Sanremo, Calvi (FIPE): “Festival solo se in sicurezza, può dare sollievo a attività locali” – Babboleo

Sanremo, Calvi (FIPE): “Festival solo se in sicurezza, può dare sollievo a attività locali”

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Manca poco più di un mese all’inizio del Festival di Sanremo, ma sono ancora molte le perplessità e le incertezze sulle modalità di svolgimento della manifestazione. Tra Amadeus che minaccia di disertare in caso di assenza di pubblico, salvo tornare sui suoi passi dopo un confronto con la Rai, e lavoratori dello spettacolo pronti a dare battaglia se invece le porte dell’Ariston si aprissero agli spettatori, il garbuglio si complica.

Il Comitato Tecnico Scientifico darà un parere nell’ottica di preservare la salute di tutti, ma il governo dovrà pensare a trovare il giusto equilibrio tra il contenimento del contagio e la tutela dell’economia locale. Per non parlare dell’importanza che il Festival di Sanremo ha a livello mediatico in Europa e nel mondo.

A Sanremo, intanto, le imprese sono sono alla finestra, nella speranza di avere notizie certe il prima possibile. In un verso o nell’altro. Abbiamo contattato il presidente di FIPE Imperia, Enrico Calvi, per sapere qual è la posizione dei ristoratori sulla questione e capire l’impatto economico che il Festival ha sulla città di Sanremo.

Come FIPE, pensate sia opportuno fare il Festival di Sanremo in questa situazione di emergenza sanitaria?

“Bisogna trovare una risposta univoce all’emergenza economica e a quella sanitaria. Non bisogna penalizzare chi rispetta le regole per pochi che non hanno né senso di responsabilità, né la percezione del rischio e delle ripercussioni economiche derivanti da comportamenti scorretti. Se il Festival di Sanremo rispetta le misure di prevenzione, con controllo e tracciabilità, può essere un’occasione rilevante per l’economia e le imprese del territorio. Ma bisogna tutelare e prendere in considerazione le piccole realtà: se no, a fine pandemia, rimarranno sul mercato solo le grandi concentrazioni economiche.

La risposta integrale di Calvi

I pubblici esercizi, tra chiusure e restrizioni, sono in grande difficoltà. È possibile quantificare, in provincia di Imperia, le perdite di fatturato nel 2020 e in questo mese di gennaio?

“In provincia il settore della ristorazione rappresenta 2.200 aziende, che fatturano all’anno oltre 800 milioni. nel 2020 c’è stata una perdita superiore al 36%, riferendoci ai dati nazionali che sono in linea con le nostre percentuali. Non abbiamo ancora i dati di gennaio, ma con tutte queste chiusure è probabile un ulteriore peggioramento rispettto al 2020. Ma il vero problema sono i costi fissi, che non vengono spesso contenuti né presi in considerazione: va rivisto l’intero sistema dei ristori, a livello nazionale e locale.”

La risposta integrale di Calvi

In parole povere, quanti soldi porta il Festival di Sanremo al settore del pubblico esercizio?

“Il Festival, con tutta la macchina organizzativa che si porta dietro e con la solita affluenza di pubblico porta alle attività del nostro settore circa 10 milioni di euro ogni anno. Un polmone importantissimo per l’economia locale perchè rappresenta mesi di lavoro concentrati in una settimana, per di più in un periodo che sarebbe “morto”. Fare il Festival ridotto significa ridimensionare gli introiti fino al 50%, ma in questo momento di crisi sarebbe comunque una boccata d’ossigeno.”

La risposta integrale di Calvi

Potrebbe essere una soluzione rinviare a giugno il Festival, magari con ristoranti e hotel aperti? Sarebbe un bel volano per la ripartenza di tutte le categorie.

“E’ una domanda che ha portato molto confronto aperto, anche al nostro interno. Le grandi manifestazioni sono legate a impegni di programmazione e sostegno degli sponsor, lo sappiamo bene tutti. La nostra proposta iniziale di spostamento di qualche settimana deve quindi tenere conto delle esigenze degli organizzatori del Festival. In primo luogo, riteniamo che sia necessario avere la certezza che il Festival si svolga. A questo obiettivo deve essere orientata un’azione congiunta di tutti, a livello comunale, provinciale e regionale. Quantomeno per le ricadute a livello di immagine che il Festival porta a tutto il territorio.”

La risposta integrale di Calvi

Dal governo arrivano pochi ristori. Come FIPE siete in contatto con le istituzioni locali? Che risposte arrivano in merito alla situazione corrente?

“FIPE, ConfCommercio e i sindacati si stanno confrontando con le istituzioni a tutti i livelli. A livello locale stiamo chiedendo di ridurre le imposizione e confermare le agevolazioni che permettono di rispettare le norme anticovid, quindi l’utilizzo del suolo pubblico che consente di allargare i dehor senza aumentare gli oneri delle attività. Cerchiamo anche di sensibilizzare la autorità sul ruolo delle imprese come valore per il territorio. Ci sono problematiche differenti, ma credo che sia compreso il valore dell’economia reale portato dalle nostre imprese. Serve un passo in avanti nel controllo della gestione degli enti e delle partecipate, per non gravare sui cittadini e diminuire gli oneri fiscali”.

La risposta integrale di Calvi

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