E’ scontro aperto all’interno del Movimento cinque stelle, spaccato sull’appoggio al governo Draghi, dopo il voto sulla piattaforma Rousseau di ieri (giovedì 11 febbraio ndr), che ha sancito il Sì con il 60% delle preferenza. Sono stati 74.537 gli attivisti che hanno votato al quesito sul nuovo esecutivo, il 59,3% si è detto favorevole, con 44.177 voti, sono stati 30.360 i No, pari al 40.7%. Poco dopo l’esito, il grillino della prima ora Alessandro Di Battista ha sciolto la riserva con una comunicazione, in fondo prevedibile, considerando la contrarietà espressa nel giorni precedenti. Il Dibba nazionale infatti, ha detto “basta” al suo MoVimento, salutando i sostenitori e abbandonando la nave del suo mentore Beppe Grillo: “Mi faccio da parte”, sono state le prime parole di Di Battista. All’addio di Di Battista, si sono contrapposte le parole entusiastiche dell’oramai ex amico Luigi Di Maio: “Il MoVimento 5 Stelle sceglie la strada del coraggio e della partecipazione, ma soprattutto sceglie la via europea, sceglie un insieme di valori e diritti di cui tutti noi beneficiamo ogni giorno e dietro ai quali, purtroppo non di rado, si nascondono egoismi e personalismi”. Alla dichiarazione di Di Maio faranno, poco dopo eco, le parole del reggente Vito Crimi e del presidente della Camera Roberto Fico. Nel frattempo dalla Liguria c’è chi resta fermamente convinto che appoggiare l’esecutivo dell’ex presidente della Bce (Banca Centrale Europea ndr) sia profondamente sbagliato, come il senatore Mattia Crucioli, intervenuto ai microfoni di Babboleo News-cosa succede in Liguria. “E’ stata una votazione illegittima, il quesito era manipolatorio e non imparziale”, ha sentenziato Crucioli. “Questa è stata una buffonata”, ha incalzato il senatore ligure. Quindi voterà No in Senato, gli chiedo. “Sì, io in Senato voterò No, conformemente con il mandato dei miei elettori che io devo garantire. E questo governo – aggiunge Crucioli – non farà gli interessi delle fasce più deboli, dei lavoratori e delle famiglie italiane”.
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