Circa 150 cani e 60 gatti, questo è il bilancio del canile genovese, in cui non si cessano di registrare entrate a causa di sequestri, amministrativi penali, custodie, rinunce di proprietà e vagabondaggio. Numerosi sono i casi di ripensamento dell’adozione dal Sud Italia, le cosiddette “staffette”, ad opera di chi, sottovalutando la portata dell’impegno di accogliere un animale nella propria famiglia, lo delega alle cure di strutture come Monte Contessa, in cui la situazione si fa sempre più insostenibile.
“La base per un’adozione consapevole è la conoscenza diretta” dichiara Claudia Cavallo, volontaria del canile di Genova ed educatrice cinofila “si evita così che il cane venga lasciato nel canile della nuova città perchè non corrisponde a quello visto in fotografia”
“Sulla base delle condizioni di vita dell’interessato proponiamo gli esemplari più adatti, con i quali si organizzano degli incontri conoscitivi per poi passare ad un affido provvisorio che si farà definitivo dopo i sessanta giorni” prosegue Claudia, “ma per chi volesse, sono sempre graditi sostegni economici”
Per ascoltare l’intervista completa di Claudia Cavallo, la volontaria di Monte Contessa, ai microfoni di Radio Babboleo clicca qui