Inizia oggi una nuova rubrica: Storie d’asfalto, in collaborazione con la Polizia Stradale di Genova. E sarà proprio la Polizia stradale a spiegare cosa sarebbe stato necessario fare (ma anche cosa si sarebbe dovuto fare) per evitare incidenti a volte anche gravi. Ogni volta racconteremo un incidente realmente accaduto sulla rete autostradale della Liguria. L’obiettivo è, attraverso fatti reali, sensibilizzare gli automobilisti a comportamenti corretti. Ogni storia ha un titolo. Ecco il primo.
RAGAZZE AL MATTINO
È la fine dell’estate quando Anna, Giulia e Michela partono da Genova alla volta di Pavia. Sono state invitate ad una piccola festicciola di laurea di una loro vecchia amica: non possono mancare. Partono nel tardo pomeriggio, perché prima Giulia e Michela devono finire di lavorare.
Raggiungono il ristorante di Pavia giusto per cena con la macchina, una piccola utilitaria, che Anna ha chiesto in prestito a sua nonna. La festa va per le lunghe: tanti volti conosciuti e tanto divertimento, tanto alcol, ma non troppo. E’ quasi mattina: il cielo si fa grigio e pesante: sono già le 7 e Anna deve essere a Genova in mattinata. Qualche amico, anche lui genovese, rimane ospite di qualcuno a dormire, altre trovano una stanza in un alberghetto a poco prezzo.
Mentre tutti dormono Anna, Giulia e Michela risalgono sulla piccola utilitaria della nonna di Anna e si mettono in viaggio verso Genova. Ora la pioggia si è fatta intensa, ma il traffico è ancora scarso in direzione Genova. Una curva, una piccola distrazione, una piccola correzione: la macchina si ribalta più volte. Anna e Giulia, sui sedili anteriori, si ritrovano sballottate, ferite vetri, quasi prive di sensi ma attaccate grazie alle cinture di sicurezza ai sedili. Michela, che sonnecchiava sul sedile posteriore, non c’è più: è stata scaraventata fuori, sull’asfalto duro e bagnato, contro il guard rail. La sua cintura è ancora lì, al suo posto.
COSA SAREBBE STATO NECESSARIO FARE?
Ecco la risposta di Maria Grazia Ciardo, vice questore aggiunto