Emergenza carceri, Alberto Scagni aggredito a Sanremo
Nuova notte di terrore al carcere Valle Armea di Sanremo, dove Alberto Scagni, condannato per l’omicidio della sorella, è stato preso in ostaggio e torturato da altri due detenuti, che avevano fatto uso di alcol artigianale e farmaci reperiti illegalmente. Questa la seconda volta per l’uomo: la prima aggressione, avvenuta nel penitenziario genovese di Marassi, è risalente a poco più di un mese fa.
Intimidazioni anche per il compagno di cella, che è stato tenuto sotto minaccia e chiuso in bagno, mentre i sequestratori perpetravano le percosse su Scagni. Quasi in fin di vita, il recluso è stato tratto in salvo dagli agenti, coordinati dal Vicecomandante presente sul posto, che hanno fatto irruzione con caschi protettivi e scudi. Immediato il trasporto in ospedale per la vittima.
Un soccorso complesso che ha visto un poliziotto ferito, con due costole rotte. Cresce così il malcontento del corpo penitenziario, che ha protestato alla fine del tragico turno. Intanto, la mamma di Alberto Scagni, Antonella Zarri, è a Roma per partecipare a un incontro pubblico con il suo avvocato Fabio Anselmo per discutere dell’inefficienza delle forze dell’ordine. “Inutile parlare di prevenzione se poi si interviene in ritardo” spiega l’avvocato.
“E’ solo grazie all’ ingresso della Polizia Penitenziaria in cella che si è evitato un brutale omicidio, ancora una volta dovuto ad abbinamenti pericolosi di detenuti. Sanremo non può gestire 290 detenuti. Tutto ciò acclara la perdurante emergenza penitenziaria mancante di 18mila unità” – così Fabio Pagani, Segretario Regionale UIL-PA PENITENZIARI Liguria ai nostri microfoni.