Nuovo piano socio-sanitario, proposta chiusura di un punto nascite a Genova e uno a Savona. Vallerino: la Liguria ne ha bisogno.
La bozza del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale ha acceso la polemica sulla opportunità di mantenere 10 punti nascite sul territorio regionale, o sulla chiusura delle nursery al Villa Scassi di Genova e al San Paolo di Savona. Per Gabriele Vallerino, dal 2004 primario di ginecologia al Villa Scassi, il surplus sarebbe solo nominale.
«È vero che c’è stato un calo nelle nascite, è vero che il numero di parti a Genova potrebbe essere contenuto in un unico punto nascita – spiega Vallerino – ma la Liguria è lunga e stretta, ha una rete logistica pessima, e spesso assistiamo a mamme che partoriscono in auto. Partorire è l’atto più fisiologico al mondo, ma può diventare il più traumatico. Motivo per cui non si partorisce più a casa, ma in un centro che disponga di rianimazione, centro trasfusionale, radiologia interventistica. Tutte queste misure devono essere garantite da un punto nascita collocato in un ospedale, ove vi siano anche componenti chirurgiche che prevengano o rimedino alle situazioni più drammatiche».
«Credo che il Villa Scassi possa rispondere perfettamente alle esigenze contingenti – continua Vallerino – almeno fino a quando nuove strutture non sostituiranno i vecchi ospedali, che passano il secolo e mezzo di vita e sono obsoleti dal punto di vista strutturale». E conclude: «Il nostro quartiere ha grandi difficoltà assistenziali. Molte donne che vengono a partorire qui non hanno macchina, e alcune vengono con l’autobus. La stragrande maggioranza sono maternità fragili. Con il riassetto, rimarrebbe un solo punto nascita al Ponente, dove si fanno più figli».