“Le parole non bastano”, è questo il ciclo di webinar ideato e organizzato dal Centro Antiviolenza Mascherona di Genova, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre. Si tratta di cinque webinar, svolti sulla piattaforma Zoom a cadenza mensile, partiti oggi (lunedì 23 novembre ndr) e che si concluderanno l’8 marzo 2021. Il primo incontro ha trattato il tema della relazione tra magistratura civile e penale rispetto al tema della violenza contro le donne e dell’affidamento dei minori. Sono intervenuti sul tema nomi autorevoli del panorama genovese e nazionale: Paola Di Nicola, giudice tribunale di Roma, Monica Velletti, presidente sezione civile tribunale di Terni, Francesco Cozzi, procuratore capo tribunale penale di Genova e Francesco Mazza Galanti, presidente della sezione famiglia del tribunale civile di Genova. Silvia Cristiani, psicologa e psicoterapeuta del Centro Antiviolenza Mascherona, ha introdotto e moderato l’incontro. “La nostra parola d’ordine per questo 25 novembre è formazione – ha dichiarato Manuela Caccioni, responsabile del Centro Antiviolenza Mascherona – non solo all’interno delle scuole in cui svolgiamo attività con studenti e insegnanti, ma anche all’interno della rete territoriale di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. Le oltre 150 iscrizioni ricevute nel giro di pochissimi giorni ci dimostrano che la necessità di incontri di formazione specifici e specialistici è un bisogno condiviso”.
Il lockdown ha esplicitato in modo manifesto le discriminazioni e la violenza che le donne subiscono quotidianamente. Il dato allarmante che emerge dal rapporto dell’Onu su lockdown è che le violenze domestiche hanno avuto un incremento del 20% in tutti i Paesi. Molto importante in questa fase è stato il lavoro del Centro Antiviolenza Mascherona sul territorio ligure che ha continuato a garantire aiuto alle donne anche durante l’emergenza sanitaria. Da gennaio al 15 novembre con le 406 donne seguite sono stati svolti 2139 colloqui, di cui 1272 in presenza e 867 in remoto. Durante il lockdown, da inizio marzo fino al 10 giugno, il Centro Antiviolenza Mascherona ha chiuso al pubblico, ma ha continuato il lavoro di sostegno in modalità online. “Certamente c’è differenza rispetto a un colloquio di persona – continua Manuela Caccioni – ma abbiamo registrato una buona risposta da parte delle donne ad utilizzare i mezzi tecnologici, dovuta anche alla difficoltà oggettiva a poter uscire di casa”. Durante la seconda ondata, molte donne stanno nuovamente chiedendo di poter fare i colloqui in remoto, soprattutto le donne che vivono fuori Genova o che hanno figli. “Alcune donne che seguo sono a casa in quarantena in attesa del tampone, altre hanno i bambini in dad e non riescono a venire. Per questo – conclude la responsabile del Centro – abbiamo ripreso a svolgere colloqui anche in remoto. Continueremo ad esserci perché il Covid non ha fermato la violenza”. Se da una parte sono diminuite le richieste di aiuto da parte delle donne, dall’altra la violenza degli uomini, in questo periodo, è risultata ancora più efferata. Ascolta l’intervista completa.

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