In Liguria la prima allerta rossa per tsunami, ma quanto rischia la Regione?
Dopo il violento terremoto che si è abbattuto sulla Turchia nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, con un bilancio di oltre 5 mila morti, è scattata per le coste italiane l‘allerta rossa per possibili onde di maremoto. La prima allerta anche per la riviera ligure, dove si raccomandava di allontanarsi dalla zone costiere e di raggiungere l’area vicina più elevata, come comunicato dalla Protezione civile.
Segnalazione conseguente al un nuovo sistema di allertamento sperimentale per gli tsunami, che si attiva in seguito al verificarsi di un terremoto molto forte (oltre magnituto 7) nell’area del Mediterraneo e che avvisa del muoversi dell’onda di maremoto.
“Un’allerta data per la prima volta in Italia e anche per le coste liguri, anche se un terremoto nelle zone del Mediterraneo orientale non può generare un’onda di tsunami sulle nostre coste” – spiega ai microfoni di Radio Babboleo Daniele Spallarossa, sismologo dell’Università di Genova – “uno dei terremoti più forti dell’ultimo secolo. Terremoti di questo genere rompono la crosta tereste per più di 200km, come se la Turchia di fosse separata di 3 metri rispetto al blocco arabico”.
Il 23 febbraio 1887 in Liguria una triplice scossa, con epicentro in mare al largo di Imperia, aveva generato uno tsunami che si era abbattuto su Bussana Vecchia causando gravissimi danni. “I maremoti più gravi della storia sono stati generati da collassi sottomarini, anche all’epoca il mareografo di Genova aveva registrato un’onda di tsunami, anche se in quel caso era stato il terremoto stesso a causare le vittime“.
Ai microfoni di Radio Babboleo il sismologo Daniele Spallarossa