa editrice genovese “Città del silenzio” ha presentato il volume “L’età delle immagini e immagini e progresso”, con testi tradotti in italiano per la prima volta, del padre dei diritti dei neri Frederick Douglass. Il volume è curato dal genovese Pierangelo Castagneto, docente di Storia degli Stati Uniti all’American University in Bulgaria. Per gli americani, Frederick Douglass non solo è stato uno dei maggiori scrittori e oratori statunitensi dell’Ottocento, ma è anche uno dei primi afroamericani a battersi attivamente per i diritti dei neri, tanto da essere raffigurato in opere di street art e celebrato come motivo di ispirazione da Barack Obama. È proprio nel pieno del movimento del #BlackLivesMatter e a seguito della lunga campagna elettorale americana tra Trump e Biden che in Italia esce “L’età delle immagini e Immagini e progresso”, un volume che contiene due testi inediti per il pubblico italiano di Frederick Douglass, a cura di Pierangelo Castagneto per la casa editrice Città del silenzio.

«Frederick Douglass è una figura chiave nella storia americana – racconta Castagneto – nato schiavo nel 1818 in una piantagione del Maryland, all’età di vent’anni riesce a fuggire e si trasferisce prima a New York e poi in Massachusetts, pubblicando Narrative of the Life ofFrederick Douglass, an American Slave”, la prima autobiografia scritta da uno schiavo. Grazie alla sua cultura, straordinaria per l’epoca e per la sua condizione, e alle sue incredibili doti da oratore, diventa il leader del movimento abolizionista. Negli Stati Uniti, tuttora è considerato uno dei padri della lotta per i diritti civili e un simbolo di umanità, cultura e progresso».

Il volume si sofferma su uno degli aspetti meno noti dell’oratore del Maryland, ovvero la sua passione per la fotografia, intesa come strumento atto a favorire l’emancipazione della popolazione afroamericana, fino a quel momento mai immortalata. «Gli scritti raccolti in questo volume, per la prima volta tradotti in italiano, testimoniano la grande attenzione di Douglass per le trasformazioni sociali e scientifiche del proprio tempo – spiega l’editore Andrea Sisti – Douglass coglie nella fotografia un formidabile strumento di emancipazione per i neri d’America, “un’arte democratica”, che, grazie alla sua neutralità meccanica, poteva per la prima volta rappresentare la vera natura dell’afroamericano, mostrarlo nella sua inequivocabile umanità, senza il fardello dei pregiudizi razziali prodotti dai bianchi». Douglass, con gli oltre 150 ritratti che lo vedono protagonista, diventa uno degli afroamericani più fotografati della storia e un simbolo della lotta per i diritti dei neri. Il suo volto è rappresentato ancora oggi in un celebre murales a Belfast.

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