Acquario di Genova – Babboleo

Acquario di Genova

Genova celebra la giornata mondiale degli oceani con la vasca “il mare che non vogliamo” all’Acquario

Proprio in occasione della Giornata mondiale degli Oceani, che si celebra oggi 8 giugno, Acquario di Genova e Ogyre danno il via ad una campagna di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dell’inquinamento dei mari.

Un’area dedicata all’interno dell’Acquario di Genova che comprende la vasca “il mare che non vogliamo”, dove si vede riprodotto un piccolo tratto di costa che ospita quasi esclusivamente oggetti di plastica che hanno sostituito la flora e la fauna marine. Un messaggio impattante che sottolinea un rischio reale che il pianeta sta correndo, se non si riduce drasticamente la produzione di rifiuti e non si modifica la gestione degli stessi. Grazie all’installazione, per tutta l’estate, visitatori potranno collegarsi con il QR code e seguire in tempo reale la raccolta di rifiuti, visualizzando la quantità raccolta, le aree e i pescatori coinvolti. Obiettivo la raccolta di una tonnellata di rifiuti attraverso la community di pescatori che fa capo a Ogyre, impegnata nella protezione e salvaguardia del mare.

Fishing for litter” è un sistema di raccolta rifiuti marini organizzato da Ogyre, in collaborazione con pescatori indipendenti in diversi porti in tutto il mondo, incentivati da una retribuzione per recuperare i rifiuti marini dall’oceano e riportarli a terra. I rifiuti vengono poi scaricati, pesati, analizzati e categorizzati da un partner locale, che li archivia digitalmente prima di consegnarli all’organizzazione locale incaricata dallo smaltimento.

La collaborazione tra Acquario di Genova e Ogyre risponde all’impegno che entrambe le realtà portano aventi nella salvaguardia degli oceani in linea con il Goal 14 dell’Agenda 2030 dell’Onu “Vita sott’acqua – Conservare utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile“.

Ai microfoni di Radio Babboleo la manager sostenibilità dell’Acquario di Genova Simona Bondanza

Un tuffo nel passato all’Acquario di Genova

Da oggi all’Acquario di Genova, nella suggestiva cornice della vasca degli squali, sarà possibile visitare i resti dell’albero di maestra di una nave risalente al II secolo d.C e un campionario di merci che raggiungevano lo scalo genovese tra il III e il I secolo a.C.
Questo nuovo allestimento vuole riprodurre un’ambientazione in scala ridotta dei fondali del Porto Antico di Genova e testimoniarne la ricchezza archeologica.

Questa idea, nella sua semplicità, rappresenta un esempio unico ed innovativo nel panorama internazionale degli Acquari.
L’immersione del passato nell’Acquario di Genova è stato reso possibile grazie all’accordo tra Soprintendenza e Fondazione Acquario, siglato nel 2014 quando, durante degli scavi archeologici, emersero centinaia di reperti fondamentali per conoscere l’attività dello scalo genovese sei tuoi primi secoli di vita.
Negli stessi anni l’attenta sorveglianza degli archeologi della società Tesi Archeologia di Genova scoprirono numerosi reperti accumulati lungo i secoli riemersi, tra cui proprio: l’albero di maestra.

Il legno antico però, senza costose operazioni di restauro, si conserva solo sott’acqua. Questa è una condizione che l’Acquario di Genova può soddisfare a pieno senza problemi. Nei magazzini della Soprintendenza sono custoditi inoltre molti esemplari di anfore romane, saccheggiate dai fondali del nostro mare e sequestrate dalle Forze dell’Ordine perché possano ritornare a far parte del nostro patrimonio culturale.

Importanti esigenze di conservazione e l’opportunità di valorizzare beni archeologici altrimenti nascosti sono alla base di questa particolare operazione di allestimento museale che coniuga l’archeologia subacquea e la biologia marina.

Per inserire i reperti archeologici nella vasca degli squali è stato necessario prevedere una complessa serie di indagini e studi. Una fase di analisi preliminare è stata condotta dai tecnici di Arpal. Solo dopo due mesi di verifiche si è potuto procedere all’inserimento in vasca.

L’albero di maestra è sicuramente la star di questa esposizione.
Questo reperto, conservato in due frammenti accostati, faceva parte della sommità di un albero di maestra che in origine doveva raggiungere 13 m di lunghezza complessiva e 60 cm di diametro alla base. Gli studi di datazione hanno assegnato come periodo di nascita dell’albero gli anni 50 a.C circa.

Anche le anfore sono le grandi protagoniste. Le anfore, oltre ad essere reperti che si conservano perfettamente sia nel sottosuolo che sui fondali marini, sono i principali contenitori da trasporto del mondo antico: per questo gli archeologi subacquei le studiano per indagare la geografia economica e le rotte commerciali.
La più antica è una Greco-Italica del III sec. a.C.