Nuova denominazione per il Sert genovese, che diventa Ser.D: non più operativo solo sulla battaglia alle tossico dipendenze, ma in modo più ampio ai diversi tipi di dipendenze, come il gioco d’azzardo patologico, sempre più diffuso soprattutto tra le giovani generazioni.
“Ci sono sempre più fenomeni di dipendenza a cui diamo da molto tempo risposta, che non c’entrano neanche più con le sostanze, ma con i comportamenti, come la dipendenza da internet” – racconta Ina Maria Hinnenthal, direttore SC Ser.D Asl3 – “Il fattore età è molto grave perché il cervello in crescita, stimolato e gratificato da schermi, crea funzionamenti emotivi diversi. Il problema è il tempo che si toglie allo sviluppo di altre abilità scoiali ed emotive“.
Il lockdown e l’assenza di esperienze sociali nelle quali sviluppare azioni positive ha innescato ancora di più la tendenza all’isolamento e alla chiusura sociale, rilevante nelle persone dipendenti da Disturbo Gioco d’Azzardo e con atteggiamenti patologici condotti attraverso modalità online.
Attualmente il Ser.D. si occupa di circa 4440 soggetti all’anno: numero stabile per quanto riguarda le generazioni adulte, mentre in fortissima crescita per quanto riguarda i giovanissimi, esponenzialmente anche come gravità delle sindromi che si presentano.
Il lockdown e l’assenza di esperienze sociali nelle quali sviluppare azioni positive ha innescato ancora di più la tendenza all’isolamento e alla chiusura sociale, rilevante nelle persone dipendenti da Disturbo Gioco d’Azzardo e con atteggiamenti patologici condotti attraverso modalità online. 400 i soggetti presi in carico da Alisa dai servizi per il gioco d’azzardo patologico già cronicizzati, ma risulta essere molto più ampio il numero, rispetto a quelli che hanno già chiesto aiuto. “Una dipendenza recente dal punto di vista della presa in carico dei servizi ma rispetto al quale si sta cercando di intervenire anche perché riguarda classi di età o sconosciute a questi tipi di servizio, come gli over 60, o giovanissimi che iniziano con i gaming e attività che possono sfociare nell’azzardo” – sottolinea Sonia Salvini, responsabile scientifico del piano regionale gioco d’azzardo di Alisa – “Un problema che spesso nasce in seguito a indebitamento o perdita del lavoro, per cui i canali di presa in carico coinvolgono anche gruppi di autoaiuto e la lega anti usura“.
In quest’ottica di condivisione è stata avviata l’iniziativa “Un calcio all’azzardo”, promossa da Asl 3 con il supporto di Regione Liguria e Alisa, nell’ambito del progetto “Game Over – Azzardo Divora”. Capofila del progetto è il Ceis Genova che partecipa con una propria squadra, unitamente a quelle di Ser.D Asl3, Cooperativa Ma.Ris e CSM Asl3 di Voltri – Distretto 8. Organizzazione e promozione sono state curate dall’Associazione Stelle nello Sport.
Un torneo che si inserisce in una serie di progetti finanziati dal Ministero della Salute per prevenzione, presa in carico e cura di soggetti che fanno uso di gioco d’azzardo o giocatori a rischio. Otto settimane di “gioco pulito” che culminerà nella finale, sabato 7 maggio, sui campi di San Desiderio. Un torneo quadrangolare di condivisione che vuole combattere i danni del gioco del d’azzardo con i benefici della pratica sportiva.
“Lo sport si dimostra essere uno straordinario veicolo di tutela della salute anche sotto il profilo psicologico oltre che fisico e questa occasione diventa un ulteriore aiuto nell’ assumere consapevolezza di uno stile di vita che vuole dire NO al gioco azzardo” – dichiara l’assessore allo Sport ed agli Stili di Vita Consapevoli di Regione Liguria Simona Ferro. – “Il percorso virtuoso di questi giocatori che utilizzano anche lo sport come strumento per abbandonare il gioco d’azzardo, mi auguro possa costituire fonte di ispirazione per tutti coloro che davvero vogliono liberarsi dalle dipendenze“.
“Non un torneo, ma un percorso che il torneo ha permesso” – commenta l’assessore alle Politiche Sociali di Regione Liguria Ilaria Cavo – “Il fatto di allenarsi, di socializzare e di essere avvicinati dai team ha permesso a queste persone di inserirsi in un percorso che li ha aiutati ad apprezzare il bello dello sport e a recuperare attraverso lo sport quelle sensazioni che altrimenti avrebbero cercato in maniera diversa. Questo l’obiettivo del protocollo contro le dipendenze che come Regione firmato recentemente con il ministro per le Politiche Giovanili Dadone per fare in modo che ci sia un contrasto alle dipendenze grazie ad una rete sempre più fitta”.