Quanti di voi, durante il lockdown, hanno fantasticato con amici e parenti su quante belle cose si sarebbero fatte una volta terminata l’emergenza? Vacanze, gite, escursioni… un modo per tenere viva la speranza in un momento in cui, di fatto, si poteva solo attendere.
Non appena il virus ha concesso una breve tregua, tra giugno e ottobre, migliaia di liguri hanno scelto i sentieri dell’entroterra e della costa ligure come meta per escursioni e esperienze di vario tipo immersi nella natura, dalla mountain bike all’arrampicata.
Non sempre, però, le nostre gite fuori porta vanno a finire nel modo sperato: a volte sopravvalutiamo le nostre possibilità, scegliendo sentieri troppo difficili, altre volte invece sbagliamo abbigliamento e calzature. Oppure, semplicemente, è la nostra giornata sfortunata.
E’ in queste situazioni che il Soccorso Alpino e Speleologico corre in aiuto di tutti gli escursionisti infortunatisi lungo il percorso. Ogni anno, il Corpo Nazionale S.A.S. tira le somme degli interventi effettuati in Liguria: nel 2020 ne sono stati effettuati 328, praticamente gli stessi del 2019 (338). Un dato che “è assolutamente lo specchio di un anno particolare” spiega il presidente Fabrizio Masella. “Quando le persone hanno potuto uscire, si sono riversate nei sentieri della Liguria. E statisticamente, all’aumentare delle persone aumentano gli interventi” Addirittura, nei mesi più caldi dell’estate gli interventi hanno toccato picchi da record: 60 casi ad agosto, 59 a settembre. Una media di due al giorno. Al contrario, nei mesi di marzo e aprile i sentieri della Liguria sono stati pressoché deserti (12 gli interventi del Soccorso Alpino).
La casistica degli interventi del soccorso alpino del 2020 vede al primo posto i casi di caduta accidentale che rappresentano circa il 40% del totale. A seguire smarrimento della strada, incapacità di riuscire a proseguire su un sentiero non adatto alle proprie caratteristiche o all’abbigliamento (ad esempio infradito sui sentieri vicini al mare) e malore. Chi è stato soccorso nel 2020 stava facendo soprattutto escursionismo (oltre il 50% dei casi) oppure andava in mountain bike o per funghi. Ad essere stati soccorsi sono stati soprattutto gli uomini (71%) rispetto alle donne (29%).
Nel 2021, purtroppo, è probabile che si verificheranno ulteriori chiusure “a singhiozzo”, tra limiti agli spostamenti e restrizioni di vario tipo. La gita fuori porta resterà quindi un’attrattiva gettonatissima, e il rischio che gli interventi del Soccorso Alpino si moltiplichino ancora c’è. Come fare, quindi, per evitare di trovarsi in situazioni spiacevoli durante la nostra escursione?
Per prima cosa, è opportuno scegliere attentamente il nostro vestiario, soprattutto le calzature che sono una delle cause principali di infortuni sui sentieri. Anche la meta ha la sua importanza: è sempre bene calibrare le proprie capacità fisiche con l’escursione che andiamo a fare, tenendo conto anche delle esigenze di eventuali compagni di viaggio. Ultimo, ma non per importanza, comunicare sempre a qualcuno dove state andando e che sentiero avete intenzione di percorrere: nel caso in cui doveste perdervi, o farvi male, le segnalazioni al Soccorso Alpino saranno così molto più precise e i volontati del Corpo potranno intervenire nel minor tempo possibile.
Buonsenso e prudenza: questi, in sintesi, sono i principali consigli che possiamo dare a noi stessi e agli altri, in modo da godere delle meraviglie della nostra regione, dal mare ai monti… ma senza farci male.
L’intervista al presidente ligure C.N.S.A.S. Fabrizio Masella:
Vi aspettavate dati simili al 2019?
E’ stata giustificata questa voglia di evasione oppure si sono registrati comportamenti un po’ al limite?
Il numero delle persone poco esperte sui sentieri ha fatto salire anche il numero degli infortuni?
Ammesso e non concesso che ci si possa spostare: quali sono i consigli?