È di questi giorni la discussione intorno alla quale il governatore ligure Giovanni Toti intende, tramite appositi uffici, valutare la possibilità di intervenire con una legge regionale per obbligare la categoria dei sanitari a vaccinarsi, dopo che in un reparto dell’ospedale San Martino, in cui un’infermiera ha rifiutato di vaccinarsi, si è creato un cluster, con diversi pazienti positivi al Covid.
“Un ennesimo campanello d’allarme che ci spinge a un’importante e urgente riflessione sull’opportunità di rendere obbligatorio il vaccino per medici, infermieri,
operatori e personale sanitario. Oggi, con più di 100 mila morti in Italia a causa della pandemia, sapere che qualcuno che ricopre un ruolo così importante nella lotta al virus, pur potendo vaccinarsi sceglie di non farlo, rappresenta un problema in più che avremmo preferito evitare e di cui il Governo dovrebbe farsi carico. Chi fa questo lavoro e rifiuta di proteggere se stesso con il vaccino di fatto non protegge i pazienti di cui dovrebbe prendersi cura. E questo non è accettabile” ha affermato il governatore Giovanni Toti.
Su Babboleo News – Cosa succede in Liguria un commento alle parole del governatore Toti e il punto con Alessandro Attilio Negroni, Ricercatore in Filosofia del diritto all’Università degli Studi di Genova
Questione di metodo. “La reazione del presidente Giovanni Toti è comprensibile, tuttavia in una materia delicata come quella dei trattamenti sanitari obbligatori occorre una attenta riflessione e sicuramente non è possibile adottare decisioni normative sulla base di un fatto di cronaca. La legge è per definizione generale e astratta, e deve essere il più possibile lontana dal caso concreto. Una legge non può essere la reazione a un caso concreto, ma solo il frutto di un’attenta ponderazione e riflessione. Più in generale, ma qui mi riferisco ai giornali, occorre fare attenzione a non mettere in cattiva luce una nostra eccellenza come il San Martino e il personale medico e infermieristico che con dedizione e impegno ci lavora.”
Spazi minimi per una legge regionale. “La riserva di legge di cui all’articolo 32 della Costituzione è una riserva di legge statale, ossia solo il parlamento con una legge può imporre un trattamento sanitario obbligatorio al personale medico e infermieristico nel rispetto di alcuni “paletti” imposti dalla Costituzione, come il rispetto della persona umana. Anche se l’obbligo di vaccinarsi fosse configurato come un semplice “onere” per chi vuole fare il medico o l’infermiere, tale onere
potrebbe solo riguardare il futuro, cioè quelle persone che in futuro vogliono fare la professione medica o infermieristica. Gli spazi per una legge regionale in materia sono davvero minimi.“
L’esempio del Lazio. “Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti con un’ordinanza dell’aprile del 2020 aveva imposto l’obbligo della vaccinazione contro l’influenza agli over 65 anni e per il personale sanitario. Il Tar del Lazio con due sentenze del 29 settembre 2020 (sentenza n. 10047 e n. 10048) aveva annullato l’ordinanza del presidente Zingaretti. Peraltro oltre al fatto che la materia dei trattamenti sanitari obbligatori è di competenza statale, il Tar aveva osservato che anche i principi fondamentali in materia di tutela e sicurezza nei luoghi di lavoro sono di competenza statale e non regionale (principi in gioco perché il personale sanitario non vaccinato sarebbe stato considerato temporaneamente inidoneo al lavoro).“