In vista della Giornata Mondiale sulla Sicurezza in Rete (Safer Internet Day 2023) che ricorre martedì 7 febbraio , c’è una fortissima campagna di sensibilizzazione lanciata dalle ragazze e dai ragazzi del Movimento Giovani per Save the Children per i coetanei contro la violenza di genere online nelle relazioni di coppia tra gli adolescenti.
La dimensione di vita “online” è diventata sempre più centrale nel sistema di relazioni e di sviluppo dell’identità per i ragazzi e le ragazze, in un ambiente digitale in cui agiscono con forza gli stessi stereotipi di genere del mondo fisico, fino a costituire un terreno fertile per comportamenti violenti.
La continuità della violenza di genere nei confronti delle ragazze è purtroppo confermata dai dati che in Italia le segnalano in maggioranza rispetto ai ragazzi tra le vittime di quasi tutte le tipologie di reato anche on-line 1 , ma c’è un altro aspetto specifico e importante che riguarda il vissuto di giovani e adolescenti, finora poco esplorato, quello della violenza di genere on-line nelle relazioni di coppia. Ancora troppo spesso, infatti, comportamenti abusivi e di controllo mediati dalle tecnologie digitali e dai social media rischiano di essere “normalizzati” e scambiati per forme di amore, ma possono essere di fatto vere e proprie forme di violenza agite all’interno della coppia e nel suo contesto sociale.
Come emerge da una recente consultazione online promossa per esplorare questo tema dal Movimento Giovani per Save the Children, che ha coinvolto quasi 1.000 ragazzi e ragazze (902) tra i 14 e i 25 anni in Italia, 2 sebbene la gran parte dei partecipanti associ i rapporti di coppia a valori come 1 Minorenni vittime di abusi, Servizio Analisi Criminale 2022comprensione, sincerità, complicità, rispetto e fiducia, il 42,2% del totale dei partecipanti riferisce di avere avuto un’amica/o che ha vissuto una qualche forma di violenza on-line nella relazione, soprattutto rispetto alla sfera del controllo personale. Tra i comportamenti ritenuti più frequenti ci sono la creazione di un profilo social fake per controllare il/la partner (73,4%), le telefonate/invio di messaggi insistenti per sapere dove si trova e con chi è (62,5%), il controllo degli spostamenti e delle persone con cui si trova (57%), l’impedire al/alla partner di accettare delle persone tra le amicizie sui social (56,2%), ma anche il fare pressioni affinché il/la partner invii sue foto sessualmente esplicite” (55,1%) o minacciare la diffusione di informazioni, foto o video imbarazzanti (40,6%). Infatti, oltre alla sfera del controllo, le situazioni di abuso o violenza online all’interno di una coppia possono riguardare anche i comportamenti volti a danneggiare la reputazione o violare la privacy del/della partner, o quelli aggressivi, che includono minacce e
umiliazioni, o pressioni per ottenere forzosamente il consenso ad attività sessuali indesiderate.
È questo il tema al centro della campagna di sensibilizzazione “Lo hai mai fatto?” contro la violenza di genere on-line tra adolescenti, ideata e realizzata dalle ragazze e dai ragazzi del Movimento Giovani per Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro -, e lanciata oggi in vista della Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete (Safer Internet Day 2023) che ricorre il prossimo 7 febbraio.
Questa campagna vuole essere un’azione concreta di sensibilizzazione e coinvolgimento attivo tra coetanei ed è nata dalla partecipazione delle ragazze e dei ragazzi dei gruppi SottoSopra di Venezia e Reggio Calabria del Movimento al progetto europeo DATE (Developing Approaches and Tools to End Online Teen Dating Violence) nel 2021 e 2022, finanziato dalla UE nell’ambito del programma Rights Equality and Citizenship, e realizzato in Italia in collaborazione con il Centro Studi Erickson.
L’importanza del ruolo dei coetanei per promuovere relazioni di coppia che escludano la violenza on-line è confermato dalle ragazze e dai ragazzi stessi che hanno risposto alla consultazione. Più di 7 su 10 si rivolgerebbero adamici/e se fossero vittime di violenza on-line, mentre la fiducia nei confronti dei genitori o di fratelli e sorelle si attesta rispettivamente al 33% e al 30%. Se è comunque consistente anche la volontà di rivolgersi alle le forze di polizia (25,5%), sono invece pochi gliintervistati che si rivolgerebbero ad un insegnante (7,6%).
Ai microfoni di Babboleo News Brunella Greco, esperta di tutela di minori on line, ci ha spiegato i particolari dell’iniziativa