Un abbraccio e una fotografia a immortalare l’incontro, nel giugno 2018, fuori da un noto hotel genovese. Accanto a Roberto Mancini, fresco CT della Nazionale, c’è Fulvio Comini, storico volto della Gradinata Sud e amico dell’ex bomber blucerchiato. Da quell’abbraccio in poi l’Italia vincerà 34 partite consecutive, un record assoluto culminato con la vittoria di ieri sera a Euro 2020. “Siamo i suoi portafortuna” racconta orgoglioso Comini su Babboleo News. “E a Roberto lo avevamo detto: vincerai l’Europeo! Ci prese per matti…”
Parla al plurale Comini, riferendosi ai suoi grandi amici e compagni di tifo Claudio Bosotin e Mauro Sutto. E che Comini, Bosotin e Sutto portassero bene a Mancini già si diceva da anni. Il tecnico di Jesi li ha voluti con sé a Manchester, quando col suo City strappò la Premier ai cugini dello United, e li avrebbe invitati anche a Wembley per la finale contro l’Inghilterra. Ma le restrizioni anti covid non l’hanno reso possibile: “Gli abbiamo portato fortuna in smart working” sorride l’ultrà blucerchiato, a 3 anni di distanza da quell’abbraccio con il ‘Mancio’.
“Ci tengo a precisare che in realtà la diceria sul ‘portafortuna’ era riconducibile a Sutto” spiega. “Si diceva ‘Con Sutto si vince tutto’. Io e Bosotin ci siamo uniti. E in effetti questo trio porta bene… E’ un dato di fatto”. E a crederci non è solo Mancini. Anche Enrico Chiesa ha voluto far abbracciare da Bosotin, Sutto e Comini suo figlio Federico, quando ancora muoveva i primi passi nel professionismo con la maglia della Fiorentina.
Claudio Bosotin e Mauro Sutto, storici magazzinieri della Samp a cavallo tra gli anni 80 e 90, hanno conosciuto Mancini, Vialli e compagni negli anni della ‘cavalcata Scudetto’. Da allora tra i magazzinieri-tifosi e i calciatori si è creato un legame solido. In particolare, Bosotin è un amico fraterno del CT della Nazionale. “Ho avuto la fortuna di averli come amici e di condividere con loro momenti fantastici” racconta Comini.
Prima della partita un rapido scambio di messaggi con Mancini, un “Grazie” accompagnato dall’emoji delle mani giunte in risposta agli incoraggiamenti della comitiva blucerchiata. Poi la vittoria e la dedica, in conferenza stampa, al presidente Paolo Mantovani, scomparso nel 1993, e a tutti i sampdoriani che nel 1992 soffrirono quando, proprio a Wembley, la Samp di Mancini e Vialli perse in finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona. “Ho la pelle d’oca ancora adesso, l’avrò visto 10.000 volte quel video: per lui, ma anche per noi, è una bella rivincita”.
Chissà che nel 2022, per i Mondiali in Qatar, il trio non possa volare in Medioriente per sostenere ‘in presenza’ il loro amico e idolo Roberto. Per il momento, comunque, lo ‘smart working’ è andato alla grande.