Rebecca Miscioscia è entrata nei Guinness dei primati per essere diventata la più giovane medico donna nella storia ad assumere il ruolo di direzione di una struttura sanitaria. È Italiana, più precisamente genovese e all’età di soli 33 anni e 95 giorni è diventata Medical Director e Clinic Manager di una Clinica di Fertilità in Danimarca.
Prima di tutto ci può spiegare cosa significa questo titolo e come si è sentita quando ha scoperto di aver vinto questo prestigioso riconoscimento?
Quando ho scoperto di aver vinto questo riconoscimento, sono rimasta senza parole. Vedere riconosciuti l’impegno e la dedizione alla mia professione è stato un sogno che diventava realtà. Il ruolo di Direttore Medico è complesso, oltre ad esercitare la professione medica, infatti, si ha anche la responsabilità degli aspetti gestionali ed organizzativi. È stata per me una grande sfida personale raggiungere questa carica e sono molto orgogliosa di essere stata premiata per aver raggiunto questo traguardo così precocemente nella mia carriera.
Che cosa l’ha spinta a intraprendere questa carriera nel settore sanitario e a lavorare così duramente per raggiungere questo traguardo?
Ho scelto di diventare medico perché volevo fare la differenza nella vita delle persone. Fin da piccola ho sempre desiderato aiutare gli altri ed ho pensato che occuparmi della salute mi avrebbe permesso di raggiungere questo obbiettivo in più ambiti possibili. Raggiungere questo traguardo è stato bellissimo, ma non è stato questo che mi ha spinta a lavorare duramente, il mio impegno e la mia dedizione sono state rivolte solo a dare il mio meglio ai miei pazienti.
Quale è stato il suo percorso?
Mi sono laureata in Medicina e Chirurgia all’Università San Raffaele di Milano (laureata con votazione 110/110 e Lode) e successivamente mi sono specializzata in Ginecologia ed Ostetricia presso l’Università degli Studi di Brescia (diplomata con votazione 50/50 e Lode). Durante gli anni di specialità mi sono concentrata sull’oncologia (lo studio del cancro) e sull’oncofertilità, cioè la preservazione della capacità riproduttiva nei pazienti affetti da malattie tumorali. La mia passione
per la riproduzione umana mi ha portata a fare diverse esperienze di formazione all’estero permettendomi di diventare un’esperta di fertilità e di venire scelta per essere a capo del progetto di creazione e successiva direzione di un centro di fertilità in Danimarca.
Come descriverebbe la sua esperienza di lavoro finora e quali sono state le sfide più grandi che ha dovuto affrontare nel suo lavoro?
La mia esperienza di lavoro finora è stata molto intensa e gratificante. Le sfide più grandi che ho dovuto affrontare sono state la gestione di un progetto nuovo con grandissime responsabilità nei confronti dei pazienti in primis, ma anche degli investitori in un paese straniero con leggi molto diverse rispetto all’Italia ed all’Europa mediterranea per quanto riguarda la salute riproduttiva.
Quali sono i suoi obiettivi a lungo termine e come pensa di raggiungerli?
Attualmente i miei sforzi sono rivolti verso cercare di raggiungere un obiettivo molto ambizioso: rendere i trattamenti di fertilità più accessibili ed empatici. Affronto la mia professione con la convinzione che un medico non sempre sia in grado di curare la malattia ma che debba sempre prendersi cura del proprio paziente. Per raggiungere una migliore e più efficace tutela della salute riproduttiva, penso sia importante partire dalla promozione di una corretta informazione capace da un lato di tutelare già in età adolescenziale la fertilità dei futuri aspiranti genitori e dall’altro di guidare i pazienti infertili nelle decisioni che dovranno fare durante il loro percorso. Per rendere la salute riproduttiva più equa però, sarà anche fondamentale promuovere un dialogo più efficace tra il mondo medico e quello governativo.
Infine, quali consigli darebbe a giovani donne che sognano di seguire le sue orme e intraprendere una carriera nel settore sanitario?
Vorrei esortare tutte le giovani donne che aspirano a lavorare nel campo della salute o in altri settori considerati “di dominio maschile” a credere in loro stesse e ad avere il coraggio di mettersi in gioco per realizzare i loro sogni. La vita è piena di sfide, a prescindere dalla professione che si sceglie d’intraprendere, ma la dedizione a raggiungere i propri obiettivi e una mentalità aperta, sempre pronta ad imparare dai successi ma anche dalle sconfitte, sono elementi imprescindibili per affrontare qualsiasi difficoltà e trasformarla in una risorsa per il futuro. Purtroppo ancora oggi esiste una forte disparità tra uomini e donne nel settore scientifico e sento che è importante dimostrare alle nuove generazioni di bambine e bambini che, a prescindere dal sesso, sia possibile intraprendere una carriera di successo negli ambiti STEM [acronimo dall’inglese “science, technology, engineering and mathematics” è un termine utilizzato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche e i relativi corsi di studio] raggiungendo grandi traguardi anche ad una giovane età. La forza e determinazione di ognuno di noi alimenta il motore del cambiamento per la creazione di un futuro più equo e inclusivo per tutti.
Se vuoi vedere il sito della Dottoressa lo trovi qui: https://www.thegentlelady.com