A partire da lunedì 8 marzo, la Sardegna sperimenterà l’utilizzo di una specie di passaporto sanitario, per regolare e cercare di mantenere il suo territorio il più possibile libero dal virus. Pertanto tutte le persone che sbarcheranno sull’isola, provenienti quindi anche da Genova, dovranno essere munite di certificato di vaccinazione o altrimenti sottoporsi al tampone o a un test antigienico rapido nelle postazioni in allestimento negli scali marittimi e negli aeroporti. Si tratta del primo caso europeo, che potrebbe essere preso come modello da altre regioni a forte trazione turistica, tra cui anche la Liguria.
Cosa si intende esattamente per “passaporto vaccinale”? Quali sono i pro e i contro dal punto di vista scientifico e giuridico?
Su Babboleo News – Cosa succede in Liguria ne parliamo con Alessandro Attilio Negroni – Ricercatore in Filosofia del diritto Università di Genova
L’ordinanza di Solinas “(che lascia in realtà spazio anche a possibilità alternative al passaporto vaccinale per entrare in Sardegna) sembra in linea con una tendenza delle regioni al “fai da te” in materie peraltro particolarmente delicate in cui bisognerebbe attendere le decisioni del governo centrale. Penso per esempio all’idea di alcune regioni, come il Veneto, di comprare dei vaccini in autonomia muovendosi di fatto come degli Stati sovrani a livello internazionale, quasi dimenticando che l’Italia è una Repubblica “una e indivisibile” (art. 5 Cost.). Ma a parte questa considerazione, l’idea di un passaporto vaccinale sembra
scontrarsi con problemi di diversa natura, in particolare di tipo scientifico e di tipo giuridico.“
Problemi di tipo scientifico. “Lasciando da parte il fatto che la disponibilità del vaccino è limitata, l’utilizzo di un passaporto vaccinale non sarebbe a rigore scientifico: mancano per esempio dati certi sull’efficacia del vaccino nel ridurre la trasmissione del virus, sulla durata dell’immunità acquisita a
mezzo vaccino, sulla percentuale di insuccesso del vaccino causata dal diffondersi di nuove varianti del virus. limitata disponibilità di vaccini, potrebbe essere fonte di esclusione e discriminazione“
Problemi di tipo giuridico. “Se il passaporto vaccinale prevede delle restrizioni alle libertà costituzionalmente garantite dei cittadini che non ne sono in possesso (o perché non sono riusciti a vaccinarsi o perché non vogliono vaccinarsi), allora il vaccino contro il covid-19 diventa a tutti gli effetti
un trattamento sanitario obbligatorio. “Obbligatorio” perché chi non lo fa subisce delle sanzioni indirette. Il punto è che in base all’articolo 32 della Costituzione solo il parlamento attraverso una legge può eventualmente imporre un trattamento sanitario obbligatorio. Lo ha anche ricordato di recente il garante
della privacy e con molta chiarezza la la vice presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, Ginevra Cerrina Feroni.“
Cosa fa l’Europa. “In Europa la presidente della Commissione europea (Ursula Von der Leyen) ha affermato che il 17 marzo la Commissione formalizzerà una proposta di passaporto vaccinale. Una scelta che appare in aperto contrasto con quella risoluzione votata all’unanimità dall’Assemblea parlamentare del
Consiglio d’Europa: in tale risoluzione viene chiesto agli Stati membri e all’Unione europea di non introdurre i passaporti vaccinali, ma di utilizzare i certificati vaccinali solo con finalità strettamente sanitarie (è la risoluzione n. 2361 del 27 gennaio 2021).“