In pandemia inarrestabile l’uso e l’abuso di alcolici – Babboleo

In pandemia inarrestabile l’uso e l’abuso di alcolici

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Dopo un anno di pandemia il consumo di alcol è aumentato a livelli vertiginosi.
“L’Istituto Superiore di Sanità ci ha fornito dei dati precisi e attendibili: il primo dato che ci ha subito allarmato riguarda quello del consumo di bevande alcoliche attraverso la richiesta online ha affermato ai microfoni di Babboleo News il Dott. Gianni Testino primario del centro alcoologico dell’Asl3 di Genova.
Sicuramente i consumi dei bar, dei ristoranti sono calati in modo drammatico, mentre la richiesta online è aumentata di circa il 425%. Un altro dato scientifico evidenzia che un 30% della popolazione che beveva, definita a “basso rischio” (per le donne un consumo al di sotto di 2 unità alcoliche al giorno e per l’uomo al di sotto delle 3/4 unità alcoliche al giorno) ha superato questi limiti. Un altro dato che ci preoccupa è che quelle persone che già consumavano alcol e non erano alcol dipendenti, il 60% di queste persone è scivolato in consumi che potrebbero far pensare in futuro a un aumento, particolarmente significativa nelle dipendenze e per questa ragione noi diciamo sempre che con il Covid diventa un’opportunità rivedere i propri stili di vita.

I dati allarmanti, però riguardano anche le cirrosi epatiche: ” Dieci anni fa i ricoverati per cirrosi epatica variavano fra i 60/65 anni, mentre negli ultimi anni questa età media è scesa ai 50/55 anni. – ha continuato Testino -ma oggi c’è una nuova modalità di consumo di bevande alcoliche, soprattutto il consumo di bevande alcoliche associato alle sostanze stupefacenti come la cannabis, le sostanze sintetiche per i ragazzi e, in più il fatto che i nostri giovani iniziano a bere tra gli 11 e 14 anni. Per questa ragione, l’età media delle cirrosi si è ulteriormente abbassata e abbiamo notato che nei primi due mesi del 2021, come il 23% dei nostri pazienti avesse già la cirrosi epatica ma il dato più allarmante è che la data media di questo 23% varia tra i 33 e i 35 anni, sono persone che hanno iniziato a bere in una fase precoce, associando l’alcol ad altre sostanze stupefacenti, in particolare quelle sintetiche. Anche in Liguria la prima causa del trapianto di fegato è l’alcol, sopratutto se l’alcol viene associato a problemi metabolici o sostanze stupefacenti.”

Ma uscire dalla dipendenza da alcool e possibile. Nella nostra Regione ci sono servizi che si occupano di questo e il primo passo che bisogna fare è essere consapevoli di avere un problema con l’alcol perchè gli aiuti ci sono e talvolta sono aiuti anche faticosi, ma si può guarire, mettendosi in gioco insieme alle famiglie.

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