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“Il suono della colpa”, il romanzo noir di Daniele Grillo e Alessio Piras

Genova. Benedetta Fabbri, postina precaria, nel primo giro di consegne a Vernazzola, si imbatte nel cadavere di Arnoldo Chiana, liutaio tra i più apprezzati dai big della Scala. Il caso viene derubricato dagli inquirenti a «morte per cause naturali». Ma per Benedetta qualcosa non torna e inizia un’indagine nella quale coinvolge il padre Primo, due colleghi e Trick, agente di polizia e partner di giochi erotici. La postina seguirà le note distorte dei violini che accompagnano la vicenda, si troverà sullo spartito bruciato della vita della vittima e di una data cruciale per la Storia del Paese: 12 dicembre 1969, strage di piazza Fontana. Un percorso a ritroso alla ricerca della verità, rincorrendo l’anima di uomini e di strumenti, che vibra del suono incessante della colpa.

Un noir mozzafiato che vede il debutto come protagonista di Benedetta Fabbri, postina precaria con la passione per i gialli che si trasforma in investigatrice. E’ “Il suono della colpa” (Mursia), il nuovo libro degli scrittori genovesi Daniele Grillo e Alessio Piras.

Daniele Grillo e Alessio Piras raccontano così il loro libro a Babboleo News

  • La trama (risponde Alessio Piras)
  • Che tipo di Genova è quella che raccontate nel romanzo? (Alessio Piras)
  • Come nascono i personaggi che animano i luoghi (che voi conosci molto bene) di questa storia? (Alessio Piras)
  • Come avete selezionato i luoghi in cui la storia si sviluppa? (risponde Daniele Grillo)
  • Perchè la scelta dei violini a fare da colonna sonora alla vicenda? (Daniele Grillo)

Sondaggio: genovesi in buona salute nonostante la pandemia

I genovesi ritengono di essere in buona salute, lo dice un’indagine demoscopica realizzata dal Comune di Genova nel mese di febbraio, condotta con interviste telefoniche su un campione di 504 persone equamente divise per genere e fasce d’età, maggiorenni e residenti a Genova.

Malgrado lo stress provocato dalle tante restrizioni fisiche dovute al Covid, attraverso il sondaggio emerge che la popolazione si sia adattata alle limitazioni imposte dalla pandemia e sia riuscita a trovare un nuovo e faticoso equilibrio.

Non mancano, però, alcune spie di malessere. Infatti, se il 75% dei genovesi si ritiene soddisfatto del proprio benessere, il 18% lo definisce ‘’passabile‘’ mentre il 7% ‘’scadente’’.

Guardando la suddivisione per le fasce d’età, risulta che anche gli over 65 complessivamente si definiscono in buona salute. Il 68% del campione dichiara che il proprio stato di salute è rimasto invariato rispetto a un anno fa ed è addirittura migliorato per l’8 % del totale. È peggiorato per il 14% degli over 65, ma questa percentuale si amplia significativamente arrivando al 31% nella fascia 18-44, segno che sono i più giovani a soffrire maggiormente per le restrizioni legate al Covid.

Le domande contenute nel questionario sono standardizzate e appartengono a un modello proposto dall’Istituto nazionale della Salute degli Stati Uniti . Sono state però aggiunte domande inerenti alla pandemia.