Ponte Morandi crollò per corrosione e mancata manutenzione. Possetti (Comitato Vittime): “Finalmente non si parlerà più di fulmini o bobine”

“Con la consegna del lavoro peritale viene inserito un importante tassello nella ricerca della verità” così Egle Possetti, presidente del Comitato in Ricordo delle Vittime di Ponte Morandi, commenta gli accertamenti dei periti sul crollo del viadotto sul Polcevera che il 14 agosto 2018 provocò la morte di 43 persone. Secondo i tecnici il crollo sarebbe avvenuto per corrosione del tirante della pila 9, e controlli e manutenzioni sarebbero stati inadeguati. Abbiamo contattato telefonicamente Egle Possetti, che ha espresso la propria soddisfazione per una perizia che, di fatto, esclude tesi alternative sulle cause della tragedia.

“Attenderemo l’esito processuale, ma siamo di fronte a un passaggio importante. Da periti super partes, incaricati dal Gip, emergono considerazioni importanti che vanno nel segno di quanto sosteniamo da due anni.”

E’ una notizia che forse aspettavate un po’ prima? Sono passati più di due anni…

Sì. A causa del Covid e della complessità della verifica tecnica i tempi si sono allungati. Ma auspichiamo che grazie a questo grande lavoro dei periti le indagini possano avere un’accelerazione in fase processuale. Gli elementi tecnici sono cospicui.

Di fatto, la perizia smonta altre ipotesi avanzate dalla difesa sul crollo del Ponte.

“Finalmente non sentiremo parlare di fulmini, di bobine e altre cose di questo tipo, che in due anni erano state messe sul piatto delle indagini. Ma credo che la maggior parte degli italiani, vedendo le immagini, la pensasse come noi.”

Da oggi le indagini proseguono con nuove certezze, alla ricerca spasmodica di verità e giustizia per le 43 vittime di Ponte Morandi.

L’intervista completa: