Danilo Firpo è il General Manager della sede Nidec di Oradea, in Romania, al confine con l’Ucraina. Sabato è tornato in Italia in macchina, per motivi personali, ed è stato testimone oculare dell’esodo del popolo ucraino verso un porto più sicuro. “La strada che percorro da Oradea è la stessa dei flussi di rientro dall’Ucraina” spiega. “L’autostrada che dal confine ucraino arriva a Budapest era sostanzialmente inondata da macchine e pullman in fuga. E’ scioccante vedere tutte queste signore, madri di famiglia, che portano via i bambini. Non c’era nessun uomo”.
A Oradea, 150 km dal confine, si assiste invece al fenomeno inverso. Tanti cittadini romeni, volontari, si recano alla frontiera per prestare aiuto alla popolazione. “E’ un buon segno” commenta. “Forse ci siamo accorti che il problema è alle porte. Non è una guerra lontana”. Anche la popolazione romena, fa sapere Danilo, è preoccupata. “Hanno paura di essere i primi a essere attaccati. C’è preoccupazione a livello civile, industriale, militare”.
Danilo ha vissuto per anni in Russia, sua moglie è russa e, come lui, condanna fermamente il conflitto. “Gran parte del popolo russo ripudia la guerra. Le sanzioni, poi, non colpiscono solo gli oligarchi, ma anche banche, industrie e la gente normale che prova a campare. I russi sono preoccupati. E isolati dal resto del mondo”.
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