Dal Regno Unito arrivano importanti novità per l’introduzione del Molnupiravir, una pastiglia antivirale della Merck, come cura domiciliare contro il Covid-19. L’agenzia britannica del farmaco ne ha autorizzato l’impiego per tutti i pazienti adulti che presentano almeno un fattore di rischio per lo sviluppo di malattia grave.
Tra i sostenitori del farmaco c’è il direttore di Malattie Infettive del San Martino di Genova, Matteo Bassetti. Il suo reparto è stato l’unico in Italia a condurre lo studio su un paziente durante la fase 3 della sperimentazione del farmaco, conclusa circa due mesi fa.
Il paziente di Genova è stato tra gli ultimi che si è potuto arruolare nello studio: poco dopo sono state fatte delle ‘interim analysis’, analisi dei dati condotte prima che la raccolta dei dati stessi sia completata. E i risultati sono stati straordinari.
“Confrontando le differenze tra il farmaco sperimentato e un placebo, si è visto che il Molnupiravir ha ridotto del 50% i ricoveri in ospedale e ridotto in maniera significativa la mortalità” spiega Bassetti su Babboleo News. “A questo punto, i risultati sono stati talmente incoraggianti che non si è dovuta completare la sperimentazione, che prevedeva altri mille pazienti in tutto il mondo. E anche l’approvazione del Regno Unito con procedura urgentissima è un ottimo segnale. Ora è tutto nelle mani dell’EMA”.
I tempi per l’introduzione del Molnupiravir in Italia potrebbero essere molto brevi. “Mi auguro che a dicembre sia disponibile: parliamo di una pastiglia che si può assumere a casa. E aiuta a spegnere sul nascere l’infezione”.
Un farmaco che si va ad aggiungere ai vaccini (ma non li sostituisce) nella cura contro il Covid-19. “Oggi abbiamo un pacchetto di misure per affrontare il virus, costruito in 18 mesi” prosegue l’infettivologo. “Ma la prima difesa restano i vaccini. Qualora il vaccino non funzionasse, o qualora il paziente non fosse vaccinato, abbiamo gli anticorpi monoclonali e ora, a breve, potremo utilizzare un antivirale che agisce direttamente sul virus inibendone la crescita”.
Poi ci sono le cure contro l’infiammazione, come il cortisone e l’Anakinra. E ancora, gli antivirali ospedalieri come il Remdesivir, “su cui Genova è stata antesignana: lo abbiamo usato al San Martino nel febbraio 2020”.
“Il pacchetto delle cure, oggi, è sostanzioso: di questo dobbiamo rendere grazie alla ricerca medico-scientifica. In così poco tempo ha fatto così tanto, non era mai successo con nessun’altra malattia”.